INTERVISTA – Roberta Roberti (Parma Città Pubblica): “Bene il no chiaro della maggioranza ai cargo… dai banchi della minoranza temo dietrofront”

"Ora, prima o poi, dovremo dirci che il convitato di pietra qui è l’allungamento della pista. Invece si promettono orde di turisti e voli per mete esotiche. La parola cargo è tabù"

Roberta Roberti, già consigliera comunale di Parma per “Parma Città Pubblica”, nella precedente legislatura è stata in Consiglio la più combattiva contro l’ipotesi di atterraggio di aerei cargo all’aeroporto Verdi di Parma.

L’abbiamo intervistata.

In campagna elettorale tutti i candidati sindaco hanno alzato la mano contro i voli cargo all’aeroporto Verdi. Come pensi si sia arrivati a quella decisione unanime? Per calcolo politico o per convinzione?

Alcuni candidati sicuramente lo hanno fatto per convinzione e la mano alzata è stata l’esito di un percorso, talora annoso, di analisi, studio, riflessione e azioni di contrasto al progetto. Un gesto convinto dell’impatto devastante che il cargo avrebbe sulla nostra città e su una buona parte della provincia.

Un impatto insostenibile dal punto di vista ambientale per l’inquinamento dell’aria, idrogeologico e acustico, con nuovo consumo di suolo legato alla crescita esponenziale di terreni agricoli trasformati in enormi cittadelle logistiche; una nebulizzazione costante di carburante in decollo ed atterraggio sui terreni della famigerata Food Valley, con strade intasate di camion per il traffico merci.

Un impatto insostenibile dal punto di vista sociale per lo scadimento della qualità della vita, e da quello sanitario, per le malattie che scientificamente è dimostrato siano causate ed acuite da infrastrutture come questa sugli abitanti, soprattutto bambini e bambine, ed i cui costi, umani ma anche di cure mediche, nessuno quantifica mai nell’analisi costi/benefici.

Un impatto insostenibile dal punto di vista economico per un territorio come il nostro a vocazione agroalimentare d’eccellenza, perché la combinazione tra inquinamento cargo ed inquinamento e consumo di suolo della logistica a esso inevitabilmente connessa sarà devastante, basta guardare il progetto di Fontevivo. Un progetto insostenibile economicamente anche ed a maggior ragione se si dovesse credere alla favoletta dei 3/5 voli cargo al giorno – quando basta leggere il masterplan della società che gestisce l’aeroporto per sapere che i voli previsti sono uno ogni 20 minuti circa, con una sospensione tra mezzanotte e le 5 del mattino, e che la vocazione con cui è riconosciuto e sarà finanziato il Verdi è ad hub cargo, non a passeggeri.

Si aggiunga a tutto ciò il fatto che pochissime imprese del nostro territorio si sono dette interessate ad usufruire del servizio aviocargo, perciò noi diverremmo solo ed esclusivamente uno snodo di smistamento per merci da e per altre province.

Altri candidati lo hanno fatto per calcolo politico: hanno alzato la mano perché hanno capito che il tema cargo stava diventando cruciale in campagna elettorale e che molta parte della città e del loro stesso elettorato era contraria. Resta che hanno avuto il coraggio di andare contro l’opinione dei loro partiti, forse disarmati di fronte alla fondatezza delle nostre ragioni.

Questo li ha spinti ad alzare la mano, ma temo che ora, seduti sui banchi della minoranza, siano pronti a difendere il cargo, quando ce ne sarà bisogno. Spero di sbagliarmi.



Credi che la maggioranza rimarrà sulla posizione no cargo?

Mi pare che le parole del sindaco Guerra in alcune occasioni pubbliche sia prima che dopo le elezioni siano state molto chiare: la maggioranza è contraria al progetto cargo e al consumo di suolo. Ora, prima o poi, dovremo dirci che il convitato di pietra qui è l’allungamento della pista. Tutte le fonti di parte hanno giocato e giocano su un equivoco: nessuno nomina i cargo e il traffico merci con i camion e la logistica, tutti promettono orde di turisti e voli per mete esotiche e poi sorvolano sul perché sarebbe a tal scopo necessario allungare di un chilometro la pista. E’ ora di finirla con questa voluta ambiguità! La parola cargo è tabù: meglio nascondersi dietro il generico “una straordinaria opportunità da non perdere”. Per chi ed a quale prezzo?

