
03/06/2011
Nella giornata di ieri, Festa della Repubblica, è stata affissa nel cimitero della Villetta di Parma una targa in memoria dei caduti della Repubblica di Salò che recita : “Ai caduti e dispersi militari e civili della Repubblica sociale italiana (1943-1945)”. Poi una citazione del poeta Giusuè Carducci: «L’Italia avanti tutto! L’Italia sopra tutto!».
La targa è stata voluta dall’Associazione nazionale famiglie dei caduti e dispersi della Rsi e la sua esposizione approvata dalla giunta municipale alcune settimane fa all’unanimità, eccezion fatta per un’astensione.
Alla cerimonia non pubblica erano presenti una decina di persone per lo più esponenti della destra di Parma e dell’Associazione delle famiglie di Salò, oltre all’assessore del Comune di Parma Davide Mora che ha tenuto a specificare che egli si trovava lì a titolo personale.
Sicuramente questa intitolazione susciterà non poche polemiche.
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03/06/2011
h.11.00
Matteo Caselli, Consigliere Comunale del Pd, interviene sulla notizia della deposizione di una lapide nel cimitero della Villetta in memoria dei caduti della Repubblica Sociale Italiana, decisa dalla Giunta Comunale nelle scorse settimane ed apposta ieri, 2 Giugno, Festa della Repubblica.
” La notizia apparsa oggi sugli organi di stampa è davverograve. Ieri, di soppiatto nel timore di contestazioni, l’Amministrazione Comunale ha inaugurato una lapide al cimitero della Villetta in ricordo dei caduti della Repubblica Sociale Italiana. I giornali di oggi, adeguatamente informati di questo “atto meritorio” da parte dell’Ufficio stampa del Comune, raccontano di questa scelta, concretizzatasi ieri, 2 Giugno, nel giorno della Festa della Repubblica.
Ritengo questa scelta l’ennesimo atto dichiaratamente revisionista operato da questa Amministrazione Comunale, ormai da mesi impegnata in attività assai lontane dal professato antifascismo del suo Sindaco. Sia chiaro: non è in questione l’umana pietà per i morti di quella guerra civile, qualsiasi fosse il loro schieramento. Altra cosa è celebrare chi si schierò dalla parte sbagliata, dalla parte del nazismo, della dittatura, della soluzione finale della questione ebraica, anche nel caso di chi lo fece in buona fede. Una scelta sbagliata, drammaticamente sbagliata, rimane una scelta sbagliata-
L’inaugurazione della lapide il 2 Giugno, festa della Repubblica nata dalla Resistenza, sembra un ulteriore affronto alla storia della nostra città, decorata dalla Medaglia d’Oro al valor militare per la guerra di Liberazione.
Sono ormai troppi gli episodi di questa natura per pensare di essere di fronte a semplici “sviste”. Dopo il mancato ricordo delle Barricate di Parma, dopo la Via dedicata a Mantelli, occorre un pronto chiarimento da parte del sindaco Vignali nei confronti della città. Sindaco, mi rivolgo a Lei: è questo il concetto di Antifascismo del tanto decantato “civismo” parmigiano? Per il civismo di oggi si è antifascisti in questo modo? Se vi era almeno una questione su cui tutta la città era unita, era l’Antifascismo. Anche durante la precedente esperienza amministrative “civica” guidata da Elvio Ubaldi e in cui Lei era Assessore.
Volete rompere anche questo filo che lega tutta la città? Magari per far contenti qualche Partito con cui vorreste candidarvi alla guida della città fra un anno o qualche Assessore della sua Giunta che da sempre si dichiara nostalgico dell’epoca fascista? Addirittura nella sua Giunta qualcuno, come si apprende dalla stampa, non è riuscito a votare questa decisione e si è dovuto astenere. Ma nemmeno questo l’ha indotta a riflettere su questa ennesima offesa alla memoria della città. E’ ormai urgente e non più rinviabile un chiarimento: nel corso del prossimo Consiglio Comunale del 7 Giugno, attraverso una comunicazione urgente, Le chiederemo di chiarire se l’Antifascismo è ancora uno dei valori che animano questa Giunta Comunale”.
