Il capogruppo di RETE CIVICA – Progetto Emilia-Romagna Marco Mastacchi è intervenuto insieme ai Consiglieri del Gruppo Lega Emilia-Romagna Fabio Rainieri (Vicepresidente dell’Assemblea Legislativa), Gabriele Delmonte (Vicecapogruppo), Maura Catellani ed Emiliano Occhi nel dibattito riaccesosi recentemente sulla diga di Vetto.
“Sulla necessità di un invaso sull’Enza non vi possono essere più dubbi. Senza di esso non vi è più futuro per l’agricoltura di eccellenza di tutto il bacino territoriale del torrente e vi sarebbero anche pesanti ripercussioni ambientali”. È quanto hanno affermato, intervenendo nuovamente nel dibattito sull’ipotesi della costruzione della diga di Vetto da poco riaccesosi a seguito di un intervento del Gruppo Europa Verde in Regione, alcuni consiglieri regionali di minoranza: per il Gruppo Lega Emilia-Romagna, il Vicepresidente dell’Assemblea legislativa, Fabio Rainieri, il Vicecapogruppo Gabriele Delmonte, Maura Catellani ed Emiliano Occhi e per il Gruppo Rete Civica Progetto Emilia-Romagna, il capogruppo Marco Mastacchi. “Secondo lo studio recentemente elaborato dall’Autorità distrettuale di Bacino del Po, il fabbisogno irriguo di 59 mln mc/anno, definito nel documento conclusivo del Tavolo Tecnico regionale Enza del 2018, lo si può raggiungere solo se si realizzano tutti i quattro scenari progettuali che esso prevede, l’ultimo dei quali è la costruzione di un invaso sull’asta medio alta dell’Enza con una capacità di 20 – 25 mln di mc – hanno proseguito i consiglieri di minoranza – Parliamo di oltre 1/3 della necessità di approvvigionamento idrico dell’intero bacino e quindi di una quantità tale da non poter essere colmata, neppure lontanamente, con le pur necessarie azioni di efficientamento e di risparmio idrico previste negli altri scenari progettuali.
A meno che, come stanno facendo le forze ambientaliste, non si persegua l’illusione di stabilire un fabbisogno idrico notevolmente inferiore, basandosi su studi datati e superati perché non tengono conto del notevole peggioramento della situazione di questi ultimi anni dovuta agli effetti dei cambiamenti climatici. Meno necessità di acqua vorrebbe anche dire, non solo ripensare i metodi di irrigazione tradizionali, ma anche le coltivazioni tipiche, in particolare quella dei prati stabili, che caratterizzano quel territorio come la culla del Parmigiano Reggiano e quindi indurre una drastica riduzione di quella stessa filiera agroalimentare con inevitabili pesanti conseguenze negative sociali ed economiche. Ma le ripercussioni sarebbero anche ambientali perché la riduzione dei prati stabili, purtroppo già in atto dopo i recenti periodi siccitosi, comporta inevitabili danni alla biodiversità ed al valore paesaggistico.
Tutto questo l’amministrazione regionale guidata da Stefano Bonaccini lo sa molto bene e lo ha messo nero su bianco l’Assessore all’ambiente, Irene Priolo rispondendo ad una interrogazione della capogruppo di Europa Verde, Silvia Zamboni. Non è quindi più tempo di tentennamenti, la soluzione dell’invaso sull’Enza è l’unica che può dare un futuro sostenibile ad una valle che è il cuore dell’Emilia da tutti i punti di vista, e va attuata al più presto”.