Meringa

SMA MODENA

18/06/2009
h.20.00

La rubrica di ParmaDaily “C’eros una volta Lulù…”.
Ogni settimana un racconto erotico scritto da Sbriciolina… neo laureata presso l’università di Parma.

Il monte di Venere della vanitosa Lulù era liscio liscio come quella delle glabre bambine; infatti la parsimoniosa l’aveva trattata prima a forza di strappi di rosa cera al titanio, poi schiuma per la lametta ed in fine olii profumati su cui lasciava scorrere il rasoio elettrico.
Adamo l’aveva vista, l’aveva sentita, aveva sentito il suo caldo profumo spandersi nella stanza.
Lì, la pulsante lingua adamica non si era alzata, nè saziata, tanto meno stancata.
Non finiva mai la tenerezza che diventava forza, resistenza.
Il represso gemito echeggiava in un impressionante urlo.
Il pudico bacio morso; la negata carezza graffio; le spinte trattenute, sadiche profanazioni.
Ludovica era già tesa calda, morbida, densa di desideri, bagnata e agrodolce.
Dato che l’orgasmo della donna era una cosa profonda e la condivisione del momento amplificava ogni sensazione…
Prima un pervertito dito, poi due, tre, quattro ed ancora un solo unico grande dito trasgredivano le doppie difese anatomiche, riempivano il vuoto interiore.
Le sue falangi bagnate emergere dalle coperte. Batteva forte il cuore di Lulù, con l’attesa che sulle labbra pesava.
Come lo schiumoso albume con la forchetta, le due dita rimontavano la nevosa spumosa.
Sed in medio stat virtus? 

                                                                                                    Sbriciolina

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