
20/08/2009
Mi dispiace Sig. Presidente.
In occasione delle proposte fatte dai vari rappresentanti della Lega Nord: Bossi, Calderoli, Cota, etc. assistiamo sistematicamente ad una levata di scudi evidentemente e pacchianamente preconcetta e mossa dai soliti stucchevoli pregiudizi verso uomini politici che hanno il coraggio di dire pubblicamente quello che in realtà la gente vuole ma non ha la possibilità di esprimere personalmente.
Se molte di queste prese di posizione avverse non sono nemmeno degne di essere considerate perché espresse da politici di una certa sinistra falso buonista e anacronisticamente arroccata dietro ideologie ormai desuete e in fase di aggiornamento persino nelle roccaforti mondiali del comunismo, ciò che mi ha lasciato perplesso è stata la dichiarazione del nostro Presidente Napolitano, unanimemente riconosciuta come personalità equilibrata e di elevato livello morale, che, con una inconsueta faciloneria, ha “imposto” agli italiani il dovere di integrare gli immigrati. Ritengo questa richiesta banale e grossolana per alcuni motivi:
1. la liberalizzazione degli ingressi degli extracomunitari, cioè senza alcuna regolamentazione né restrizione, risale agli anni 80 grazie, dobbiamo dirlo, agli esponenti dell’allora PSI (Craxi e Martelli): sinistra parlamentare.
2. l’attuale situazione è frutto anche della miopia dell’attuale sinistra italiana che, per motivazioni tutt’altro che umanitarie, ha promosso l’anarchia legislativa in fatto di immigrazione: mancata firma delle limitazioni all’immigrazione dalla Romania prima che entrasse nella Comunità Europea (Prodi), delibere e leggi per “aggirare la Bossi-Fini” (Prodi), costante promozione del clientelismo verso gli immigrati e non della vera integrazione (Prodi e suoi sodali di sinistra, soprattutto quella estrema).
3. non è corretto parlare di integrazione senza definire i criteri che rendono possibile l’acquisizione della residenza in Italia: primo e inderogabile la conoscenza della lingua italiana (quella derivata dal dialetto fiorentino), un lavoro regolare, una condizione abitativa decente, l’accettazione e il rispetto della Costituzione, delle nostre leggi, delle nostre tradizioni culturali, storiche, religiose, basta clientelismi, favoritismi, pietismi: i privilegi vanno conquistati non regalati.
4. non possiamo pretendere che chi arriva in Italia si comporti correttamente se gli esempi che diamo noi italiani sono quelli della corruzione, della criminalità organizzata (anche se qualche Prefetto si ostina a negarla), dei processi senza fine, delle pene mai comminate, della certezza di impunità, dell’arte di arrangiarsi e di “fregare” il prossimo, della mancanza di rispetto per noi stessi, la nostra nazione, le nostre tradizioni, i nostri simboli sacri.
5. in Italia hanno più diritti ed attenzioni i delinquenti, i faccendieri, gli imbroglioni, gli assassini, i drogati, i pedofili, gli stupratori, gli assassini della strada (drogati e ubriachi) gli imbonitori televisivi, i gossippari, i cartelli delle assicurazioni, delle banche, dei petroli, delle tv che non la brava gente, gli scienziati, gli onesti lavoratori in difficoltà per la crisi economica a cui più nessuna banca fa credito dopo che hanno regalato decine di miliardi di euro ad industriali corrotti e venduti a logiche di lobby e di criminalità organizzata, i pensionati e in generale i tanti cittadini onesti che nonostante tutto credono ancora in un’Italia libera, vivibile, etica, morale.
Con tutto il rispetto per la Sua storia personale e politica di alto valore morale, politico e culturale, ma in concreto, facendo i conti della serva, come si dice dalle nostre parti, quali sono le azioni, le indicazioni, le proposte concrete, attuabili, eque, che Lei e il Suo partito avete promosso per abolire quanto di abominevole ho sopra elencato e per portare il nostro paese effettivamente fra le nazioni progredite e civili e non fra il nord del terzo mondo quale ora siamo in realtà considerati?
Per rimboccarsi le maniche non basta “pontificare” ogni tanto, bisogna scendere in strada, vivere la strada e in mezzo alla gente, ritornare a mettere il cittadino al centro della politica e dell’attività amministrativa e smantellare i tanti comitati di affari che ormai gestiscono l’economia italiana: ma soprattutto, Sig. Presidente, la Sua battaglia più importante dovrebbe essere per la certezza della pena sia in campo civile che penale che amministrativo, senza se e senza ma e senza sconti, sia per gli italiani che per gli stranieri, sia per i comuni cittadini che per i politici, gli amministratori pubblici o privati, i famosi che si possono permettere avvocati costosi e di grido che l’ultimo dei disadattati. Chi sbaglia deve pagare: in modo equo ma immediato.
Mi scusi Sig. Presidente, ma forse stavo vedendo un film di fantascienza.