La mortadella è comunista

SMA MODENA
lodi1

11/05/2011

Ecco come Francesco Nuti/Caruso Pascoski ci spiega la politica italiana degli anni ’80 con semplici metafore da salumeria. Oggi chissà come sarà schierata la finocchiona…

Caruso Pascoski di padre polacco è un film del 1988 di Francesco Nuti, qui alla sua quarta regia.
Caruso Pascoski è un giovane fiorentino, con una madre estremamente “appiccicosa” ed un padre di origine polacca che non parla mai, salvo scuotere il capo. Caruso è eternamente fidanzato con Giulia, conosciuta da bambino in spiaggia e mai più abbandonata. Gli anni passano, i due si sposano e (sembrano) vivere felici; Caruso diventa psicoanalista e si trova ad affrontare i casi più strampalati che ci siano.
Un brutto giorno, però, senza un motivo apparente, Giulia scompare e si rifà viva dopo qualche tempo, solo per chiedere il divorzio.
In tribunale, a Ca
ruso che le chiede le cause, la donna dirà che non l’ama più. Caruso viene quindi a scoprire che Giulia s’è fidanzata con un suo paziente, Edoardo, che egli aveva “diagnosticato” come omosessuale e che gli dichiara di sentirsi “guarito” e di voler iniziare una nuova vita con Giulia.
Avvilito, Caruso passa le giornate lavorando o passeggiando a lungo con l’amico avvocato (Antonio Petrocelli), che egli si diverte a far arrabbiare per futili motivi e che lo tira fuori dai guai in varie occasioni (soprattutto quando Caruso, ubriaco, viene arrestato).
Passa circa un anno, durante il quale Caruso passa di storia in storia, finché un giorno in tribunale, durante la ratifica del divorzio, Giulia ritorna e gli confessa di amarlo ancora.
Caruso e Giulia per un periodo si vedranno nei gabinetti di un cinema come amanti clandestini, poi, dopo aver “accomodato” Edoardo, torneranno a vivere insieme ed avranno un bel figlioletto; ma il sospetto di nuovi tradimenti sarà d’ora innanzi sempre presente…

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