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03/06/2011
h.13.10
La scelta di scoprire la lapide nel giorno della festa della Repubblica Italiana (cioè, della festa della nuova Italia sorta dalla vittoria sul fascismo e del conseguente ritorno alla democrazia) è di per sé un segno oggettivo di sfida e di coloritura politica dell’evento in termini antitetici.
E’ chiaro, infatti, che si è voluto testimoniare l’adesione ad un’altra Italia, al regime totalitario, che la Repubblica di Salò tentò di perpetrare e all’idea fascista. E, insieme, si è voluta attestare la perdurante avversione ideale ed ideologica per l’Italia democratica della Resistenza e della Costituzione. E il 2 giugno 1946 – non si dimentichi – è il giorno, nel quale, per la prima volta, con il suffragio universale, si celebrarono le elezioni dell’Assemblea Costituente, cioè, del Parlamento eletto con il compito di scrivere la Costituzione Repubblicana entrata in vigore il 1 gennaio 1948.
Si è trattato di un gesto politico puro e semplice, che va condannato senza riserve e con una determinazione ferma e costante, più che mai nella contingenza storica caratterizzata da un Presidente del Consiglio dei Ministri, che ha celebrato il 25 aprile una sola volta e con fastidio, e che ha operato e opera al limite e, talvolta, in palese dispregio della Costituzione.
Ciò che lascia più sbalorditi è, però, che ciò sia avvenuto in virtù di una deliberazione della Giunta Municipale di Parma, medaglia d’oro della resistenza, presieduto da un Sindaco, che ha voluto in ogni modo testimoniare la sua adesione ai valori della Resistenza e dell’antifascismo, giungendo fino a diventare socio dell’ANPI.
Quella targa, infatti, ha un valore monumentale e non ha né la funzione, né il senso della lapide cimiteriale. In ragione di ciò, non doveva essere autorizzata perchè, storicamente, la Repubblica di Salò è una pagina del fascismo, il peggio della storia italiana contemporanea, che va ricordata come tale e solo come tale e che non può essere celebrata alla luce della XIII disposizione transitoria della Costituzione.
Le Persone morte per la Repubblica di Salò o decedute dopo aver aderito a quella avventura devono poter essere ricordate e onorate da Parenti e Amici, come ogni altro Defunto, ma all’esperienza che hanno vissuto non può essere riconosciuto un monumento neanche nella forma della lapide.
Invitiamo il Sindaco e chiarire un termine inequivocabile un’apertura della seduta di martedì 7, questa decisione, che, credendo fino a prova contraria, alla Sua buona fede quanto testimonia di credere nella Residenza e nella Costituzione, non ha giustificazione. E, se la giustificazione dovessero essere esigenze di equilibrio e/o di tenuta della sua maggioranza, sarebbe circostanza davvero incommentabile: la conferma di un sempre più inarrestabile processo politico di “inveramento” di tutta questa maggioranza, e, quindi, anche dei suoi componenti “civici”, nel PDL.
Parma Civica e l’UDC sono d’accordo?
Gruppo PD
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03/06/2011
h.15.50
Non capisco il perché del tanto clamore per una targa in memoria ai caduti e ai dispersi della Rsi: nella nostra civile e democratica città non è possibile nemmeno commemorare i morti, per di più connazionali o, addirittura, concittadini? Questo sarebbe stato un piccolo passo verso una memoria condivisa, un percorso indispensabile affinché si arrivi a divenire un Popolo, e non rimanere una semplice Nazione. Si chiedeva solo di mettere da parte antichi odi e rancori, un piccolo sforzo che – evidentemente – qualcuno non si è proprio sentito di fare.
Stupisce ed amareggia altresì che si parli di nuovo della scelta, da parte dell’amministrazione, di intitolare una via ai Martiri delle foibe: triste realtà che lo Stato Italiano ha definitivamente cessato di ignorare tramite la legge 92 del 30 marzo 2004.
Per dare un segnale di apertura lancio una proposta: perché non rimuovere via Tito Broz (che piaccia o no è dimostrato che si è macchiato di orrendi crimini) e, al suo posto, istituire via Laura “Mirka” Polizzi? E’ per me incomprensibile che la nostra città debba tenersi una strada dedicata ad un assassino slavo e non possa invece cogliere l’occasione per celebrare giustamente una persona nata a Parma che ha sempre vissuto combattendo per i propri ideali: per questo, come in tanti altri casi, il rispetto è dovuto, indipendentemente dalla fede politica.
