
16/03/2010
h.15.30
Con orgoglio, determinazione e caparbietà la CISL pratica il proprio valore dell’autonomia sindacale indipendentemente dal colore politico delle Amministrazioni valutando ogni questione nel merito dei problemi e dei comportamenti reali.
Anche per questo siamo un sindacato “scomodo” per tutte le amministrazioni che antepongono agli interessi del cittadino le piccole istanze di bottega, magari legate ai patti pre e post elettorali. Per questo, essere della CISL, significa avere una marcia un più e a volte pagare dei prezzi più alti. Ci siamo abituati, tutta la nostra storia ci dice che… alla fine, magari dopo anni, le nostre ragioni vincono e saranno premiate.
La vicenda delle posizioni organizzative in Provincia
Selezionare le posizioni organizzative in un Ente significa scegliere le competenze e le professionalità migliori in relazione alla funzione gestionale e specialistica che sono chiamate a svolgere. Non a caso il contratto nazionale lascia in capo all’amministrazione discrezionalità di scelta.
Cosa fa la Provincia? Invece di scegliere direttamente emette un bando un po’ ingarbugliato, più complicato addirittura di quelli della Dirigenza, determinando anche una certa aspettativa in tutti quei dipendenti che, lasciatecelo dire, un po’ ingenuamente ma anche legittimamente credono di avere qualche possibilità.
Alla fine della fiera il risultato della “grande rivoluzione del sistema” è il seguente: delle 36 posizioni messe a bando solo 4 non sono state riconfermate nell’incarico; se analizziamo un po’ bene: una posizione per la particolarità dell’incarico e le norme speciali che la regolano, non doveva nemmeno essere messa a bando, un’altra posizione, forse,…ha l’unico difetto di essere una RSU della CISL, visto che la professionalità della persona è conclamata, riconosciuta all’interno e all’esterno della Provincia . Che senso ha tutto questo?
La Provincia architetta una complicato meccanismo giustificandolo come un elemento di trasparenza per arrivare ad un risultato che da ultimo si qualifica come “togliere di mezzo” alcuni titolari di posizione organizzativa per ragioni che francamente rispetto alla professionalità poco ci azzeccano e riteniamo, siano invece, più ascrivibili a problematiche altre (anche sindacali e politico-partitiche).
Del resto che la trasparenza fosse un paravento lo avevamo individuato da subito: le prove non avevano indicatori di peso predeterminati, non erano definiti i contenuti delle prove stesse, i colloqui attitudinali erano rigorosamente a porte chiuse col Dirigente. Una beffa!!!
Tanto rumore per pochi, preordinati obiettivi.
Senza neanche il coraggio di agire a viso aperto e il pudore di illudere tante persone.
Un messaggio chiaro e forte alla Provincia:
– l’accaduto non ci farà arretrare di un passo: non siamo un sindacato come altri, che misura la propria azione e la propria forza dal numero di posizioni organizzative. Il confronto continuerà serrato e di merito, come sempre;
– il sentimento prevalente è di amarezza: chi coi propri comportamenti, anche se legittimi nella forma, delude le aspettative di equità e giustizia, svilisce la compagine civica e partitica che rappresenta, segna un passo indietro nella propria storia e nella caratterizzazione positiva della “Buona Amministrazione”. Indipendentemente da noi, dalla CISL e dalle nostre ragioni basta fare un giro in Provincia per rendersi conto del sentire dei più.
Il re è nudo, caro Presidente .
E’ nudo per chi condivide il clima e chi non lo condivide. Auguri!
M.Morfini
Il Segretario Generale CISL-F.P.