Banche cooperative & internazionalizzazione

SMA MODENA

19/02/2013
h.17.50

Si è svolto nei giorni scorsi, nell’antico plesso dell’Istituto delle Madri Orsoline del Sacro Cuore, il convegno sulla internazionalizzazione dell’economia promosso da Banca di Parma, parte di un ciclo di incontri che intende approfondire la situazione economica globale e le sue ricadute sul contesto locale, i bisogni degli imprenditori e gli strumenti che le istituzioni possono mettere a loro disposizione, ma soprattutto il ruolo che deve assumere una banca di credito cooperativo a vocazione locale a sostegno del suo territorio.
Hanno introdotto i lavori il Presidente Alfredo Alessandrini e il vice Presidente Pier Luigi Casa, a cui è seguito l’intervento direttore generale di Iccrea Banca Impresa, Enrico Duranti, che ha dichiarato che “le banche cooperative hanno una vocazione vera per l’economia reale del loro territorio. In Emilia Romagna ci sono 23 BCC con 438 sportelli. Con soddisfazione posso dire che per l’Italia nel 2012 la differenza tra l’export e l’inport non è mai stato così alto negli ultimi anni. La Regione Emilia Romagna è la terza regione per export (13%). La provincia di Parma è la seconda in Italia per export grazie all’agroalimentare”.
Nella successiva Tavola rotonda si sono confrontati l’amministratore delegato della Dallara Automobili Andrea Pontremoli, convinto che “sia competitiva l’impresa che appartiene a un territorio competitivo. Vogliamo portare qui da noi le risorse delle nuove economie del mondo. Noi facciamo il 93% del nostro fatturati fuori dall’Italia. Il nostro Paese deve agire, la politica deve andare per davvero incontro alle imprese e mettersi a loro disposizione per creare nuove opportunità di sviluppo: il rischio più grande che abbiamo davanti è quello di stare fermi”.
Il direttore per le Politiche di Internazionalizzazione presso il Ministero dello Sviluppo Economico Pietro Celi ha rimarcato che “è stato un errore chiudere gli uffici dell’ICE finalizzati commercializzazione verso l’estero senza alcuna soluzione alternativa. Il nuovo Governo li ha reintrodotti, guardando soprattutto alle PMI. Noi vogliamo fornire servizi reali quali informazione, formazione, consulenza, promozione collettiva”.
Il Presidente del Gruppo Cooperativo Gesin Proges Antonio Costantino ha affrontato il tema del rapporto tra imprese e sistema bancario. “Oggi la natura finanziaria di questa crisi ha appiattito la valutazione delle imprese al rating, cancellando il valore di criteri come la certificazione etica, l’applicazione della 231, il bilancio sociale, il livello occupazionale. Il pericolo è non vedere che dietro questi valori c’è la qualità delle imprese e la qualità del mercato, che senza attenzione a questi aspetti il mercato si degrada e le regole si indeboliscono. I primi a perdere competitività saremo noi. Il contesto nel quale operiamo è un contesto globale, ma non solo nel senso delle frontiere, della concorrenza, dell’informazione, ma soprattutto nel senso della relazione tra valori economici e valori sociali, tra risultati economici e risultati sociali. Altrimenti rischiamo di tornare al punto di partenza e di ricreare le medesime condizioni che hanno generato la crisi. Questa è la lezione che dobbiamo trarre dalla crisi: che il mercato non regge se avulso dal contesto sociale in cui opera. La crisi ne è la dimostrazione, e se c’è chi pensa che la crisi ci abbia appiattito sulle dimensioni economiche, secondo me ha sbagliato completamente lettura. In particolare questo vale per noi cooperative, che siamo imprese a tutti gli effetti, ma imprese differenti, perché non nasciamo rivolte al profitto, ma al lavoro”.
Infine, Costantino ha affrontato il tema dell’internazionalizzazione relativa ai modelli di welfare. “Abbiamo accettato la sfida, partecipando a una gara a Bruxelles relativa alla la gestione di un nido d’Infanzia destinato ai dipendenti e autorizzati della Commissione Europea. Cosa ci ha spinto? Sostanzialmente le medesime che ci vedono impegnati ogni giorno a confrontarci con le amministrazioni locali per portare soluzioni anche innovative sul piano delle partnerships pubblico-privato a sostegno del Welfare. Le problematiche incontrate sono state tante: conflitti legislativi tra Regione di Bruxelles e comuni che fanno parte della regione; conflitti politici e culturali tra componenti di lingua fiamminga o wallona; la burocrazia della Commissione Europea, piuttosto lenta. Questa esperienza però ci ha dimostrato quanto possiamo essere competitivi, sia dal punto di vista della gestione, sia dal punto di vista del nostro modello pedagogico educativo, decisamente più evoluto rispetto alla maggior parte dell’Europa”.

PrD