Pensioni sociali agli immigrati, risoluzione del Pdl

SMA MODENA

21/11/2011
h.18.20

Il Gruppo del Popolo della Libertà in Regione Emilia-Romagna continua ad insistere nella sua battaglia contro le pensioni sociali agli stranieri che si ricongiungono ai familiari in Italia giusto per farsi dare l’assegno sociale dall’INPS per poi tornarsene a goderla nei paesi d’origine.
I Consiglieri regionali PDL hanno questa volta presentato una risoluzione (primo firmatario il Presidente del Gruppo, Luigi Giuseppe Villani) nella quale sottolineano che in Emilia-Romagna sono 1.944 gli extra comunitari beneficiari del vitalizio, senza aver versato, nella quasi totalità dei casi, alcun contributo previdenziale, con un costo di ben 13 milioni di euro l’anno.
Come spiegano gli esponenti in Regione del PDL in molti casi, una volta ottenuta la pensione, questi pensionati sociali, tornano nel loro Paese d’origine, dove, con il vitalizio pagato dai cittadini italiani, vivono da agiati, visto che in Tunisia, Marocco, Albania e Romania l’assegno di 550,50 euro mensili per tredici mensilità corrisponde al doppio dello stipendio medio.
Ciò avviene grazie alla politica dei ricongiungimenti familiari prevista dalla legge 388 del 2000 voluta dal Governo Amato di centrosinistra, e che consente ai genitori con più di 65 anni che raggiungono i figli nel nostro Paese di chiedere immediatamente il vitalizio. Il Governo Berlusconi ha comunque modificato questa legge per cui, a partire dal 1 Gennaio 2009 è richiesto il requisito di almeno 10 anni di permanenza continuativa e legale in Italia.
Con tale intervento gli assegni sociali liquidati agli stranieri in Emilia-Romagna sono passati dal 37% del totale nel 2008, al 22,1% nel 2010, ma occorre continuare ad affrontare il fenomeno con rigore ed equità, data la situazione non certo rosea del debito pubblico del nostro Paese.
Per questi motivi i Consiglieri regionali del PDL vogliono impegnare la Giunta regionale e l’Assemblea legislativa regionale di cui sono membri a: sensibilizzare il Governo Monti a proseguire nel solco del rigore adottato dal precedente Governo di centro-destra, senza cedere alle pressioni di una sinistra irresponsabile che ha scaricato sulle spalle dei contribuenti italiani, con effetti deleteri per il sistema pensionistico, il tentativo di conquistare con ogni mezzo il consenso elettorale degli immigrati; introdurre, come ha fatto la Francia, controlli accurati nei paesi d’origine degli immigrati, al fine di accertare la situazione finanziaria, contributiva, bancaria e pensionistica degli ultra 65enni richiedenti; prevedere l’obbligo di ritirare mensilmente l’assegno sociale, personalmente, presso l’ufficio postale, firmando un apposito registro.

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