
Un gruppo di studenti parmensi, guidato da Matilde Viglioli e Alfonso Fedi, ha lanciato oggi davanti al Melloni un forte appello per porre fine alla crescente ondata di violenza e microcriminalità che sta attanagliando la città.
Attraverso un manifesto dal titolo “STOP ALL’INSICUREZZA E ALLA VIOLENZA”, i giovani hanno espresso il loro profondo disagio di fronte a una situazione che sta minando la loro sicurezza e quella delle loro famiglie. “Parma sta perdendo la sua identità di città sicura e accogliente”, affermano i ragazzi. “Non vogliamo più abituarci alla paura di subire risse, bullismo o rapine. Le nostre scuole, le strade e i mezzi pubblici non sono più luoghi sicuri, ma diventano teatri di violenza”.
All’incontro, a cui ha partecipato anche l’ex sindaco Pietro Vignali, è emersa con chiarezza la preoccupazione diffusa tra i giovani e le famiglie. Vignali ha sottolineato l’importanza di ascoltare la voce dei ragazzi e ha lanciato un appello all’amministrazione comunale affinché si adotti un approccio più deciso e concreto per affrontare il problema.
I giovani sono saliti sul palco di Sant’Ilario, già vecchissimi (di Andrea Marsiletti)
“Parma ha bisogno di un cambio di rotta immediato”, ha dichiarato Vignali. “Non possiamo più tollerare questa escalation di violenza. È necessario un piano d’azione che coniughi misure di prevenzione, come politiche giovanili e di integrazione, con azioni repressive per ripristinare la legalità e la sicurezza”. Le nostre strade, ha proseguito Vignali, un tempo luoghi di incontro e di socializzazione, si sono trasformate in teatri di episodi inquietanti. Risse, bullismo, rapine: fatti di cronaca che ci costringono a guardare la realtà con occhi preoccupati. I nostri ragazzi hanno paura di prendere l’autobus, di andare a scuola, di uscire la sera. E questa paura è un veleno che si insinua nelle nostre vite, limitando la nostra libertà e la nostra voglia di vivere.
“Non vogliamo più abituarci a vivere con la paura”, hanno concluso i ragazzi. “Parma, un tempo sinonimo di sicurezza e accoglienza, sta perdendo la sua identità .Ma non possiamo arrenderci. Non possiamo accettare che la nostra città perda la sua anima, la sua identità. È arrivato il momento di reagire, di unirci e di chiedere un cambio di rotta deciso e immediato.