
Nella donna spesso l’allenamento è indirizzato al miglioramento cardio più che al potenziamento muscolare.
Il numero di donne che frequentano i centri fitness in molte regioni del nostro paese è maggiore a quello di soggetti di sesso maschile. In genere le rappresentanti del gentil sesso risultano meno propense a svolgere test funzionali rispetto agli uomini perciò l’analisi di bioimpedenza “BIA” (un test estremamente rapido da eseguire e non invasivo), è spesso l’unico modo di fare una valutazione oggettiva da parte del trainer nella fase di impostazione del programma di allenamento fisico per il cliente.
Va precisato che seppure l’utilizzo del personal trainer sia diffuso nel sesso femminile un gran numero di donne sceglie principalmente la propria attività fisica all’interno dei centri seguendo corsi collettivi; in tal caso siccome l’allenamento non è individualizzato è ancora più importante controllare gli adattamenti al carico periodicamente tramite un’analisi BIA.
Questo tipo di analisi ha la peculiarità di eseguire test qualitativo e quantitativo circa la composizione corporea, l’idratazione e nutrizione attraverso un grafico BiaVector (analisi vettoriale dell’impedenza) che è il solo a fornire valutazioni con alta sensibilità, senza far uso del peso del soggetto misurato. Questa caratteristica garantisce analisi che non dipendono da formule empiriche di stima, tal volta fuorvianti.
Un altro fattore da tenere in considerazione nelle donne anche per quelle che si allenano con un programma personalizzato, è la tendenza a privilegiare l’aspetto cardiorespiratorio del training piuttosto che il potenziamento muscolare in particolare quando si aspettano come conseguenza dell’esercizio fisico, di ottenere un calo ponderale.
Analizzando due gruppi omogenei di sesso, da una parte quello maschile, dall’altra quello femminile, in cui non sussistono differenze significative per età, ceto sociale, frequenza e intensità di allenamento e abitudini alimentari. In prima istanza, nelle donne praticanti fitness, è emerso che hanno meno efficacia nello sviluppo e nel mantenimento della massa muscolare rispetto agli uomini. In effetti riguardo all’allenamento è da evidenziare che nel sesso femminile gli stimoli per il potenziamento muscolare siano mediamente e numericamente pochi e/o poco intensi.
Successivamente da un altro test effettuato, questa volta su due gruppi di sesso femminile, sempre con l’ausilio del BiaVector, sono emersi altri dati importanti nell’impostazione di un programma fitness. I due gruppi in questione, derivavano da una classificazione per attività svolta dalle donne nei centri fitness; vi erano infatti coloro che erano attivamente coinvolte solamente nelle attività cardiorespiratorie e coloro invece che svolgevano anche esercizi di potenziamento muscolare.
L’indagine ha mostrato che il gruppo di donne che svolge solo lavoro cardio, non svolgendo attività di potenziamento muscolare, presenta uno sviluppo muscolare inferiore alla popolazione generale femminile.
Inoltre il 40% delle frequentanti i centri fitness in Italia pur avendo come obiettivo il dimagrimento o il controllo del peso mostra all’analisi BIA uno sviluppo muscolare inferiore alla media.
I trainers certificati FIPE o ISSA, o laureati in scienze motorie, conoscono bene l’importanza del condizionamento muscolare per i positivi effetti generati sul metabolismo basale, anche quando l’obiettivo è il dimagrimento; attraverso il BIA divengono obiettivi contestualizzabili i concetti generali sull’individuo che si deve allenare.
Tra le cause della ipotrofia muscolare per le donne che si allenano in palestra vi sono:
– alimentazione inadeguata (negli anni si ripetono diete da fame e relativa sindrome da yo-yo);
– stress emotivo che porta a brusco calo ponderale;
– volume eccessivo di attività cardiorespiratoria.
L’analisi BIA, ripetuto spesso anche ogni 3-4 settimane, offre al personal trainer indicazioni su come tarare nuovamente il programma di lavoro fisico personalizzato per il proprio cliente. Soprattutto l’analisi BIA ci indica se siamo lontani o vicini agli obiettivi che ci siamo posti e quindi diviene un parametro fondamentale per capire se l’allenamento e la nutrizione sono o non sono appropriati all’attività fisica impostata o più in generale al nostro stile di vita.
Se una donna vuole dimagrire occorre controllare l’alimentazione senza fare diete troppo drastiche e sbilanciate e inserire un’attività fisica di tipo misto del tipo 50% potenziamento fisico, 35% cardio, 15% flessibilità. Questa attività fisica dovrà avere frequenza pari a 2-3 sedute alla settimana da 50 a 60 minuti.
Tommaso Villani
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