
Antonio Liaci è il segretario del circolo Pd Parma Centro, il più numeroso dell’intera provincia, oltre che dirigente del Pd locale
Lo abbiamo intervistato sull’attualità cittadina, con particolare riferimento al recente voto del Consiglio comunale sull’allungamento della pista dell’aeroporto Verdi che ha visto 6 consiglieri di maggioranza (5 del Pd) votare contro la delibera (Sì condizionato) proposta dalla giunta.
In questi giorni è cambiato qualcosa nel profondo della maggioranza nel Comune di Parma?
Il voto in consiglio comunale sull’allungamento della pista è stato un passaggio importante sia sul merito amministrativo che politico.
I consiglieri si sono trovati davanti a una delibera che proponeva un assenso con alcune importanti e rigide prescrizioni arrivata con affanno dopo un lungo iter, sulla quale tutta la giunta, a partire dal sindaco, ha lavorato con dedizione insieme ai tecnici.
La delibera era per certi aspetti reticente e poco chiara, non semplicemente rispetto a quanto dichiarato in campagna elettorale, ma perchè lascia aperta in modo ambiguo la possibilità che il Verdi possa diventare uno scalo merci. Se la gestione di Sogeap fosse stata in grado di farlo, il nostro aeroporto avrebbe già avuto la possibilità con la pista attuale di realizzare lo sviluppo passeggeri che tutti auspichiamo. Va da sè che esprimo un giudizio non favorevole nel merito della gestione della società a oggi.
Giustamente, però, l’Amministrazione si è assunta la responsabilità di dire: proviamoci!
Come avrebbe dovuto votare il Consiglio comunale?
A mio giudizio sarebbe stato più efficace tanto in conferenza dei servizi quanto nelle fasi successive la posizione che proposi all’interno degli organismi dirigenti del Pd provinciale, oltre che nel mio circolo e in altre assemblee di circoli riuniti: un “dissenso superabile”, con le stesse condizioni espresse dal sì, forse perfino un pò più leggere.
Politicamente che aria tira in maggioranza?
La situazione politica oggi non è facile.
Bisogna iniziare a ragionare per davvero in una logica di coalizione, che è diversa da un monocolore. Dentro una coalizione possono convivere partiti, movimenti, associazioni, persone che hanno tanto in comune, pur con piccole differenze sui piani valoriale, del posizionamento politico e anche della rappresentanza di interessi. Se una coalizione non apprezza ciò o, addirittura, se si esprime una diversità di opinioni non se ne tiene conto con un eccesso di zelo di debuttanti della politica che definiscono “incomprensibili” (leggi) le posizioni altrui… beh, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Non si poteva proprio evitare la spaccatura della maggioranza?
Era inevitabile che queste sensibilità presenti in città e nei partiti si sarebbero riversate in Consiglio comunale. Perchè se le contraddizioni non vengono risolte prima è nelle cose che durante il voto le differenze si evidenzieranno invece di attenuarsi.
Bisogna comprendere il punto di vista degli altri. Non nego che la giunta ci abbia provato ma evidentemente la questione non è stata risolta.
Proprio per i valori e gli interessi che esprime, io davo per scontato che la minoranza avrebbe votato “sì”, e quindi il problema della maggioranza non era la sua caduta ma ricercare una soluzione.
Che fare, direbbe qualcuno?
Dobbiamo cercare di riaggiustare le fila.
Non c’è bisogno di una tanto sbandierata partecipazione di facciata, perchè puoi andare anche tutti i giorni a parlare nei quartieri, ma la partecipazione comincia in casa, dentro la maggioranza. E’ una prassi faticosa, lo so. Ma è la politica. E’ così che si affrontano meglio i termini amministrativi dei provvedimenti, anche in vista degli prossimi appuntamenti non facili che a città e l’Amministrazione comunale hanno davanti a sè.
Dopo questo primo anno e mezzo il voto sull’aeroporto ha mostrato discrepanze e crepe a cui non basta mettere dei rattoppi, perchè spesso si cuciono delle pezze “non a colore”, come diceva mia nonna. Ci vuole un ricamo di fino. Dobbiamo mettere fuori dalla porta e dalle finestra la tracotanza, l’idea di aver sempre e solo la verità in tasca, ascoltare un pò meglio non solo la città ma anche la maggioranza, i partiti, i comitati, senza supponenza.

Quale appello finale?
Sulla prima colonna dei portici di via Farini c’è una bellissima immagine della Madonna del buon consiglio e dell’umiltà, che sono ciò che serve alla politica oggi.
E’ la capacità di ascoltare gli altri, perchè il confronto è la premessa dell’incontro.
Andrea Marsiletti