La meravigliosa metropolitana di Pyongyang

SMA MODENA
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03/09/2014

Christian Pivetta, delegato ufficiale Italia dell’Associazione Italia – Corea del Nord, racconta il suo viaggio di un mese nella Repubblica Popolare, il “Paese più inaccessibile al mondo”. ParmaDaily documenterà il viaggio con foto, commenti e opinioni sul campo di Pivetta condivisi con noi dal suo profilo Facebook. Cristian che ci dà l’opportunità di un reportage straordinario per i nostri lettori (e in generale per tutti gli italiani) e per questo lo ringraziamo di cuore. Il servizio giornalistico si concluderà con l’intervista di Pivetta per ParmaDaily. Andrea Marsiletti

LA MERAVIGLIOSA METROPOLITANA DI PYONGYANG (guarda le FOTO!)

In questi giorni in cui le visite e le conferenze si sono fatte intense per la presenza di tutte le delegazioni mondiali sullo studio dell’ideologia Juche, le mie fughe solitarie mattinali si limitano solamente lungo il viale Changgwang per la ginnastica collettiva. Il programma mattinale prevede la visita al nuovo museo dell’amicizia sito in Pyongyang, dove sono depositati tutti i doni conferiti ai Leaders da parte dei soli coreani sia residenti in Corea del Nord, in quella del Sud o residenti in altre nazioni, da non confondere con gli altri due musei dell’amicizia internazionale che avremo modo di visitare più avanti che si trovano ai monti Myongyang.
I compagni italiani mi chiedono cosa ci facciano migliaia di persone lungo le vie e le strade intente a lavorare. Tutti i venerdì per i coreani è giornata di lavoro volontario; lungo qualsiasi viale, strada, ponte, ferrovia, parco, sono presenti migliaia e migliaia di cittadini che autorizzati ad assentarsi dal lavoro principale, su base volontaria, si dedicano alla risistemazione, piantumazione e pulizia della città.
I comitati di quartiere stabiliscono le aree ed assegnano ad ogni gruppo di cittadini spazi e luoghi sui quali concentrarsi per la risistemazione, cura ed abbellimento della città. Va riconosciuto che dal centro alla periferia non vi è luogo degradato, sporco o trascurato, poiché nella tipica mentalità socialista il bene pubblico ha precedenza su tutto ed abbellire e curare il proprio quartiere, la propria città, il proprio Paese è considerato una sacralità. Tutto è di tutti e spetta a tutti occuparsi di tutto. Esattamente l’opposto della nostra piccola visone egoista che non va oltre il piccolo orticello di casa propria.
Procediamo con la visita alla metropolitana partendo dalla stazione di capolinea Puhung (Riabilitazione) della linea numero uno. La metropolitana di Pyongyang è la metropolitana più profonda del mondo. Si inabissa sotto il suolo per oltre 100 m ed ha la doppia funzione di servire anche come rifugio antiatomico per la popolazione. Infatti lungo i corridoi sotterranei si possono notare lungo le pareti gli incassi per i tripli portelloni di acciaio pieno che fungerebbero da chiusura stagna in caso di necessità. Per il resto si tratta di una vera e propria opera d’arte; ogni stazione assomiglia più a dei saloni di un castello, con colonne di marmo scolpite, lampadari giganti di cristallo, marmi lavorati lungo le pareti, mosaici. Il grado di pulizia è assoluto.
Poiché rientriamo nel mio ambito lavorativo, è immediato il paragone con la metropolitana presente nella città della moda e del design che tanto “se la tira” che è Milano. Tralasciando le strutture e gli arredi che caratterizzano la metropolitana italiana milanese o romana che sia, ben al di sotto di uno standard minimo di bellezza, penso a tutti i fatti ai quali in 12 anni di attività ho dovuto assistere: aggressioni ai passeggeri, furti, scippi, pestaggi, accoltellamenti, aggressione di colleghi, suicidi, imbrattamenti, persone che scavalcano i tornelli senza pagare il biglietto e se fermate picchiano ed aggrediscono il personale, abusivi che vendono ogni sorta di merce illegale, spacciatori, bande di delinquenti organizzate rilasciate puntualmente dopo ogni fermo di polizia, chi più ne ha più ne metta.
