
I Carabinieri della Compagnia di Fidenza, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due uomini, di 27 e 26 anni, residenti in provincia di Napoli, ritenuti i presunti autori della rapina aggravata commessa il pomeriggio dello scorso 10 novembre ai danni della Banca Popolare dell’Emilia Romagna di Soragna.
I due devono difendersi dall’accusa di concorso in rapina aggravata dall’aver agito armati di cutter e con i volti travisati da cappello e mascherina chirurgica, oltre che di sequestro di persona per aver trattenuto contro la loro volontà impiegati e clienti dell’istituto di credito, ed altresì di porto di armi e concorso in falso per aver alterato la targa del veicolo utilizzato per la fuga.
L’indagine, condotta dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa coadiuvati dalla Stazione Carabinieri di Soragna, è partita immediatamente dopo la rapina avvenuta, come detto, in data 10 novembre 2022 ai danni della BPER di Soragna.
Al momento dell’ingresso in banca c’erano tre dipendenti e cinque clienti, fatti accomodare in un ufficio, sotto la stretta vigilanza di un reo, mentre l’altro, con il direttore, si occupava di prelevare i soldi, attendendo l’apertura temporizzata delle casseforti.
Durante la rapina, gli autori hanno evidenziato esperienza e molto sangue freddo, facendo rispondere regolarmente i dipendenti al telefono dell’istituto di credito ed invitandoli, con la minaccia del taglierino, a non destare sospetto negli interlocutori.
Visto il protrarsi del tempo per l’apertura delle casseforti, hanno fatto eseguire le operazioni previste per l’ora di chiusura, ovviamente trattenendo all’interno impiegati e clienti. Aperte tutte le casseforti ed impossessatisi di oltre 45 mila euro, hanno intimato ai presenti di aspettare 15 minuti prima di dare l’allarme, al fine di evitare di legarli ed imbavagliarli, dileguandosi a bordo di una Lancia Y con targhe alterate.
L’indagine è partita dalle testimonianze dei presenti, i quali -sebbene i rapinatori fossero con volto coperto- sono riusciti a fornire ai Carabinieri particolari del viso e dei capelli, rivelatisi fondamentali per la completa identificazione degli autori.
Inoltre l’esame dei sistemi di videosorveglianza presenti in provincia di Parma, ha consentito di ricostruire il tragitto del veicolo e dei due presunti responsabili, ripresi prima dell’ingresso in banca a volto scoperto.
In questo modo si è risaliti all’individuazione del mezzo utilizzato, noleggiato qualche giorno prima in provincia di Napoli e all’identificazione dei due. A marzo uno dei due indagati è stato controllato dai Carabinieri della Stazione di Soragna, mentre a bordo di altra vettura noleggiata circolava nel comune, il che può essere considerato un elemento di conoscenza del territorio da parte di soggetti provenienti da area geografica completamente diversa.
Il 24 marzo 2023, l’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Parma, concordando con le risultanze investigative e con le richieste della Procura della Repubblica di Parma, ha emesso a carico dei due la misura cautelare della custodia in carcere poiché ritenuti i presunti responsabili di tutti i reati contestati. Rintracciati a Napoli dai Carabinieri di Fidenza che nella fase della cattura sono stati supportati dai colleghi della città campana, sono stati associati al carcere di Napoli Poggioreale in attesa dell’interrogatorio dinanzi al GIP, cui potranno esporre la propria linea difensiva.
Al di là delle responsabilità personali che saranno accertate nel corso del processo, l’odierna vicenda appare significativa, sia perché si tratta di una tipologia di reato non molto diffusa nel circondario di Parma (almeno non negli ultimi tempi e con tale professionalità), sia perché in essa si è palesata la professionalità degli organi inquirenti che, anche avvalendosi della tecnologia più avanzata, sono riusciti nella difficile opera di seguire con pazienza e tenacia le tracce dei rapinatori, ricostruendo -almeno allo stato degli atti- tutti i movimenti dell’auto sino in zone lontane dal territorio emiliano.
Il Procuratore della Repubblica dott. Alfonso D’Avino