
22/11/2011
h.12.10
Prosegue a Parma Teatro Festival 2011 e proseguono i debutti delle nuove produzioni di Fondazione Teatro Due. Giovedì 24 novembre 2011 alle ore 21.00, in replica fino al 4 dicembre, andrà in scena in prima nazionale Odore di Santità, un testo di Laura Forti, diretto da Massimiliano Farau e interpretato da Salvatore Cantalupo.
In una scena pervasa da una luce che non illumina ma acceca, che non chiarisce ma disorienta, Salvatore Cantalupo (già interprete di Gomorra di Matteo Garrone, recentemente Don Mario in Corpo celeste di Alice Rohrwacher), dà corpo e voce, con perturbante intensità, a un prete e al bambino che è stato, portando al pubblico la sconcertante confessione dell’incontro con il male assoluto di un uomo di Dio.
Apparentemente solo nella sua intonsa sala da bagno, il sacerdote è accerchiato dalle ombre e dai fantasmi della sua tragica storia: parla della solitudine, dell’infanzia, del sacerdozio, degli abusi subiti, di quelli inferti. Seguendo il racconto della sua lenta e inconsapevole deriva, Cantalupo si fa prima bambino sensibile, vittima, incapace di dire “no”, poi adulto impossibilitato ai sentimenti, carnefice, la cui mente prende la forma di una strana, raggelata stanza dei giochi.
Sul palco il regista Massimiliano Farau materializza questo coagulo di memorie infantili, mai articolate in una vera coscienza adulta, in un’azione dilatata e allo stesso tempo compressa, in cui lo sconcerto di voci dal passato, che lentamente riemerge nella mente del protagonista, si fa narrazione incalzante; un cuore, un corpo e un respiro, che reclamano l’attenzione mai avuta prima.
Le prime cose che mi hanno colpito nel leggere il potente testo di Laura Forti sono proprio gli odori. E i sapori. Il minestrone che la mamma del protagonista prepara inesorabilmente ogni sera (sembra di sentirlo quel gusto rassicurante ma come un po’ stantio); la salsiccia spalmata sul pane durante i pomeriggi di gioco (in cui per la prima volta assapora, insieme alla voluttà di quella poltiglia di carne anche il piacere di far soffrire qualcuno); e poi quel misto di sudore e amido per camicie che assale le narici del bambino quando si accosta al prete (il ragazzino crede che in quello consista l’odore di santità); infine il profumo di rosa, fra dolciastro e marcescente, che spande attorno a sé la prima donna capace di affascinare l’ex-bambino diventato ormai adulto, e prete a sua volta. Odori che contengono in sé una strana ambivalenza, che sono insieme inebrianti e un po’ nauseabondi, familiari ma capaci, al tempo stesso, di stordire. E questi odori abitano ambienti desolati e come sospesi: cortili di caseggiati popolari, colonie estive, sagrestie, aule di seminari, refettori, corridoi di vecchie scuole, dormitori, modeste canoniche; luoghi spesso colti in una specie di tempo fermo, in uno iato dell’esistenza o in un torpore della coscienza in cui tutto è possibile, e può accadere di attraversare, con leggerezza e distrazione, soglie da cui non si torna indietro… Massimiliano Farau
Alla drammaturga fiorentina Laura Forti, molto rappresentata in Francia e Germania, Fondazione Teatro Due in questa Stagione 2011/2012 dedica un focus d’autore, allestendo tre suoi testi: Odore di Santità è il primo, cui seguirà dal 27 marzo al 5 aprile 2012 Tale Madre, tale figlia con Anna Ammirati per la regia della stessa Forti; inoltre nella seconda parte della stagione Nema problema, produzione del 2008, sarà in tournèe in alcuni teatri italiani.
Proseguono fino al 4 dicembre, le repliche di Woyzeck – ricavato dal vuoto (ore 21.00): Michela Lucenti / Balletto Civile porta in scena il celebre testo di Büchner in un’intensa scena-processo in continuo movimento, un dramma a stazioni, una via crucis dove le parole, visionarie e poetiche, agguantano i corpi e in cui il suono è un richiamo, vivo e pulsante, che trascina nei meandri dell’essere umano.
Secondo appuntamento con il progetto di Giuseppe Bertolucci A MIO PADRE, giovedì 24 novembre alle ore 20.00 andrà in scena Casa d’altri, da Silvio D’Arzo, con Antonio Piovanelli, regia Giuseppe Bertolucci. La dedica intima e personale all’universo poetico di Attilio Bertolucci, in occasione del centesimo anniversario dalla sua nascita, interseca qui la voce del poeta a quella del prematuramente scomparso scrittore reggiano, componendo un tributo a due talenti letterari di un territorio che entrambi hanno con amore raccontato nei loro scritti. Un “gemellaggio poetico” postumo tra due artisti che, negli anni della giovinezza, si sono reciprocamente apprezzati, condividendo alcuni topoi letterari e geografici. Casa d’altri affronta la quaestio filosofica sul (dis)valore etico del suicidio attraverso gli occhi di un uomo di Dio, che si scopre incapace di trovare risposte davanti alla sofferenza.
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