
Sindaci e amministratori in fascia tricolore hanno salutato con un lungo applauso l’ingresso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nella sala plenaria della Fiera di Parma per la 38/a assemblea nazionale dell’Anci.
Mattarella è stato accolto dal presidente Anci, Antonio Decaro, sindaco di Bari.
Presente nella giornata inaugurale anche la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.
“La dedizione quotidiana dei sindaci è stata decisiva per far fronte sul campo, unitamente all’impegno degli operatori sanitari, alla crisi che il nostro Paese ha dovuto affrontare con la pandemia. Una prova difficile, in tanti momenti drammatica, che ha evidenziato la capacità di coesione della nostra società. Desidero, in questa sede, esprimere un ricordo e rivolgere un pensiero di riconoscenza agli amministratori locali che hanno perduto la vita a fianco dei loro concittadini colpiti dal virus”. Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella al congresso dell’Anci.
“Abbiamo dato dimostrazione di saggezza e volontà di ripresa. E’ stato fatto un grande lavoro. Occorre adesso prevenire e contrastare le ulteriori, pericolose insidie, che provengono dai nuovi contagi. Il tempo della responsabilità non è ancora concluso”.
“Soprattutto grazie ai vaccini – e grazie al senso di responsabilità e al rispetto degli altri e delle regole manifestati dalla quasi totalità dei nostri concittadini – siamo riusciti a superare il tornante più impervio, abbiamo riconquistato importanti spazi di normalità, di libertà, e siamo incamminati su un percorso nuovo dove si può tornare a progettare, a costruire, a operare per un futuro migliore anche rispetto a quello che si presentava prima della comparsa della pandemia, come dimostra l’andamento della nostra economia”, ha detto ancora Mattarella.
“Le istituzioni comunali hanno dato risposte a persone e imprese, a famiglie e ad attività economiche in affanno, e adesso le stanno accompagnando nella ripartenza, avendo presenti squilibri antichi che si sono aggravati e nuove linee di frattura che sono comparse. I Comuni hanno contribuito a una risposta delle istituzioni e del Paese, una risposta che è divenuta nei mesi sempre più convergente. Non era scontato. Di questa leale collaborazione è giusto dare atto ai sindaci, all’Anci. La solidarietà si è dimostrata, oltre che un valore civile di primaria grandezza, una forza essenziale per progredire. Preziosa si è dimostrata l’articolazione istituzionale italiana, con le sue tradizioni municipali. I Comuni, le Regioni, le Province, i diversi territori, le espressioni sociali, i corpi intermedi, le piccole e medie imprese accanto alle più grandi, l’associazionismo e il volontariato”.
“Non possiamo rimuovere le cautele – ha aggiunto il capo dello Stato -, perché abbiamo oggi davanti a noi opportunità inedite e potenzialità, che hanno acquisito caratteri di concretezza grazie anche a scelte europee di alto valore politico. Dobbiamo essere in grado di trasformare le opportunità in realizzazioni capaci di migliorare il nostro modello sociale, di accelerare nelle transizioni ecologica e digitale, di offrire alle generazioni più giovani una società non compromessa da ipoteche insostenibili”.
“Non possiamo vanificare la grande opportunità che si presenta avanti a noi. È la nostra priorità. Ad essa vanno subordinati interessi parziali” perchè “non ci sarà un’altra occasione”, ha detto ancora Mattarella.
“In queste ultime settimane manifestazioni non sempre autorizzate hanno tentato di far passare come libera manifestazione del pensiero l’attacco recato al libero svolgersi delle attività – ha aggiunto Mattarella -. Accanto alle criticità per l’ordine pubblico, sovente con l’ostentata rinuncia a dispositivi di protezione personale e alle norme di cautela anticovid, hanno provocato un pericoloso incremento del contagio. Le forme legittime di dissenso non possono mai sopraffare il dovere civico di proteggere i più deboli: dobbiamo sconfiggere il virus, non attaccare gli strumenti che lo combattono’.
“Siamo di nuovo insieme come una grande comunità, comunità a cui però mancano tutti i sindaci e tutti gli amministratori che il Covid ha portato via a questo Paese”. Il presidente Anci Antonio Decaro, aprendo l’assemblea, ricorda tutti gli amministratori morti per il virus. “Alle famiglie di tutti loro va il nostro abbraccio. Noi non vi dimenticheremo mai”, ha detto, raccogliendo l’applauso della sala plenaria.