Alessandro Corvi
Presidente Provinciale Giovane Italia, movimento giovanile PDL
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03/06/2011
h.16.50
“La giunta comunale ha permesso la posa di una lapide ai caduti della Repubblica Sociale nel cimitero della Villetta perché riteniamo che tutti i morti vadano rispettati”. E’ quanto afferma il vicesindaco Paolo Buzzi, in seguito alla posa della targa in ricordo dei caduti della Repubblica sociale.
“Tengo inoltre a precisare – prosegue Buzzi – che l’Amministrazione comunale non ha promosso o partecipato ad alcun tipo di inaugurazione, ma si è limitata a consentire la posa della lapide, come avvenuto in altre città, tra cui Reggio Emilia, Modena, Bologna, dove esistono da anni questo tipo di targhe. E dove nessuno si sogna per questo di mettere in discussione l’adesione delle città ai valori della Resistenza.
E’ proprio attingendo a questi valori che Parma è capace di rispetto per tutti. Curioso che qualcuno non lo capisca. Trovo infatti piuttosto triste che si tenti di strumentalizzare politicamente anche un semplice gesto di pietas verso dei morti e le loro famiglie perché l’odio non è mai buon consigliere”.
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03/06/2011
h.17.50
A proposito della intitolazione, avvenuta presso il cimitero della Villetta proprio nel giorno della Festa della Repubblica italiana, di una lapide che ricorda i defunti militari e civili della Repubblica di Salò, ritengo doverose alcune puntualizzazioni.
Fatta salva l’umana pietà verso tutti i morti, di ogni guerra, e nel massimo rispetto per il cordoglio dei famigliari, ritengo che la Giunta comunale abbia preso una decisione francamente discutibile anche per la scelta del momento, il 2 giugno, che ricorda del origini di quel percorso di costruzione di valori democratici e costituzionali che gli aderenti alla Rsi non avevano certo contribuito a costruire.
Parma è città di tradizioni partigiane e antifasciste, che ha sempre orgogliosamente difeso queste radici, una identità che, semplicemente, non consente di mettere sullo stesso piano coloro che hanno combattuto, e sono morti, per la liberazione dal nazifascismo e coloro che invece lo hanno sostenuto. E anche se all’iniziativa è stato dato, a bella posta, il minimo del risalto mediatico, non possiamo nasconderci che, per questa strada, il rischio concreto è quello di consegnare alle future generazioni una memoria “rivista e corretta” di un pezzo cruciale della nostra storia. Un pericolo per nulla remoto.
Patrizia Maestri
Segr. gen. Cgil Parma
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03/06/2011
h.18.00
Siamo sgomenti nell’apprendere dalla stampa la decisione da parte della Giunta del Comune di Parma di approvare all’unanimità (meno un astenuto) la posa di una lapide in memoria dei caduti della Repubblica di Salò!
Questo è l’ennesimo affronto e insulto a tutti i parmigiani morti durante le barricate del ’22 ed in particolar modo della Resistenza, tutte quelle persone che hanno dato la vita per il bene comune e per liberare l’Italia proprio dai repubblichini!!!
Inoltre la volontà di secretare il tutto e palesarlo a cose avvenute è come se avessero lanciato il sasso nello stagno e poi nascosto la mano, uno schiaffo morale ancora più insopportabile che necessita di una risposta ferma e dura. La presenza dell’assessore Mora, anche se a titolo personale, e la scelta della giornata successiva alla Festa della Repubblica aggrava, se possibile, ancora di più la situazione dimostrando inequivocabilmente la simpatia che provano verso l’estrema destra e quanto giuste siano state le contestazioni durante le celebrazioni del 25 Aprile.
La città di Parma, i parmigiani e le vittime della Resistenza non meritano di essere insultati e calpestati in questo modo!
Non ci faremo piegare alle loro malefatte e ci impegneremo a contestare e a resistere in maniera ancora più incisiva, all’interno naturalmente dei metodi democratici che la Costituzione Italiana ci consente.
Il Popolo Viola di Parma
Liberacittadinanza