
L’Istat (Istituto nazionale di statistica) ha pubblicato le elaborazioni demografiche sulla dinamica della popolazione in Italia, con riferimento al 1° gennaio 2024.
Facciamo chiarezza su due indicatori fondamentali: l’indice di vecchiaia e l’età media della popolazione.
L’indice di vecchiaia è il rapporto percentuale tra il numero degli ultrasessantacinquenni e il numero dei giovani fino a 14 anni. Ad esempio un valore dell’indice pari a 150 significa che ogni 100 residenti dagli 0 ai 14 anni ci sono 150 residenti con 65 anni o più di età.
L’età media é il rapporto tra la somma delle età di tutti i residenti e il numero degli stessi.
La popolazione italiana sfiora i 59 milioni di abitanti, con età media 46,6 anni e un indice di vecchiaia pari a 199,8.
Ci siamo arrivati, con un balzo di quasi sette punti in un solo anno; gli anziani sono il doppio dei giovani! Gli stranieri residenti sono circa 5.200.000, pari all’ 8,9% degli abitanti.
Il progressivo invecchiamento della popolazione è evidenziato dal confronto dell’indice di vecchiaia dei vari anni; semplificando, possiamo vedere che tale indice era pari a 154,1 nel 2014 e a 135,9 nel 2004. Da molto tempo, ogni anno costituisce un nuovo record negativo delle nascite.
† 5 anni di TeoDaily. A Natale 2024 debutterà nei luoghi della fragilità delle residenze per anziani (di Andrea Marsiletti)
Questi numeri fanno comprendere le ragioni dell’accantonamento, anche nell’ultima manovra finanziaria, di una riforma del sistema pensionistico che permetta di anticipare l’età pensionabile, nonostante le promesse elettorali presenti nel programma dell’attuale coalizione di governo.
Per quanto riguarda la distribuzione della popolazione per comparti geografici il Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia. Sardegna) ha visto in dieci anni una diminuzione dei residenti di 1.200.00 unità; la maggior parte si é trasferita al nord. La tendenza ad un aggravio della distanza tra il nostro sud e il resto del paese é evidente, il suo reddito procapite è il 56% di quello del nord.
Il rapporto dell’Istat permette di disaggregare i dati e le elaborazioni statistiche a livello di regioni, province e comuni, portando l’analisi nel dettaglio, consentendo di effettuare i relativi confronti.
La Provincia di Parma ha una popolazione di 454.000 abitanti, nel 2004, venti anni fa, sfiorava i 400.00 abitanti, con un indice di vecchiaia pari a 185 e un’età media di anni 46,1. Possiamo affermare che la nostra provincia é meno invecchiata dell’aggregato Italia, ma anche di quello Regione Emilia Romagna che presenta un indice di vecchiaia pari a 204,1 e un’età media di 46,9 anni. Gli stranieri residenti nella nostra provincia sono oltre 67.000, pari al 14,9% della popolazione, provenienti, in ordine decrescente da Romania, Albania, Moldova, India, Marocco e Tunisia, considerando le presenze più significative.
Il comune capoluogo, Parma, è stabilmente insediato al secondo posto in regione con 198.000 abitanti, aumentati di oltre 33.000 unità dal 2004, con un indice di vecchiaia di 178,3 e un’età media di 45,6 anni.
Gli stranieri residenti sono il 17,4% della popolazione.
Parma ha il 43,6% della popolazione della sua provincia e gran parte del consistente aumento dei residenti dell’aggregato provinciale degli ultimi venti anni si é concentrato nel capoluogo.
Il comune capoluogo si presenta attrattivo anche per la immigrazione straniera, infatti la percentuale sulla popolazione della stessa nel Comune di Parma, tranne poche eccezioni, non ha uguali negli altri comuni della provincia.
Consideriamo le varie aree della nostra provincia con riferimento agl’indicatori demografici che sono stati prima definiti.
I comuni della montagna soffrono di un pluridecennale spopolamento, con un pesante invecchiamento della popolazione, un elevato indice di vecchiaia fino ad arrivare al 1147 di Bore, con un’ età media di 60,4 anni. Borgo Val di Taro, rimasto l’unico comune montano della provincia con una popolazione superiore ai cinquemila abitanti, sede di servizi intercomunali, quindi capoluogo di tutta la Val Taro, registra un’età media di 49.5 anni e un indice di vecchiaia di 284,9.
Il comparto Fidenza – Salsomaggiore si caratterizza per essere disomogeneo. Fidenza ha un indice di vecchiaia di 166,5, frutto di un calo di otre cinquanta punti in venti anni, è un comune “ringiovanito”. Salsomaggiore presenta un indice di vecchiaia pari a 211,5, In entrambi i comuni, rispettivamente il secondo e il terzo come popolazione della nostra provincia, negli ultimi dieci anni l’aumento dei residenti é stato contenuto, meno del 5 %.
La fascia della pedemontana, a sud della Via Emilia, da Collecchio a Noceto costituisce una realtà dinamica anche dal punto di vista della struttura della popolazione con indici di vecchiaia, variamente inferiori alle media provinciale: dal 156,7 di Noceto, al 163,2 di Collecchio, che vede il traguardo dei 15. 000 abitanti.
Nell’area collinare della provincia é di particolare interesse la situazione di Langhirano, la “capitale del prosciutto”, in costante aumento di popolazione con un indice di vecchiaia di 145,8 e un’età media di 44,4 anni, con una percentuale di residenti stranieri del 21.3% che ha consentito al comune di ringiovanire negli ultimi venti anni. La stessa percentuale di popolazione straniera ha Calestano.
La bassa ovest presenta situazioni differenziate; Busseto, il comune più popoloso. nonostante un trend caratterizzato da un calo demografico, presenta un indice di vecchiaia di 189,9 ed un’età media di 46,9 anni, poi si va dal 155,5 di San Secondo, al 354 di Roccabianca, con una età media di 47,7 anni, dati riscontrabili in comuni montani.
La bassa est, un’area di circa 30.000 abitanti, costituisce la parte della provincia dove l’invecchiamento della popolazione è minore. Torrile, comune che comprende parte degli insediamenti industriali a nord del casello dell’Autosole di Parma, presenta un indice di vecchiaia di 129,4; fino al 2015 in questo comune l’indice era sotto cento, cioè erano più numerosi i giovani degli anziani; l’età media in un contesto d’incremento demografico é di 43,5 anni. Anche Sorbolo – Mezzani con 163.8 e Colorno con 163,2 presentano indici di vecchiaia inferiori al dato provinciale e del comune capoluogo. Colorno ha una particolarità, la percentuale di residenti stranieri, il 17,1% é quasi pari a quella di Parma, ma uguale a quella del confinante Comune di Casalmaggiore, in Lombardia; é chiaro il nesso tra i dati dei due comuni: il ponte sul Po.
Stefano Gelati