E’ possibile un allungamento della pista vincolato ai soli voli passeggeri?

Per far funzionare il traffico passeggeri non è necessario nessun allungamento della pista. Se proprio ci si volesse avventurare sui voli a medio raggio basterebbero 2/300 metri in più, non certo un chilometro.

Parliamoci chiaramente: l’allungamento della pista voluto dalla società aeroportuale serve solo per gli aerei cargo. Dietro questo allungamento ci sono interessi che vanno ben oltre gli albergatori, i ristoratori e i commercianti di Parma e provincia che si potrebbero arricchire coi turisti. E non lo si fa nemmeno per garantire ai parmigiani di avere l’aereo sotto casa per andare in vacanza. Gli interessi in gioco tra politica e mondo imprenditoriale sono tali, che per assecondarli ci ritroveremo a pagare oltre cento milioni di penale per il fermo del mall di Baganzola. E si chiamano polo logistici.

CIT. “Quella dei 3/5 voli cargo al giorno è una favoletta. Basta leggere il masterplan della società che gestisce l’aeroporto per sapere che i voli previsti sono uno ogni 20 minuti circa, con una sospensione tra mezzanotte e le 5 del mattino.”

Ricordiamoci poi che una delle più gravi criticità rilevate dalla Conferenza di servizi rispetto all’allungamento della pista del Verdi è l’interferenza con due infrastrutture di interesse nazionale primario, come la A1 e la TAV, a fronte della mancanza totale di un progetto di viabilità alternativa all’attuale, che sarebbe cancellata dall’allungamento della pista (taglio di via Parma Rotta e via delle Esposizioni) e che è classificata come unica viabilità alternativa all’autostrada in caso di incidenti o problemi di sicurezza.

Cargo a parte, ritieni che l’aeroporto sia un’infrastruttura importante per il territorio? Come pensi possa essere rilanciato?

Francamente no, non ritengo l’aeroporto un’infrastruttura determinante per il territorio. Abbiamo tanti aeroporti a breve distanza che già effettuano un ampio servizio passeggeri e sarebbe piuttosto da semplificare e potenziare il trasporto pubblico da e per quegli aeroporti. Tenete conto che in altri Paesi europei (Spagna e Francia) si va verso un drastico taglio dei voli sostituibili con treni. Credo che si debbano pensare sempre più sistemi di mobilità alternativa e sostenibile dal punto di vista ambientale e credo che queste sarebbero le infrastrutture davvero importanti per la nostra città e la provincia.

Ma se si volesse fare un ennesimo tentativo di rilancio dell’aeroporto passeggeri, questo andrebbe fatto in sinergia con gli altri aeroporti molto vicini e molto utilizzati, condividendo uno smistamento dei flussi su alcune rotte. Sarebbe un’operazione rischiosa, per la quale servirebbe un’altra condizione imprescindibile. La società che gestisce il Verdi ha già accumulato 50 milioni di perdite in un decennio ed evidentemente non ha le capacità di guidare e governare quel rilancio. Forse, nell’ottica ormai acclarata dello sviluppo cargo, alla società gestrice non interessava neppure fino in fondo aumentare il flusso passeggeri: non erano infatti niente male gli aiuti agli scali che restassero sotto certi numeri (200mila passeggeri annui) e assai funzionale allo scopo (un hub cargo) dare la colpa al mancato allungamento della pista.

Se un tentativo si vuol fare e si vuole trovare una giustificazione allo stanziamento di milioni di soldi pubblici, va garantito un cambio di gestione al Verdi. I soldi dei cittadini meritano almeno società capaci e solidi piani economico-finanziari.

Quale impegno politico intendi esercitare fuori dal Consiglio comunale?

Parma Città Pubblica si costituirà a breve in APS proprio per poter continuare a svolgere un ruolo attivo nella politica cittadina. Stiamo preparando un ciclo di incontri laboratoriali su diverse tematiche (ambientali, sociali, culturali, educative, sanitarie, etc) che si chiamerà “Fuori dal Comune” e che avrà come sua caratteristica il metodo partecipativo. In ogni incontro, partiremo da una breve fase di analisi del tema prescelto (ad esempio La qualità dell’informazione) con l’aiuto di ospiti esperti, per passare poi ad una fase laboratoriale, nella quale identificare le criticità sul territorio connesse al tema in oggetto e trovare soluzioni adeguate, eque e realizzabili.

Andrea Marsiletti

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