Le “Staminali eterne” di Pier Luigi Bacchini. Il sigillo in versi di un grande poeta

SMA MODENA
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C’era il pubblico delle grandi occasioni ieri in Feltrinelli (la grande libreria di Via Farini a Parma): “credo che sarà l’incontro più importante di quest’anno” si è lasciato sfuggire nell’introduzione Roberto Ceresini, noto e stimato organizzatore degli eventi… una frase impegnativa se pronunciata il primo sabato di febbraio. 

Eppure la sensazione era quella: data dalla presenza di autorevoli ospiti – Maurizio Cucchi, poeta e critico di chiara fama, consulente di Mondadori, per cui è uscita la raccolta, e Alberto Bertoni, critico letterario, docente universitario e affermato poeta, che del libro ha curato la prefazione – e da una presenza massiccia e insieme affettuosa di poeti, amici parmigiani e non solo. 

A tessere sapientemente la trama dell’incontro il poeta parmigiano d’adozione Luca Ariano, nelle ormai comode vesti del moderatore, e Camillo Bacchini, figlio del poeta e curatore della raccolta “Staminali eterne”, uscita nel novembre dello scorso anno, a dieci anni dalla sua scomparsa. Un titolo preso da un verso della raccolta, che contiene un messaggio profondissimo a partire da una verità scientifica (in pieno stile bacchiniano): la proprietà delle cellule staminali, che con la loro doppia proprietà di autorinnovo e capacità di differenziarsi, permettono la continuità della vita.

Le letture di brani significativi dal libro sono state affidate alla magistrale interpretazione di Paolo Briganti, già Docente Universitario di Lettere Moderne presso l’Università di Parma, qui in veste di esperto e stimato lettore. 

Cucchi ha sottolineato in avvio come la “complessità di Bacchini è frutto di un’indagine propria dell’artista”. Per questo la sua poesia risulta meravigliosa, in quanto riflessione sulla meraviglia della natura, dal micro al macrocosmo. Meraviglia indagata e riportata in sublimi versi anche nella riflessione sulla famiglia, sulla vecchiaia, ancora sul mistero scientifico ed “eterno” della natura. Pier Luigi Bacchini è un poeta che ha operato un salto nella produzione poetica della sua generazione, a beneficio delle nuove generazioni di scrittori e poeti. Ricordando come la vera poesia sia per tutti.

Bertoni – d’accordo sul fatto che Bacchini sia in effetti andato oltre l’officina parmigiana, e quindi oltre la poetica di Attilio Bertolucci – ha rimarcato come il libro sia effettivamente una nuova produzione, più che una raccolta postuma di versi. Lui, che ne aveva curato l’antologia negli Oscar Mondadori (2013), ha constatato con gioia che non si trattava affatto di un’opera raccogliticcia, come spesso capita nelle uscite postume, ma del “nuovo libro di Pier Luigi Bacchini, un poeta che amo molto”.

Nell’ultimo intervento previsto, Camillo Bacchini ha tracciato, tra aneddoti commoventi e insieme divertenti, la storia di questa pubblicazione che sicuramente rappresenta una delle uscite editoriali più rilevanti, in ambito di poesia italiana, di questo periodo. “Ascoltami bene […] sulla mia scrivania ci sono due carpettone. Dentro ci sono le poesie del nuovo libro”. Questo viene raccontato nella nota del curatore. Camillo Bacchini ha aggiunto ieri in conclusione, ringraziando il pubblico numeroso e attento: “Curare questo libro era un dovere di doppia natura: in quanto figlio dell’autore, e in quanto attento lettore delle sue poesie”.

 

“Guarda con quale perfezione

[si confondono radici e ossa,

in quella buca. Quasi una tarsia, rispunta anche

[del verde. Natura

Arte. Cosa ascolta l’orecchio d’un poeta”

 

Pier Luigi Bacchini: “Staminali eterne” (Lo Specchio, Mondadori, 2024)

 

A.P.