Le elezioni comunali di Parma 2027 si avvicinano e la politica inizia a muovere i primi passi in vista di quell’appuntamento elettorale. Abbiamo intervistato il presidente del consiglio comunale Michele Alinovi per porgli alcuni domande a riguardo.
Presidente, vi ha sorpresi questa uscita così repentina della consigliera Ines Seletti dalla maggioranza per aderire al gruppo consigliare di minoranza “Lista Vignali sindaco”?
Le avvisaglie di un malessere più o meno esibito rispetto alla presenza in maggioranza e nel nostro gruppo vi erano da tempo, anche se senza ragioni gravi o specifiche, e la scarsa partecipazione alle commissioni consiliari e alle riunioni di maggioranza ne erano la rappresentazione più visibile.
La delibera sulla ristorazione scolastica – sulla quale come gruppo Effetto Parma abbiamo manifestato fin da subito alcune riserve sull’utilizzo dello strumento della finanza di progetto come miglior veicolo amministrativo per l’affidamento del servizio – è stata per Seletti il “casus belli”, forse il pretesto o forse la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Questo è avvenuto nonostante si sia ottenuto come gruppo il raggiungimento delle migliori condizioni possibili su qualità e controlli, grazie a un dialogo costruttivo e aperto che vi è stato in maggioranza.
Quindi ci è dispiaciuto ma non ci ha stupito la fuoriuscita di Seletti e ne rispettiamo la scelta, ma ci ha lasciato stupefatti l’ingresso repentino e immediato nel gruppo Vignali, figlio di una stagione politico-amministrativa che ha portato al commissariamento del Comune di Parma, generando non pochi problemi alla nostra città, a cui abbiamo dovuto faticosamente porre rimedio, insieme ai cittadini di Parma, nei dieci anni di mandato Pizzarotti, amministrazione di cui ha fatto parte anche Seletti in veste di assessore, condividendone il percorso politico, gli obbiettivi e i valori.
Come vedi il futuro di Effetto Parma, in vista delle comunali 2027? Da quello che noti in consiglio comunale, pensi sia ipotizzabile un percorso comune con la lista civica Prospettiva del sindaco Guerra?
Da osservatore interessato credo sia possibile individuare un percorso comune tra EffettoParma e Prospettiva, perché vi è lo stesso approccio pragmatico ai temi, una visione spesso comune e campi d’interesse diversificati e complementari che, se riuniti, potrebbero coprire con adeguata sensibilità e competenza tutte le politiche e gli argomenti decisivi per il futuro governo cittadino.
Ma questo percorso comune ritengo possa essere realmente interessante solo se realizzato non come semplice addizione in chiave elettorale, ma come nuovo progetto civico che, partendo dalla leadership di Michele Guerra e dal patrimonio di idee, valori e sensibilità che hanno caratterizzato la storia degli ultimi cinque/quindici anni di amministrazione, possa aprirsi a un dialogo e ad un confronto sempre più aperto e costruttivo con i cittadini e con le realtà associative.
Si riuscirebbe così ad aggregare persone, energie e idee libere da approcci ideologici o di partito, nello spirito di un rinnovato civismo che abbia al centro esclusivamente gli interessi della nostra città, ma che allo stesso tempo si riconosca nei valori di una Parma antifascista e saldamente ancorata ai principi costituzionali.
Nel precedente mandato amministrativo Effetto Parma aveva il Pd alla sua opposizione, da tre anni sono insieme in maggioranza. Ti aspettavi questa convivenza più semplice o più complicata?
Pensavo sarebbe stata una convivenza più complicata invece così non è stato. Vi è sempre stato tra di noi un confronto costruttivo, rispettoso e leale che ci ha permesso di superare alcuni momenti critici come, ad esempio, l’approvazione dei regolamenti sul commercio e sulla partecipazione, la discussione sul progetto dello stadio Tardini e la delibera sul servizio di ristorazione scolastica.
Credo che ciò sia avvenuto un po’ perché vi è stata nei fatti una certa continuità con le politiche, i piani e i progetti dell’amministrazione precedente – ovviamente con fisiologiche modifiche ed elementi di miglioramento – e un po’ perché la nostra convivenza non è stata una “fusione a freddo”, ma è stata il frutto di mesi di confronto fitto e costante che ha accompagnato l’alleanza e la costruzione del programma elettorale, consolidando un clima di fiducia, un piano valoriale comune, un metodo di confronto e relazioni personali positive, che per me sono da sempre un valore aggiunto e un elemento fondamentale anche in politica.
Quali sono le prossime scelte importanti che il Consiglio comunale sarà chiamato a prendere?
Sicuramente il bilancio di previsione 2026-2028, che verrà discusso e votato a dicembre. Un bilancio particolarmente importante perché è un bilancio pre-elettorale, essendo il penultimo di questa consiliatura e di fatto l’ultimo che potrà essere realizzato concretamente da questa amministrazione e il primo bilancio che traguarda oltre questo mandato amministrativo. Potrebbe inoltre arrivare in aula il progetto di ristrutturazione dello Stadio Tardini, argomento controverso che anima da tempo il dibattito cittadino. L’anno prossimo vi sarà l’approvazione del Piano Urbanistico Generale, che ci consegnerà uno strumento complesso ma innovativo che amplierà le possibilità di riqualificazione urbana.
Da quello che comprendi interpretando le mosse in consiglio comunale, nel 2027 chi sarà lo/la sfidante di Guerra, tra Federica Ubaldi, Pietro Vignali e Priamo Bocchi?
Servirebbe la sfera di cristallo! Non escludendo che possa esserci un quarto nome, diciamo che tutti e tre stanno scaldando i motori per essere rilevanti nella prossima competizione elettorale.
Priamo Bocchi ha dalla sua un partito al 30% e potrebbe esserci la concomitanza delle elezioni amministrative e delle elezioni politiche nazionali. Ma come già avvenuto in passato, non è detto che l’elettore voti nello stesso modo il locale e il nazionale e non è detto che una candidatura di questo tipo sia in grado di aggregare tutte le forze politiche e civiche nell’area del centrodestra.
Pietro Vignali è sicuramente è quello che conosce meglio la macchina amministrativa, lo si vede negli interventi in Consiglio, ma al ballottaggio nel 2022 Guerra ha vinto con uno scarto decisamente significativo e tutti sanno che i sindaci uscenti, a meno che non abbiano fatto disastri e non è sicuramente il caso di Guerra, anzi, partono avvantaggiati.
Federica Ubaldi ha dalla sua un cognome importante e gioca la carta del civismo duro e puro, anche se ha avuto un endorsment più o meno celato da Galeazzo Bignami, esponente di spicco di Fratelli d’Italia. Se terrà fede a ciò che dice, ovvero il civismo duro e puro che significa non avere simboli di partito in coalizione, significa per lei intraprendere una difficile corsa solitaria nella speranza di arrivare al ballottaggio, con il rischio che Guerra vinca addirittura al primo turno.
Ma visto che in una recente intervista ha dichiarato di essere aperta ad un confronto programmatico e di idee con tutte le forze politiche indipendentemente dal loro posizionamento, credo che vi possano essere margini per aprire un dialogo costruttivo anche con le forze civiche che attualmente siedono in maggioranza con le quali, al netto di alcuni punti di vista differenti che potrebbero essere superati, vi sono tanti elementi di convergenza.
In ogni caso vedo al momento grandi manovre di posizionamento che potrebbero arrivare a sintesi su un nome specifico, ma la strada da fare credo sia ancora lunga.
Andrea Marsiletti
