Pandemia ed emergenze: a scuola di Protezione civile online con gli esperti dell’Unione Pedemontana Parmense

Come è organizzato e come funziona il sistema di Protezione civile? Cosa prevedono i piani comunali? E cosa fare nel caso in cui si dovesse verificare un’emergenza in piena pandemia, come quella che stiamo attraversando? Le risposte a queste e ad altre domande sono arrivate nel corso di un incontro pubblico online organizzato mercoledì 3 marzo dall’Unione Pedemontana Parmense, al quale hanno partecipato amministratori, tecnici e semplici cittadini. Relatore della serata è stato Stefano Castagnetti, geologo e consulente del Servizio di Protezione civile dell’Unione, che ha  illustrato il funzionamento del sistema e ribadito l’importanza che la popolazione sia parte attiva per proteggere se stessa e gli altri in caso di alluvioni, incendi, terremoti o altre situazioni critiche in cui sia necessario assumere comportamenti corretti. 

«La prevenzione e mitigazione dei rischi è fondamentale – ha sottolineato l’esperto –. Tra le misure previste dal codice di Protezione civile c’è proprio la diffusione della conoscenza e della cultura delle azioni da adottare, per migliorare la capacità di risposta della comunità. Conoscenza che si concretizza con la pubblicizzazione dei piani (scaricabili sul sito dell’Unione www.unionepedemontana.pr.it, ndr), la formazione e l’informazione, attraverso campagne come il progetto partecipativo “Insieme”, il rilancio di campagne nazionali e gli opuscoli. Prossimamente verrà realizzato un depliant, che sarà distribuito e potrà anche essere scaricato online».

Castagnetti ha poi spiegato cosa accade in caso di emergenza. Spetta ai sindaci, autorità locali di Protezione civile, attivare i centri operativi comunali (COC), ai quali partecipano tutti i servizi coinvolti, compresi quelli alla persona di Azienda Pedemontana Sociale.  «Il fatto di poter contare su un’Unione è importante perché permette di essere più efficaci – ha aggiunto – e un altro punto di forza è rappresentato dalle organizzazioni del volontariato: c’è un coordinamento provinciale che ha una lunga storia e in tantissime situazioni ha dimostrato grandi capacità operative e organizzative».

L’incontro è proseguito con la spiegazione del contenuto dei piani, dall’analisi territoriale al sistema di allertamento, passando per l’analisi dei rischi: «Già nel febbraio 2020 avevamo inserito quello igienico-sanitario, modificato poi in epidemiologico», ha sottolineato Castagnetti. Nei piani vengono inoltre censite le risorse a disposizione e viene illustrato il modello di intervento in cui si stabilisce chi fa che cosa. Particolarmente importanti per la popolazione sono le “Aree di attesa”, luoghi sicuri georeferenziati che ogni cittadino è tenuto a conoscere e a raggiungere in caso di emergenza. Il sistema prevede anche i “referenti di frazioni”, persone che agiscono da “sentinelle”, già operative a Montechiarugolo, che presto verranno formate anche negli altri comuni. Infine, Castagnetti ha ricordato Alert System, attivo in tutti i territori dell’Unione, che in caso di necessità consente di allertare i cittadini attraverso la telefonia fissa e mobile con messaggi vocali registrati. 

«I piani hanno un senso se la popolazione li conosce – ha sottolineato l’assessore alla Sicurezza e Protezione civile dell’Unione Elisa Leoni –. Per questo chiediamo ai cittadini di consultarli e di prestare attenzione a tutte le azioni comunicative che svolgiamo. Abbiamo inoltre chiesto a Castagnetti di aggiornarli alla luce di quello che potrebbe accadere se dovesse verificarsi un’emergenza durante una pandemia. Per esempio, l’anno scorso abbiamo avuto un breve sciame sismico che per fortuna non ha avuto conseguenze, ma che insieme a tutto il resto ha creato qualche contingenza negativa». Leoni ha poi ricordato anche la mappa georeferenziata degli anziani in condizioni di fragilità che vivono da soli e che in caso di necessità possono essere soccorsi.

Quanto sia stato complicato il 2020 e quanto ancora lo sia il 2021, lo ha spiegato Franco Drigani, responsabile del Servizio di Protezione civile e comandante della Polizia locale: «Abbiamo attraversato, e  stiamo ancora attraversando, un periodo difficile, durante il quale abbiamo tuttavia imparato tanto. Come Unione direi che abbiamo risposto alle necessità in tempo reale, affrontando gli eventi in maniera logica e sensata. Abbiamo fatto squadra e credo che dal punto di vista operativo si possa dire che il bicchiere sia stato mezzo pieno».

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