Ponte sul Taro, “Bernazzoli ha dimenticato Borri”

Archivio Provincia ai raggi X
Finalità della rubrica
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07/03/2009
h.13.50

Giovanni Capece, stretto collaboratore del compianto Andrea Borri, ex capogruppo dei  Democratici in Provincia durante la presidenza Borri. Capece è stato anche presdente di SOPRIP. 

Caro Andrea,
come sai in questo ultimo anno ho appeso la politica al chiodo per dare concretezza ad un insegnamento di Andrea Borri che avevo preso sotto gamba. Il nostro mai tanto compianto Presidente della Provincia mi ha sempre detto che si può fare politica da uomini liberi solo avendo un lavoro autonomo da essa. Io ho cercato di essere libero senza tale autonomia e ne ho pagato un prezzo.
Ora che posso ritenermi fuori dal guado, ora che sono economicamente e lavorativamente autonomo dalla politica – anche perché nulla ho ricevuto da essa dopo la fatwa lanciatami dal presidente Bernazzoli ed i suoi accoliti – posso tornare ad esprimere il mio pensiero.
Come potrai immaginare la rubrica Raggi X mette a nudo i “peccati” di una amministrazione provinciale che si riteneva superiore ad ogni giudizio lenisce qualche mia cicatrice, anche se devo dire che non tutte le segnalazioni dei lettori hanno la mia condivisione.
Infatti per l’esperienza che ho fatto in Provincia ho sempre ritenuto il gruppo afferente all’assessorato all’agricoltura di grande qualità, a partire dal compianto dirigente Ghiretti, è per questo che non mi scandalizzo che Vittorio Romanini sia diventato dirigente, mi spiace, invece, che debba pagare il fatto di essere fratello di un maggiorente – peraltro stimabile – del PD. Non vorrei mai che i miei fratelli fossero chiamati a rispondere delle mie azioni.
Ho fatto questa lunga premessa per utilizzare questa tua rubrica per denunciare un’ingiustizia della Provincia che mi ha ferito. Ero consigliere provinciale quando si è avviata la procedura per la costruzione del ponte sul Taro tra Medesano e Collecchio. So bene quanto Andrea Borri credesse in una strada di collegamento tra la città e Salsomaggiore che facesse della pedemontana un’asse centrale dello sviluppo della provincia. Lo sosteneva fin dal 1990 quando un ingegnere di Parma (i ricordi possono essere vaghi ma penso fosse l’ing. Ferrari) gli presentò un progetto ambizioso che prevedeva anche qualche galleria per superare le colline che dividono il torrente parola a Salsomaggiore: lui era deputato democristiano ed io il suo collaboratore alla commissione di Vigilanza Rai.
Puoi pertanto capire quanto il ponte sul Taro, prima ancora della strada per Bosco di Corniglio, avesse per Andrea Borri un significato particolare.
In questi mesi ho assistito alla inaugurazione del ponte, ho preso atto della sua intitolazione ad un defunto Presidente della Provincia comunista, ho letto delle celebrazioni che hanno seguito tale evento: ebbene non ho sentito alcun riferimento ad Andrea Borri.
Per me questo è ancora più scandaloso di tutti i soldi che stanno sprecando a sostegno degli amici degli amici.
Un caro saluto.

Giovanni Capece

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