
10/02/2010
Il gruppo anarchico Antonio Cieri è da sempre contrario ad ogni tentativo di strumentalizzare la storia in base ai propri interessi.
Al giorno d’oggi, sempre più nauseante è il tentativo delle destre, spesso nel silenzio delle cosiddette forze democratiche, di utilizzare la vicenda delle foibe per criminalizzare la lotta di resistenza, scordando volutamente che i fascisti furono i primi, contro le minoranze slave e gli antifascisti, ad infoibare gli avversari, aumentando senza alcun ritegno il numero dei morti; ignorando le complesse ragioni storiche, umane e socio-politiche che portarono poi alle ritorsioni delle popolazioni slave e degli antifascisti contro i loro precedenti aguzzini.
Questa non è storia, è solo ipocrisia di regime alimentata da servi prezzolati.
Allo stesso tempo, non possiamo unirci all’elogio encomiastico verso la figura di Tito: se è vero che fu uno dei più importanti comandanti della Resistenza slava, è altrettanto vero che, come in ogni regime comunista di stato, in Jugoslavia il popolo non era assolutamente libero; che i privilegi e l’equità sociale erano garantite solo dalla retorica ufficiale e ai funzionari di partito; che la tanto celebrata “autogestione economica” in realtà era sottoposta ai dettami del regime; che l’aver tenuto “unita” per più di 30 anni la Jugoslavia (e si è visto poi con quali metodi, su quali basi e quali conseguenze…) non è di per se’ un merito, ma semmai una dimostrazione di nazionalismo; che proprio la lunghezza del suo “regno” dimostra la mancanza di una credibile dinamica di libertà interna, e potremmo continuare.
In un momento in cui anche nel fronte antifascista si registra una certa confusione ideologica e pratica, nel quale le ragioni anarchiche vengono confuse con tanta ignoranza con quelle comuniste di stato, in nome di un movimentismo tanto vago e indefinito quanto pericoloso per la stessa continuità di forme consapevoli di anarchismo.
Gli anarchici, sempre in prima fila contro ogni fascismo più o meno mascherato, altrettanto fieramente rivendicano la loro estraneità ad ogni logica partitica, ad ogni culto della personalità, ad ogni confusione ideologica.