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19/11/2010
Una chiacchierata di circa un’ora, senza un attimo di pausa, con il Cardinale Josè Saraiva Martins, prefetto emerito della Sacra Congregazione per le cause dei Santi che ha seguito le cause di beatificazione di Padre Pio da Pietralcina, Madre Teresa di Calcutta, Papa Pio XII.
Un confronto che offre molti spunti di riflessione su un presente complesso sotto tutti i punti di vista, sociale, politico, economico e spirituale, un presente che chiama i laici a fare del proprio meglio mettendosi un volta di più a servizio della società.
Sua Eccellenza, che valore ha la santità oggi?
Oggi essere santi significa essere autentici cristiani. La santità consiste nel fare in modo straordinario le cose ordinarie della vita, è concreta, vissuta, ad essa sono chiamati tutti i cristiani: Giovanni Paolo II ha detto che domandare a un catecumeno che sta per essere battezzato: Tu vuoi essere battezzato? Equivale a chiedergli Tu vuoi essere santo? La santità non è un privilegio di pochi ma un dovere stringente di tutti i cristiani.
Passiamo all’attualità: è un momento molto difficile per la vita politica del nostro Paese. Che ruolo ha la Chiesa?
La Cee si è pronunciata in modo molto su questo aspetto chiaro per voce di Bagnasco, che insiste sulla responsabilità dei laici, su un maggiore impegno nel mondo politico, cosa di cui sono sempre stato più che convinto. I laici mai come oggi hanno grande responsabilità: prima c’era la Democrazia Cristiana e il problema della partecipazione dei cattolici era più o meno risolto: ora i fedeli sono sparsi in tutti i partiti e per questo è importante che si impegnino di più, senza paura di parlare dei loro valori. E’ il miglior servizio che possano fare alla società.
Sempre a proposito di laici: l’indifferenza di cui parlava prima colpisce sempre più giovani.
Io ho parlato spesso con i giovani e ho un concetto molto più ottimista di loro di quanto ci vogliano mostrare le televisioni. I nostri ragazzi hanno una vera fame di certi valori che non trovano nelle loro famiglie. Hanno sperimentato tutto alla ricerca della felicità e il risultato è stato un vuoto totale: ora sentono un desiderio profondo di qualcosa di superiore. Per questo il tempo di oggi è privilegiato per l’evangelizzazione dei giovani.
Un santo che possa essere loro d’esempio?
Il piemontese Giorgio Frassati: per questo per la giornata mondiale della Gioventù in Australia come prefetto della Congregazione avevo fatto di tutto perché il suo corpo fosse là, per far conoscere la sua storia e il suo esempio. Oggi purtroppo nelle famiglie i figli non vengono più educati a certi valori umani e cristiani, mentre prima era naturale. Vorrei sbagliarmi ma è così: se la gioventù oggi è un po’ sbandata la causa sono le famiglie da cui provengono, sfasciate, separate, divise: com’è possibile educare i figli in questi contesti?
C’è urgenza di riscoprire il valore del Sacramento del matrimonio?
Assolutamente sì, questa è un’altra piaga del mondo di oggi. Il matrimonio è l’istituzione fondamentale della società umana, in gioco c’è la formazione dei figli: due genitori divorziati che esempio possono dare? E’ chiaro che vedendo venire meno la famiglia i giovani perdano i punti di riferimento.
E la Chiesa con tutte le sue ricchezze non rischia di allontanare i fedeli?
La Chiesa non è ricca per niente, la Chiesa molte volte vive delle offerte dei cristiani, è un mito che si è creato e non corrisponde alla realtà.
Molti parroci vivono una vita semplicissima, lo spirito è essere a servizio dei fedeli sacrificandosi. Anche noi viviamo la vita più semplice possibile.
Il Vaticano però non è certo povero…
La ricchezza del Vaticano è storica e culturale, un patrimonio mondiale che noi custodiamo, ma che non ha nulla a che vedere con il modo di vivere dei membri della chiesa.
Francesca Manini
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