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18/06/2010
h.13.40
Si è tenuta questa mattina la conferenza stampa del Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti dal titolo “Gestire i rifiuti come risorse” per presentare la proposta alternativa a quella della costruzione dell’inceneritore di Parma (CLICCA QUI PER I DETTAGLI!).
I principali relatori sono stati Manrico Guerra e Veraldo Caffagnini: “Siamo arrivati ad un punto in cui le principali realtà industriali e agroalimentari del nostro territorio (industrie Barilla, Chiesi, Greci, Consorzio del Parmigiano-Reggiano, Coldiretti, Consorzio Difesa Produzioni Agricole, CIA, ecc) hanno espresso la loro preoccupazione per la scelta fatta dell’inceneritore, chi dando la colpa all’immagine, chi al danno per la qualità dei prodotti. Stiamo raccogliendo gli appelli delle aziende contro l’inceneritore, un elenco che in pochi giorni si è fatto fitto. Tutto ciò si aggiunge alle migliaia di cittadini che stanno sostenendo la battaglia. Non ultimo per importanza l’avvocato Pietro De Angelis che ha dimostrato come vi sia un vizio procedurale nel percorso che ha assegnato l’impianto ad Enia senza alcuna gara d’appalto. Ormai è chiaro a tutti che qui gli unici che ci guadagnano sono quelli di Enia”.
“Abbiamo prodotto uno studio di fattibilità alternativo all’inceneritore – dice Manrico Guerra – elaborato da tre professionisti individuati dall’Ordine degli Ingegneri e che abbiamo presentato al Comune e alla Provincia.
Il Piano punta sulla raccolta differenzia porta a porta al 75%, alla riduzione della produzione di rifiuti e al riuso, in particolare della plastica che Enia vorrebbe bruciare dalla quale si può ottenere una sabbia sintetica utilizzabile per lo stampaggio di materie plastiche tramite un’estrusione a freddo”.
Alla fine cosa rimane? “Al termine del ciclo – dice Guerra -, applicando le buone pratiche, in provincia di Parma rimarrebbero da smaltire solo 26.000 tonnellate di rifiuto inerte (che potrebbe essere tranquillamente stoccate in discarica finchè non disporremo delle tecnologie per trattarlo); nessuno al mondo costruirebbe un nuovo inceneritore per una quantità così ridotta e inferiore alle 39.000 tonnellate di ceneri tossiche che risulterebbero come scarto dall’attività di incenerimento che andrebbero anch’esse smaltite in altro modo.
“Ci siamo confrontati con le istituzioni su questa nostra proposta. Dal Comune abbiamo ottenuto positive aperture (anche grazie al dialogo che ha favorito il delegato alla Salute Fabrizio Pallini che Caffagnini ha ringraziato pubblicamente. Pallini era presente in sala, insieme all’assessore Cristina Sassi e al consigliere di Rifondazione Comunista Marco Ablondi); preoccupanti le risposte dei tecnici della Provincia, che pur confermandoci la validità delle modalità e dei numeri da noi forniti nella soluzione alternativa, hanno sostenuto che ormai l’impianto è autorizzato per 130.000 tonnellate ad Enia, un’azienda che fa business e che se non brucerà rifiuti solidi urbani, porterò nell’inceneritore rifiuti speciali. Va detto che con l’amministrazione provinciale è stato difficile impostare anche il minimo dialogo”.
“Siamo al paradosso! – ha sostenuto Caffagnini – Anche se a Parma si arrivasse al 100% di raccolta differenziata, dal punto di vista ambientale questo sarebbe ininfluente perché Enia brucerebbe comunque 130.000 t/a di rifiuti speciali, che tra l’altro non sappiamo neppure quali sarebbero, nè con quali modalità reali di controllo”.
A Manrico Guerra le conclusioni: “Avanziamo due proposte:
1) la revisione del Piano Provinciale della gestione dei Rifiuti prodotto dalla Provincia nel lontano 2005 in uno scenario tecnologico e di percentuali di raccolta differenziata completamente diverso da quello attuale;
2) la sospensione del cantiere dell’inceneritore attraverso un atto di autotutela da parte del sindaco di Parma giustificato perché l’opera confligge con l’interesse dei cittadini e delle aziende di Parma.
A questo punto noi abbiamo fatto la nostra parte. Adesso è venuto il tempo delle risposte da parte delle istituzioni, in tempi brevissimi, perché il cantiere di Enia procede a grande velocità”.
Andrea Marsiletti