L’emozione per la morte di Miloud è già un ricordo sbiadito (di MarcoMaria Freddi)

SMA MODENA
assaggiami_mar25

Nonostante il freddo continui a stringerci nella sua morsa, l’emozione per la tragica morte di Miloud Mouloud, il compianto senzatetto, tanto pianto solo a posteriori dall’amministrazione comunale e dalle associazioni che non si erano accorte della sua esistenza, sembra già svanita.

La sua presenza è stata ignorata in vita, notata solo quando ormai non c’era più. E ora, come spesso accade, l’ipocrisia si consuma tra le righe del “giornalone ufficiale”. Superato il momento di commozione e di cordoglio pubblico, si torna a puntare il dito: la sicurezza negli ospedali viene associata alla presenza di senzatetto che cercano rifugio nei pronto soccorso, trasformando la disperazione in colpa, l’umanità in minaccia.

È un’eco perversa del linguaggio del governo di estrema destra, che con impudenza associa la figura del migrante a mafia e criminalità. Nel frattempo, mentre si scaricano le responsabilità sui più deboli, il vero carnefice si nascondeva tra di noi, protetto dallo Stato. Quando è stato trovato ed arrestato, abbiamo scelto di riaccompagnarlo in Libia, quel “porto sicuro” dove la tortura di Stato è la regola e la dignità umana viene calpestata ogni giorno.

 

† La cananea che convertì Gesù: un’altra stella femminile che brilla nei Vangeli (di Andrea Marsiletti)

 

L’emozione per la morte di Miloud è già un ricordo sbiadito.

Il tempo, si sa, anestetizza il dolore. E così si procede come da copione: daspo, carcere, psicofarmaci per i poveri senza voce, in attesa del prossimo Natale, quando si tornerà a pregare, ad allestire cene con il vescovo, a scaldare cuori con inutili gesti di solidarietà che lasciano le persone a vivere in strada.

Miloud è morto due volte: la prima per strada, la seconda nell’oblio collettivo che lo ha relegato a un fastidioso ricordo.

MarcoMaria Freddi

Nomade Digitale, Radicale e Socialista, iscritto al Partito Democratico e PSOE