Il metal dei Modern Age Slavery al Tempo Rock

SMA MODENA
lombatti_mar24

02/05/2009

Sabato 2 maggio al Tempo Rock di Gualtieri (Reggio Emilia) concerto metal dei “The Modern Age Slavey“.

Leggi sotto l’intervista di Nicola Villani alla band.
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Parmadaily intervista la band metal emiliana dei The Modern Age Slavery, recentemente messa sotto contratto dall’etichetta austriaca Napalm Records. 

Chi sono i componenti dei The Modern Age Slavery?
Giovanni Berselli
: voce
Luca Cocconi: chitarra
Simone Bertozzi: chitarra
Mirko Bennati: basso
Stefano Brognoli: batteria

Che tipo di band sono i The Modern Age Slavery e che genere suona?
Tutti noi veniamo da gruppi che suonavano death metal, hardcore e trash, quindi abbiamo un background musicale molto ampio.
La band si è formata con un obiettivo comune: quello di proporre musica nella maniera più spontanea e brutale possibile cercando di non seguire le mode.
Quindi abbiamo unito tutte le nostre esperienze passate e abbiamo semplicemente suonato e composto quello che ci piaceva, ovvero musica estrema con una forte attitudine hardcore.

Da dove è arrivata l’idea per la scelta del nome?
Volevamo un nome che rappresentasse un’accusa nei confronti di questa società monopolizzata dalla tecnologia e dai mass media, dei quali l’uomo non riesce più a fare a meno, autocreandosi una sorta di simbiosi mentale che molto spesso risulta obbligata; purtroppo abbiamo la conferma di ciò nella vita di tutti i giorni.
Per questo motivo abbiamo optato per il nome THE MODERN AGE SLAVERY (la schiavitù dell’era moderna).

Quali  sono state le influenze nel creare una band come la vostra?
All’interno della band si ascolta di tutto, quindi le influenze sono varie e numerose. Il movimeto a cui siamo legati però è sicuramente il death metal americano anni ’90: band come Suffocation, Cannibal Corpse, Obituary, Morbid Angel, ecc… sono la nostra principale fonte di ispirazione. Non neghiamo comunque di strizzare l’occhio anche a band più moderne come Decapitated, Origin, Aborted, ecc…
Quello che ci piace di queste band, oltre chiaramente al sound, è la loro attitudine brutale e genuina che negli anni non è mai cambiata e che fa ancora scuola alla nuove generazioni. Penso che sia difficile suonare musica estrema se non si ha nel proprio background musicale gruppi di questo calibro.

Siete tutti emiliani?
A parte Stefano “Rey”, il nostro batterista che è bresciano, siamo tutti emiliani. Ci dividiamo tra Modena, Reggio Emilia e Ravenna (anche se qualcuno di noi “bazzica” spesso a Parma).

Di recente siete stati messi sotto contratto e avete pubblicato il vostro primo full-lenght (dal titolo Damned to Blindness) con la Napalm Records, un’importante etichetta discografica austriaca di musica metal: spiegaci come avete fatto.
Nei primi giorni di febbraio 2008 abbiamo spedito il nostro promo contenente 4 pezzi alla Napalm Records. Dopo numerosi contatti, dando loro delle garanzie sulla band sia dal punto di vista professionale ed umano, è nato un certo interesse.
Successivamente nel mese di aprile, rimanendo sempre in contatto anche nei mesi precedenti, siamo usciti come band del mese su Rock Hard Germany.
Non so dirti se questa recensione è stata decisiva per metterci sotto contratto ma penso ci abbia comunque dato una grossa mano.
 
Questo accordo vi ha cambiato la vita?
Cambiato la vita è una parola molto grossa, possiamo dire che la NAPALM RECORDS sta lavorando molto bene in fase promozionale e ci ha permesso di fare un piccolo salto di qualità dal punto di vista mediatico.

Cosa si deve aspettare chi viene a vedere un vostro live-show?
Una gigantesca dose di violenza!!! Siamo una band che ama molto la situazione live perché è una valvola di sfogo che permette di esprimere in pieno la nostra rabbia e di diffondere il nostro messaggio.

Un consiglio che daresti a chi, come voi, suona in un gruppo metal e vorrebbe portare la propria band su un altro livello?
Gli unici consigli che posso dare è quello di divertirsi suonando quello che piace senza cercare a tutti i costi di seguire le mode e poi di “sbattersi” il più possibile per promuovere la propria musica.
Oggi, con l’utilizzo di internet, si può davvero arrivare ovunque, cosa che fino a dieci anni fa era impensabile. E poi chiaramente bisogna suonare, suonare e suonare. 
 
Avete di recente suonato a Parma presso il locale Positiva (serata Dylan Rock), qual è il rapporto con la città e come vedete la scena musicale sul suolo parmigiano?
I tre concerti che abbiamo fatto a Parma tra cui il relase party dell’album sempre al Dylan Rock sono stati ottimi.
La gente ha risposto bene e ci siamo molto divertiti. La scena parmigiana è buona: ci sono ottime band e situazioni che permettono la crescita di una scena musicale interessante.
 
Quali sono i prossimi appuntamenti per vedervi suonare dal vivo nei dintorni?
Nei dintorni vi aspettiamo il 2 maggio al Tempo Rock di Gualtieri (RE) dove gireremo il video live del pezzo Damned to Blindness. Quindi vi aspettiamo numerosi sotto al palco per triturarvi le ossa!!! 

                                                                                            Nicola Villani


Guarda il video del brano Vile Mother Earth.