Purtroppo spesso il paragone con la mia città avviene frequentemente e, come al solito, provo un grande senso di vergogna nel constatare che un Paese tra le prime potenze economiche mondiali quali l’Italia debba vergognarsi di vivere in situazioni di degrado ed abbandono intollerabili del bene pubblico e della sicurezza individuale.
Da un punto di vista gestionale, al fine di garantire lavoro per tutti ed una quantità di lavoro procapite per lavoratore ridotta, nonché una buona qualità di servizio ai passeggere il numero di addetti per ogni stazione della metropolitana è circa cinque volte superiore a quello nostro. Inoltre il servizio è attivo fino alle ore 22.30 e tutte le prime domeniche del mese è sospeso per garantire la contemporaneità di almeno un riposo a tutto il personale lavoratore della metropolitana.
Alla parte della popolazione che non ha il luogo di lavoro vicino a casa viene garantito il tesserino magnetico gratuito di circolazione. Per il resto un biglietto costa 5 won (3,7 centesimi di euro). Le stazioni che vengono fatte visitare agli straniere sono sempre le solite due Puhung (Riabilitazione) e Yonggwang (Gloria). Solamente la scorsa volta su nostra insistenza siamo riusciti a visitare anche tutte le altre stazioni fino a quella di Kaesong (Trionfo) sfatando definitivamente le falsità narrate dai tirapiedi della stampa occidentale e della guida spazzatura Lonely Planet che vorrebbero la metropolitana aperta solo nelle due stazioni sopramenzionate. Tra l’altro tutte stazioni bellissime e ben tenute tanto quanto quelle riservate alla visita per gli stranieri, ma di norma non fatte visitare per evitare di intralciarsi con il grosso flusso di passeggeri presente nelle stazioni più centrali della città.
Nelle bellissime banchine centrali piccoli espositori espongono il giornale Rodong Sinmun per la lettura da parte dei passeggeri in attesa dei treni. Ad una mia rapida occhiata noto qualcosa di familiare, tra le foto in bianco e nero riportate sul giornale, ovvero una foto di gruppo scattata a Mangyongdae con in risalto tra il pubblico di una folta chioma di capelli ricci che mi sembrano tanto essere quelli della compagna italiana Serena. In effetti non mi sbagliavo, è proprio la foto di gruppo scattata durante la visita a Mangyongdae.
Scesi alla fermata Yonggwang decidiamo di passeggiare fino all’hotel, fermandoci alla posta li vicino per l’acquisto di qualche cartolina e francobolli. Le cartoline sono veramente belle in particolar modo quelle che riguardano la propaganda antiamericana; tra i francobolli uno in particolare mi colpisce ed è quello sull’amicizia italo-coreana con riportate entrambe le bandiere e la copertina dell’unità. Decido di acquistarlo. Dopo il pranzo ci portiamo a vistare il nuovo poligono, una struttura recentemente inaugurata dove è possibile allenarsi nel tiro a segno con il fucile e la pistola.
Rientrati in hotel abbastanza presto, decido di andare a fare una fotografia al di là della ferrovia ad un cartellone di propaganda, visibile in lontananza dalla finestra della mia stanza. Dal 29° piano sembrava molto vicino, in realtà devo fare una bella passeggiata di oltre venti minuti, salendo il ponte per oltrepassare la ferrovia; al di la un normalissimo quartiere, con molte persone per strada, sotto il manifesto i ragazzi per il controllo delle divise scolastiche degli universitari che chiacchierano con una ragazza. Scatto una foto, un piccolo giretto nel quartiere e me ne ritorno in hotel.
Questa è l’ultima sera che trascorreremo tutti assieme, poiché domani mattina i compagni italiani ripartiranno per Pechino, il piccolo Kim Dongji rientrerà all’università, ed io resterò, per fortuna, ancora qui a godermi le prossime festività nazionali.
Un abbraccio a tutti i compagni con l’impegno di risentirci e rivederci in Italia.
Buonanotte Dongji.

Cristian Pivetta

REPORTAGE DALLA COREA DEL NORD
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