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16/09/2010
Prosegue su ParmaDaily il dibattito sul mondo cooperativo.
Dopo aver intervistato il presidente di Presidente di Proges-Gesin Antonio Costantino (clicca qui), a cui ha replicato l’esponente del PRC di Parma Fernando De Marco (clicca qui), raccogliamo l’opinione di Ildo Cigarini, presidente della potente Legacoop di Reggio Emilia.
E’ noto ed ha suscitato non poche polemiche che Legacoop Bologna quest’anno ha disertato la partecipazione alla festa provinciale del Partito Democratico di Bologna dimostrando che non più la stessa armonia come un tempo. A Reggio Emilia come sono i rapporti fra Legacoop e PD?
Intanto devo dire che secondo me c’è stata troppa enfasi da parte dei giornali su quella vicenda che poi mi pare sia stata ricondotta nella sua giusta dimensione. Si era semplicemente voluto dimostrate totale autonomia da parte dell’Associazione nei confronti non solo del PD, ma della politica.
Per quanto riguarda Reggio Emilia i rapporti con il PD sono normali. La nostra associazione di imprese ha coltivato valori e missioni specifiche rispetto ad altre associazioni imprenditoriali, e quindi esprime una propria cultura dell’impresa ma anche una propria visione dell’economia sociale e alcuni principi fondamentali sul tema del lavoro, dell’uguaglianza, della solidarietà e della mutualità che con grande interesse ricerchiamo anche nelle forze politiche.
Non c’è quindi un pregiudizio iniziale?
Non esiste proprio, noi siamo per un confronto con tutti.
L’abbiamo testimoniato, ad esempio, nelle ultime elezioni amministrative durante le quali abbiamo fatto un documento partendo dalle nostre posizioni e con questo documento ci siamo confrontati con tutti.
Così, come se siamo invitati alla feste del PD andiamo, stessa cosa facciamo se siamo invitati alle feste della Lega Nord o di altri partiti.
Non abbiamo pregiudizi di partenza. Vogliamo misurarci sui contenuti.
Cos’è cambiato in questi anni nella cooperazione?
E’ necessariamente cambiato tanto, perché è cambiata l’economia, sono cambiati i mercati.
La sfida competitiva si è fatta globale, vi sono state numerose integrazioni e unificazioni da parte di cooperative.
Diciamo che vi è ancora molto spazio per fare cooperazione all’interno del nostro Paese e anche nel nostro territorio perché la cooperazione è anche una risposta alle difficoltà economiche e sociali perché produce aggregazione e crea le condizioni per resistere anche in momenti più duri.
Non a caso durante la crisi la cooperazione reggiana ha retto meglio anche rispetto ad altri settori, un po’ per il nostro posizionamento settoriale sui mercati (ndr: mercati domestici), un po’ per il nostro radicamento territoriale, un pò per la partecipazione dei soci perchè se ci sono da fare dei sacrifici si fanno, così come se c’è da portare a casa qualcosa in termini di ristorno lo si fa.
Quindi?
Quindi diciamo che la cooperazione oggi è un animale con un corpo che si è ingrossato, caratterizzato dalla presenza di grandi imprese che hanno un valore nazionale localizzato in modo prevalente in Emilia Romagna, ma è anche un corpo che ha tante braccia e tante gambe. E’ un “millepiedi” con un’articolazione molto forte.
E’ vero che a Reggio Emilia abbiamo 10-15 imprese di dimensione extraregionale o nazionale, ma è altrettanto vero che abbiamo centinaia di imprese che occupano specifici spazi di mercato.
Lei prima ha parlato di un dialogo con tutte le forze politiche. Anche in questo è cambiata la cooperazione?
La base sociale delle cooperative è una cartina di tornasole dei cambiamenti della società.
I soci delle cooperative hanno casacche diverse: ci sono soci delle cooperative che vengono dalla tradizione di sinistra, comunista, popolare ecc, mentre altri hanno orientamento politico indirizzato verso il Popolo delle Libertà, Lega Nord, UDC o altre forze in campo.
Tra le analisi fatte c’è uno studio regionale interessante svolto da Swg sulla composizione politica di un campione della base sociale delle cooperative: l’orientamento del voto “a sinistra” o verso il centrosinistra è ancora intorno a un 40-45%. Il restante 55-50% ha altri orientamenti.
Una base sociale che dal punto di vista politico ha quindi diverse configurazioni.
Esatto, ma questo è assolutamente irrilevante se dentro ad una cooperativa i soci condividono la missione, i valori della cooperativa, le scelte imprenditoriali: il vestito che portano è affari loro.
Se si andasse alle elezioni quale sarebbe il voto oggi di Ildo Cigarini?
Partito Democratico.
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