
26/08/2009
h.15.10
Legambiente condivide la decisione del sindaco Pietro Vignali sulle piante del Tardini e lo invita a tenere una posizione ferma, a difesa degli alberi, contro i burocrati della Commissione provinciale sicurezza.
La nuova richiesta di tagliare ben sette alberi, degradati a ostacoli nel linguaggio della “moderna” sicurezza, è inaccettabile e bene ha fatto il sindaco Vignali a rigettarla, firmando la deroga per la capienza dello stadio. E Legambiente lo invita a ripetere tale deroga per tutte le partite del campionato, senza indurre nella tentazione di spostare le piante, un provvedimento costoso che comunque metterebbe a rischio la vita degli alberi, impoverendo il tessuto verde del quartiere.
Sul mantenimento o meno degli alberi al Tardini (tra cui un cedro e quattro tigli) si gioca una partita importante sul valore, non solo ambientale, del verde pubblico.
Ancora oggi, ahinoi, tanti tagli di piante vengono autorizzati ed effettuati con leggerezza, come avvenuto in luglio in via Montebello col taglio di 11 piante ad alto fusto, e molti progetti non tengono nel dovuto conto la presenza, anche secolare, degli alberi, come accaduto in stazione.
Le piante del Tardini non vanno sacrificate al dogma della sicurezza. Sarebbe una sconfitta per tutti.
Le richieste indefesse di applicare una nuova normativa che prevede il deserto (magari di asfalto) attorno agli stadi debbono essere declinate con il ragionevole buon senso che tenga conto del contesto locale.
A Legambiente non risulta che ci sia mai stato alcun impedimento, allo sfollare degli spettatori, da parte delle piante che circondano il Tardini, ed è incomprensibile che tutto d’un tratto questo sia diventato un problema. Allora perché accanirsi in questo senso?