
27/08/2011
Intervista il segretario regionale del Pd Stefano Bonaccini che nelle settimane scorse è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di abuso d’ufficio. La vicenda risale al periodo in cui era assessore al Patrimonio di Modena e avrebbe a che fare con una società favorita nella gestione di un chiosco all’interno del parco intitolato a Enzo Ferrari. Adesso alla Corte dei Conti avrà il compito di verificare il danno patrimoniale.
Per fare chiarezza sulla vicenda lo abbiamo raggiunto al dibattito «Generazioni: il futuro logora chi non ce l’ha» insieme al presidente della provincia di Roma Nicola Zingaretti e all’europarlamentare Debora Serracchiani.
Bonaccini, è qui a parlare di generazioni, di giovani: com’è il loro futuro?
Il futuro è molto preoccupante: il 29% della popolazione giovanile è agli ultimi posti in Europa per occupazione e l’80% dei ragazzi che ha trovato lavoro negli ultimi due anni l’ha trovato precario. Una delle prime cose che un Governo serio dovrebbe fare è una forte lotta alla precarietà, dopo un decennio dove si è raccontato ai ragazzi che la strada giusta erano il Grande Fratello e le vincite all’Enalotto il risveglio è stato brusco.
Il Pd può risolvere questa situazione?
Tra le proposte che Bersani ha presentato in questi giorni, c’è quella di una forte lotta alla precarietà; bisogna entrare in quella giungla di contratti che in Italia, a differenza degli altri Paesi Europei, hanno trasformato la positiva flessibilità in precarietà. Come ha detto Bersani dobbiamo fare sì che un’ora di lavoro precario all’impresa non possa costare meno di un’ora di lavoro stabile; dobbiamo incentivare le imprese che assumono a tempo indeterminato.
Bisogna arrivare anche alla riforma degli Ordini Professionali.
Per fare questo occorre credibilità e le indagini per abuso d’ufficio non aiutano di certo…
Stiamo parlando di un’indagine che riguarda una vicenda del 2003 della quale ancora non sappiamo esattamente i contorni. E’ un tema relativo a un chiostro in un parco pubblico e chi fa l’Amministratore sa che sono questioni che possono riguardare chi prende delle decisioni.
Ora dobbiamo lasciare lavorare la magistratura in maniera serena, ho piena fiducia nel lavoro dei giudici.
La vicenda ha avuto grande eco (ndr: anche a Parma, considerato che Bonaccini ha chiesto le dimissioni del sindaco Vignali per le accuse di corruzione rivolte ad alcuni dirigenti comunali)
Lo stesso procuratore capo di Modena poche ore dopo l’uscita della notizia, un po’ anche tirata sulle televisioni come il Tg1 e il Tg5 e dalla stampa nazionale ha sentito il bisogno di richiamare a non speculare sulla vicenda, a non strumentalizzarla, perché come ha detto lui si tratta di una piccola cosa di cui non sappiamo bene i dettagli.
Ribadisco che sono completamente sereno non solo per me: anche i dirigenti che sono coinvolti nell’indagine sono persone talmente serie che sono sicuro non c’entrino nulla. Il tema vero è un altro.
Quale?
Proprio per dare fiducia nel rapporto con i cittadini è giusto che quando chiunque è coinvolto in vicenda nelle quali non riesce a difendersi o quando viene dimostrata la sua colpevolezza o quando non sente più la fiducia dei cittadini, si dimetta.
Io invece devo ringraziare i tanti cittadini che mi hanno fatto arrivare una valanga di solidarietà. Ma come ho sempre detto non è importante il cognome ma il destino della comunità, che si guardi al bene collettivo e non a quello personale.
Quindi ci si può anche fare da parte.
Assolutamente sì, quando viene provato un errore o quando non si è in grado di giustificare un determinato comportamento bisogna farsi da parte; non possiamo permetterci di far pensare agli italiani che «siamo tutti uguali».
Non è però il caso di Modena, vero?
Io penso proprio di no. Sono convinto che la cosa si risolverà dimostrando la completa estraneità di tutte le persone coinvolte nella vicenda.
L’unica cosa che mi auguro è che si possa fare il più in fretta possibile per arrivare alla massima chiarezza.
F.M.
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