
09/08/2013
Ricordo di promesse durante la campagna elettorale del maggio 2012 in cui qualcuno dichiarava che prima di permettere l’avvio del forno si sarebbe dovuti passare su non quanti cadaveri… non si chiedeva tanto.
Invece di ricorrere a parole ardite sarebbe stato sensato affermare che si sarebbe realisticamente valutata la situazione per tentare di fermare l’inceneritore oppure, non riuscendovi, spiegare pubblicamente e chiaramente ai cittadini le ragioni.
L’amministrazione Pizzarotti ha indubbiamente tentato di bloccarlo anche se è stata meno chiara nel comunicare le scelte fatte. A questo punto serve monitorarlo in modo efficace? Indubbiamente, ma rimane il fatto che si ha di fronte una struttura che è comunque dannosa per l’uomo e l’ambiente circostante. Il danno resta come resta l’immagine deturpata di una città e un territorio con una vocazione agroalimentare che ha alle sue porte un impianto del genere.
Ringraziamo Iren e chi l’ha sostenuta.
L’articolo del direttore è una lucida disamina del punto a cui siamo arrivati e concordo con l’auspicio dell’autore. E’ anche ora che ci si occupi seriamente di altro in una città che appare sempre più scontenta, dove alcuni servizi al cittadino potrebbero e dovrebbero essere migliorati.
Alessandro Guardamagna