Stefano Aurighi, portavoce del Presidente Stefano Bonaccini, ricorda sul suo blog telhochiesto.blogspot.com gli anni vissuti al fianco del Governatore dell’Emilia Romagna, commenta l’esito elettorale e racconta alcuni aneddoti recenti.
“Nella foto, sono quello dietro al Presidente.
Negli ultimi 5 anni, 7 giorni su 7, quello è stato il mio posto per supportare Stefano (con tutti i miei limiti) nelle attività istituzionali.
E’ un punto d’osservazione sulla realtà privilegiato, impagabile, anche se faticosissimo, totalizzante e logorante.
Ma, appunto, impagabile, perchè sei sempre nei dintorni dei posti, diciamo così, in cui le decisioni prendono forma. Le decisioni che riguardano tutti noi, che hanno a che fare con il lavoro, la sanità, l’ambiente, le donne, i giovani, la cultura, le infrastrutture, insomma con tutto ciò che, letteralmente, riguarda le nostre vite.
La scrittura è una malattia, e sono sicuro che prima o poi questi 5 anni diventeranno un libro.
Ma una cosa la voglio scrivere subito.
Stefano, in tutte le occasioni pubbliche, sottolinea che lavorare nelle istituzioni significa lavorare per tutti, anche per chi non ti ha votato.
Sembra un’ovvietà, ma non lo è affatto.
Perché se non hai il senso delle istituzioni, saltano le regole primarie e il Paese va alla deriva.
Battere Salvini è stato vitale anche per questo.
Da oggi, sarà importante lavorare soprattutto per chi non ha votato il centrosinistra, per provare a salvarli da un’idea di società livida e rancorosa, carica d’odio e infarcita di parole d’ordine irriferibili, che porta solo verso l’abisso. Per metterli in guardia da una visione semplicistica e manichea del mondo, di qua tutto giusto, di là tutto sbagliato. Come dice Vinicio Capossela, siamo immersi nelle dittatura della semplificazione, ma un minimo di complessità va accettata, le cose spiegate, le soluzioni ricercate con cura perché portino ad un futuro migliore.
Questo è l’obiettivo.
Voglio infine raccontarvi un piccolo episodio della notte elettorale.
Quando è stato evidente che avevamo vinto, il mio primo pensiero è andato a una persona, ed è a questa persona che ho mandato il primo messaggio di quella notte: al mio omologo del fronte opposto, al portavoce di Lucia Borgonzoni, a Filippo.
Gli ho scritto: “Ti abbraccio Filippo. Conosco la fatica, la passione e l’anima che ci si mette. Vediamoci davanti a una birra. Ti abbraccio”.
E lui mi ha risposto: “Grazie del pensiero. Congratulazioni per il grande lavoro e il risultato. Si, organizziamo, molto volentieri! Un abbraccio”.
Mi sono commosso, perchè credo che nella sobrietà delle parole e nella correttezza dei rapporti passi un bel po’ della bellezza del mondo.”