“Occorre chiudere col passato”

SMA MODENA
lombatti_mar24

25/07/2012
h.15.50

Caro Sindaco,
premesso che lo scopo principale per cui abbiamo dato vita, come cittadini, alla Commissione di Audit è quello di impedire che l’enorme debito accumulato dal Comune e dalle sue società partecipate (quantificato dal commissario Ciclosi in più di 800 milioni di euro) venga fatto pagare interamente ai cittadini di Parma attraverso l’incremento del prelievo fiscale (aliquote IMU e IRPEF al massimo) e la riduzione di servizi essenziali, con l’intento di aprire un dibattito politico pubblico, auspicato peraltro dalla nuova Amministrazione Comunale, su una vicenda tanto scabrosa quanto complessa come quella relativa a SPIP, su cui la Commissione di Audit ha recentemente fornito una ricostruzione ampia e documentata, rendendo pubblico un dossier SPIP, considerando che:
– il debito accumulato da SPIP, di 108 milioni di euro, è frutto di una malagestione protrattasi nel tempo, già costata troppo ai cittadini di Parma;
– il debito di SPIP è direttamente proporzionale agli enormi profitti realizzati, in ragione dello sviluppo anomalo della negoziazione, da vari soggetti privati;
– è necessario individuare sia coloro che (sebbene coperti dietro società fiduciarie) hanno lucrato, pretendendo perciò che vengano restituite alla collettività le eventuali plusvalenze realizzate in modo illegittimo, sia quanti hanno partecipato in qualsivoglia ruolo all’operazione;
– i terreni, per l’acquisto dei quali venivano richiesti finanziamenti, erano terreni agricoli, pagati a prezzo d’oro, mediamente 63,63 euro/mq e costati attraverso i vari passaggi di proprietà sino a 98 euro/mq di superficie fondiaria, mentre il prezzo di mercato all’epoca era all’incirca di 30 euro/mq;
– il debito di SPIP è per il 94% con alcuni dei più importanti istituti di credito cittadini.
Le chiedo, signor Sindaco, allo scopo di individuare nei confronti della vicenda SPIP la soluzione migliore nell’interesse della collettività, di accertare i seguenti aspetti:
a. le banche, che si sono esposte finanziariamente con SPIP, non sapevano che le garanzie fornite dall’Amministrazione Comunale erano prive dei crismi di legittimità, in quanto non deliberate dal Consiglio comunale?
b. le banche, nell’erogare il credito, hanno rispettato le norme emanate in materia dalla Banca d’Italia?
c. le banche non dovevano autonomamente verificare, anche in relazione alle garanzie ipotecarie dei propri finanziamenti, la congruità dei valori attribuiti ai terreni negli atti di compravendita?
d. le banche non avevano capito che stavano finanziando operazioni speculative, intese a creare plusvalore parassitario?
Il Comune di Parma deve rendere conto di quanto sopra ai cittadini, ottenendo che le banche creditrici mettano a disposizione la documentazione sulla cui base si sono così esposte e ne assumano la responsabilità.
Il concordato SPIP non può comportare oneri ulteriori e nuovi al Comune. Sarebbe incomprensibile, politicamente e patrimonialmente, che l’Amministrazione comunale mettesse a disposizione 5 milioni di euro per consentire a chi ha finanziato, a chi ha venduto o a chi ha fruito della malagestione, che si configura come“una vera e propria spoliazione del patrimonio sociale”, di limitare i propri danni grazie ad un ulteriore, immotivato esborso di danaro pubblico.
Quei 5 milioni, proposti in sede di concordato preventivo, peraltro drammaticamente mancheranno al Comune per garantire i servizi scolastici agli 880 bambini esclusi, per dare agli sfrattati (aumentati del 13% in città) un’edilizia economico-popolare che consenta loro di avere un tetto, per garantire sopravvivenza agli esodati, ai cassintegrati in lista di licenziamento.
Ciò significherebbe inoltre non considerare che sugli amministratori della Società grava un’indagine giudiziaria e impedirebbe che su SPIP si giungesse ad una doverosa e necessaria giustizia, che avalli l’operato della Magistratura.
Vorrei con ciò ribadire con forza che non c’è via d’uscita dalla situazione economica in cui versa il Comune di Parma, attestato su un debito così enorme, se non quella di chiudere con il passato attraverso una virata di tipo politico che sconfessi il precedente modo di governare, perché ormai non basta più tentare di far collimare le entrate con le uscite con semplici artifici contabili, che spostano il pagamento del debito sui cittadini: occorre invece che la nuova classe politica si mostri capace di individuare coloro che hanno prodotto il debito e di indicare un modo in cui uscirne che non penalizzi chi già l’ha subito, bensì chi l’ha provocato, recuperando preziose risorse dai responsabili di questo scempio, a beneficio dell’intera collettività di Parma.
La nuova Amministrazione comunale ha ereditato una situazione finanziaria drammatica, di cui non è responsabile. Il rischio, da Lei paventato, signor Sindaco, dell’innalzamento del rating del Comune, sembra nascere dalla considerazione dell’ effetto senza l’analisi della causa. D’altro canto, anche in considerazione del solo effetto, riesce difficile pensare ad un abbassamento del rating qualora il Comune si liberasse di un debito di oltre 100 milioni di euro a fronte dei circa 800 dichiarati, rinunciando a dei terreni il cui valore effettivo peraltro non supera qualche decina di euro al mq.
L’idea che un Comune debba essere sottoposto alla valutazione delle agenzie internazionali è perfettamente in linea con quella stessa politica che ha prodotto il debito stesso.
Il lavoro della Commissione di Audit sta dimostrando che i debiti sono stati creati ad arte, che i buchi di bilancio sono stati creati non per far vivere meglio i cittadini e per restituire loro servizi e diritti, ma per favorire gli interessi di pochi, che si è riprodotto debito su debito, facendolo proliferare.
Auspico pertanto, signor Sindaco, un confronto pubblico con la Commissione di audit, affinchè le scelte da intraprendere siano espressione di una proficua partecipazione dei cittadini.

Cristina Quintavalla

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