“Questo è quello che siamo, un popolo che non si arrende e che si rialza. Questa è l’Italia che rinasce e i Comuni sono ora al centro di una nuova stagione di cambiamento, con tutto quello che comporterà. Il motore essenziale, come ci ha ricordato il presidente Mattarella”.
“Sappiamo di non essere soli: possiamo contare gli uni sugli altri, possiamo contare su un Governo che si sta dimostrando interlocutore attento e, soprattutto, possiamo contare su una compagine di donne e uomini che lavorano nelle nostre Amministrazioni, a cominciare da quanti si sono trovati in prima linea nel contrasto alla pandemia”. “Penso agli agenti delle Polizie locali, agli operatori del welfare, a tutti gli educatori che si sono presi cura dei nostri concittadini più piccoli”, ha spiegato.
“Non chiediamo immunità, ma possono i sindaci rispondere penalmente di valutazioni che non sono ascrivibili alle loro competenze, rispondere di qualunque cosa accada nella loro città? Chiediamo che sia definita in maniera più netta la nostra responsabilità”, ha detto ancora Decaro, parlando del tema della responsabilità dei sindaci, “che balzano agli onori delle cronache solo quando sono iscritti nel registro degli indagati”. E’ “una questione di dignità”.
“Grazie signor Presidente, per aver rappresentato nel mondo l’Italia migliore”. Così il presidente Anci Antonio Decaro, dal palco dell’assemblea di Parma, ha concluso una serie di ringraziamenti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, presente in sala. “Grazie per le sue parole, sempre lucide ed efficaci. Grazie per essere, per noi e per il Paese intero, un riferimento morale e istituzionale. Grazie per la guida forte e gentile che ha saputo esercitare, grazie per essere entrato nelle case di tutti gli italiani e averci fatto sentire tutti uguali anche nelle piccole difficoltà quotidiane (come quella di non poter andare dal barbiere…)”.
Il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini esprime la volontà, se sarà possibile, a inserire anche un sindaco tra i tre rappresentanti della propria regione designati per l’elezione del prossimo Capo dello Stato, “anche eventualmente la mia posizione”, ha detto intervenendo all’Assemblea Anci. Bonaccini ha fatto riferimento alla proposta del presidente Anci Antonio Decaro, “dove si chiede alle regioni se potrà esserci anche un sindaco”. “Lasciando la potestà all’assemblea legislativa” e “se confermato che sarà possibile, uno dei posti dovrà essere a disposizione dei sindaci”, ha detto. (ansa)
__
Un caloroso e appassionato saluto ha rivolto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, che ha fatto gli onori di casa nella giornata di apertura della XXXVIII Assemblea nazionale dell’Anci, cui si sono uniti coralmente il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi. “In un momento così difficile e gravoso per il Paese posso affermare con convinzione e forza che noi sindaci siamo pronti a fare la nostra parte, come sempre: quando il dovere chiama i sindaci rispondono sempre “presente”. Soprattutto in questi ultimi anni abbiamo dimostrato di esserci, forti della convinzione che nei momenti di crisi dalle città può ripartire la rinascita della Nazione. Saremo certamente al fianco del governo in questa straordinaria impresa, ma le città dovranno essere interlocutrici del piano di rinascita, non meri esecutori. C’è urgenza di riprendere in mano la vita di tutti i giorni, e noi più di tutti avvertiamo i bisogni e le esigenze dei nostri concittadini che chiedono di poter tornare a vivere in sicurezza e serenità – ha affermato Pizzarotti ricordando con orgoglio sforzi e sacrifici che Parma ha dovuto affrontare con impegno per superare il rischio di default degli anni scorsi e gli effetti nefasti della pandemia, prima di diventare “Capitale italiana della Cultura”. “Rinasce l’Italia” – ha poi aggiunto – non è solo la speranza di riprendere in mano il tempo della vita, è un dovere che ci deve spingere ad agire. Lo deve diventare sempre più, perché oggi le nostre città sono attraversate da un velo latente di incertezza, ognuno di voi lo potrà confermare: vi è insicurezza su quando finirà la pandemia, su quello che avverrà subito dopo, sulle conseguenze sociali che sta causando, sul futuro in relazione al mondo che cambia e che, giocoforza, è già cambiato. Un velo di incertezza, è vero, ma anche una grande voglia di rinascere e di tornare a vivere. Sono orgoglioso che questo messaggio parta proprio da Parma che 120 anni fa diede vita all’esperienza dell’Anci.