Sono pronto al nuovo scenario politico di Salso

SMA MODENA
lombatti_mar24

22/02/2013
h.16.10

Intervista a Filippo Fritelli, ex segretario comunale del Pd di Salsomaggiore dimessosi dall’incarico una settimana fa perchè si è candidato alle primarie del centrosinistra salsese per la scelta del sindaco.

Mi è piaciuto il modo con cui ti sei candidato alle primarie: senza tante storie ti sei proposto. Ma con qualcuno ti sarai messo d’accordo o ti sei lanciato nel vuoto?
Ho raccolto sostegno dentro e fuori il Partito Democratico di Salso, un sostegno che si è formato nei mesi, soprattutto dopo aver proposto e condiviso nell’ambito del Centrosinistra le primarie come il percorso migliore per scegliere il candidato Sindaco. Un percorso aperto alla città.
Alla fine ho deciso di entrare in questa competizione, senza paura nè di perdere nè di fronte ai grandi problemi che Salsomaggiore ha.
La squadra si sta formando in questi giorni, fino ad oggi ho cercato di portare le competenze e il metodo necessario per affrontare la preoccupante situazione che avremo di fronte.

Sei un “renziano doc”… quanto pensi ciò possa influire nelle primarie salsesi? Cosa vuoi “prendere” da Renzi?
Da noi non si voterà nè per Renzi nè per Bersani, ma per le persone impegnate a Salsomaggiore che hanno deciso di mettersi in gioco.
Da Renzi vorrei prendere l’amore per le sfide e lo spirito innovatore che lo ha caratterizzato fin dall’inizio.

Quali sono i candidati che ritieni più pericolosi alle primarie salsesi? Fellini? Canepari?
Per me non esistono candidati pericolosi, tutti, nell’ambito della carta dei valori che abbiamo condiviso e nel rispetto del regolamento, possono candidarsi. Chi compete lealmente è un valore aggiunto.
Nel caso di Canepari c’è piena condivisione della mia candidatura.

Per la prima volta gli avversari più temibili del centrosinistra salsese appaiono Orlandi e il M5S, non più il centrodestra. Sei pronto a questo cambio di scenario? Quale insegnamento hai tratto dalla “lezione” delle comunali di Parma?
Prontissimo: si tratta di uno scenario stimolante e che penso possa portare contributi utili a migliorare la qualità della politica.
Dalle elezioni comunali di Parma ho capito quello che la gente chiede in questo momento: rinnovamento e coraggio. I Partiti e una certa politica non possono ritenersi autosufficienti e devono abbandonare l’autoreferenzialità che spesso li ha contraddistinti.
Per quanto riguarda la lista civica Cambiare Salsomaggiore lavora e si muove in città da due anni e alle ultime elezioni ha ottenuto un risultato importante: con loro abbiamo tenuto in Consiglio Comunale una collaborazione e abbiamo cercato di mantenere un contatto aperto anche dopo. Io non ho preclusioni, vediamo se si potrà condividere qualcosa anche nei prossimi mesi.
Il Movimento 5 Stelle funziona quando serve da coscienza critica per tutti noi, funziona meno quando si crede autosufficiente e si chiude a qualsiasi dialogo. Per fare un esempio, le proposte che il consigliere Crinò ha presentato in Consiglio Comunale le ho quasi sempre votate perchè quando arrivano idee intelligenti queste vanno accolte, da qualunque parte provengano. A parte questo, hanno troppo spesso un atteggiamento conflittuale, chiuso al dialogo con gli altri, che non si addice ad una realtà come Salso che ha bisogno invece di pacificazione e di ripartire con maggiore serenità.
La situazione salsese è troppo grave per non richiedere un impegno collettivo da parte di tutti, le chiusure a priori non vanno bene.

Che tipo di campagna elettorale per le primarie hai intenzione di condurre?
Molti salsesi oggi sono sfiduciati, vorrei trasmettere loro coraggio e fiducia per affrontare insieme le sfide che ci aspettano, vorrei portare avanti una campagna elettorale semplice, ma concreta e diretta, con una serie di idee e proposte che usciranno una per volta e che non dovranno sottrarsi dall’affrontare le questioni più delicate, come quella di Terme e del sistema turistico cittadino.

Chi vincerà le elezioni politiche di domenica-lunedì?
Credo e spero il Centrosinistra, l’Italia merita un Governo che possa lavorare.
Capisco la rabbia della gente e vedo tanto malessere sociale, ma dal caos non nasce nulla di buono. Il Partito Democratico può governare 5 anni se riesce ad avere il giusto sostegno e se si apre ai contributi delle altre forze politiche in Parlamento sui provvedimenti utili al Paese.

Andrea Marsiletti

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