
Intervista a Nabila Mhaidra, candidata consigliere comunale nella lista di “Effetto Parma” in sostegno di Federico Pizzarotti.
Puoi parlarci di te, della tua storia e di come sei arrivata a candidarti consigliera comunale nella lista di Effetto Parma?
Sono Nabila, originaria di Marrakech in Marocco e vivo in Italia dal 2000. Sono mamma di due ragazzi, Ibrahim di 16 anni e Insaf di 12 anni. Lavoro da dieci anni come operatrice socio sanitaria e sono anche mediatrice interculturale.
L’avventura che mi ha portato a candidarmi come consigliera nella lista di Effetto Parma è iniziata con Valeria, una grande amica, insieme abbiamo deciso di partecipare agli incontri con altre persone desiderose di mettersi in gioco. Da subito ho trovato un gruppo aperto e propositivo, con un unico obiettivo, il progresso della città. Infine ho deciso di candidarmi perché sono grata a Parma, città che ha dato e continua a dare a me e ai miei figli tante opportunità, e vorrei poter collaborare attivamente con l’intento di restituire ciò che ho ricevuto.
Dell’esperienza amministrativa di Pizzarotti, cosa più ti ha convinto a sposare il suo progetto?
Ho sempre pensato che l’amministrazione Pizzarotti abbia lavorato con trasparenza, cosa da non sottovalutare specialmente nel mondo politico. Ho apprezzato l’apertura e la disponibilità verso tematiche a me care quali l’integrazione, la tutela delle donne e dei bambini.
Quale contributo, in particolare, credi di poter portare in Consiglio comunale?
Grazie alla mia esperienza come operatrice socio sanitaria, mediatrice interculturale, donna straniera vorrei poter continuare a essere utile per migliorare e proporre servizi per anziani, aiutare persone immigrate ad integrarsi in questa città ed amarla, essere di supporto alle donne straniere, aiutandole ad emanciparsi.
La Consulta degli Stranieri del Comune di Parma è uno strumento efficace? Come si può migliorare?
La Consulta degli Stranieri è una novità di questa amministrazione per dar voce agli stranieri, in particolare quelli che non possono votare. Vuole essere un’opportunità per consolidare il legame tra nuovi cittadini italiani e la realtà territoriale.
È un progetto appena nato, c’è ancora molto da fare ma che credo possa essere molto utile, è necessario convincere la gente e le associazioni a collaborare, la partecipazione il coinvolgimento e lo scambio di idee sono fondamentali per ulteriori progressi.
Nel 2016 sono arrivati a Parma 1600 rifugiati. Nel 2017 è previsto il record di sbarchi. Come si fa, concretamente, ad integrare tutti?
Il tema dei rifugiati è un argomento molto delicato. Gestire flussi di persone provenienti da Paesi, culture e situazioni differenti è molto complesso e non può essere gestito solo da un Comune. Sarebbe necessario un piano nazionale di integrazione e accoglienza, una sinergia di lavoro tra Stato e Comuni. Credo sia necessario l’aiuto e il lavoro di figure competenti quali mediatori culturali, psicologi ecc, che dal momento dell’arrivo e durante la permanenza nel territorio di persone straniere siano in grado di formare istruire supportare sia a livello psicologico che culturale. (AM)