
28/10/2011
h.17.30
E’ guerra aperta tra il senatore e coordinatore regionale Pdl Filippo Berselli e il procuratore capo di Parma Gerardo Laguardia. Con la terza interrogazione al ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma in pochi giorni, Berselli alza il tiro a zero e solleva la questione dell’incompatibilita’ di sede di Laguardia per la presenza della figlia in citta’ come avvocato. Una circostanza che violerebbe “l’articolo 18 dell’ordinamento giudiziario”, che dispone l’incompatibilita’ dei magistrati che hanno “rapporti di parentela o affinita’ con esercenti la professione forense”.
Articolo che prevede, cita testualmente il presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama, che “i magistrati giudicanti e requirenti delle Corti di appello e dei tribunali non possono appartenere ad uffici giudiziari nelle sedi nelle quali i loro parenti fino al secondo grado, gli affini in primo grado, il coniuge o il convivente, esercitano la professione di avvocato”.
Berselli prende le mosse da “notizie di stampa” riguardanti “l’avvocato Maria Anna Laguardia, figlia del Procuratore della Repubblica di Parma Gerardo Laguardia, che per aggirare l’ostacolo dell’art. 18 dell’ordinamento giudiziario, si e’ iscritta all’Ordine degli avvocati di Piacenza con studio in via Vigoleno n. 2, indirizzo pero’ dove non figura apposta la targa professionale”.
Un’iscrizione “evidentemente di comodo”, a quanto risulta al berlusconiano, “visto che il predetto avvocato esercita effettivamente la sua attivita’ in Parma con studio, adeguatamente pubblicizzato con tanto di targa di ottone all’esterno, in borgo Salmitrara n. 8″.
Berselli torna quindi a chiedere a Nitto Palma se “non ritenga indispensabile ed urgente, come peraltro richiesto nelle precedenti interrogazioni, disporre un’indagine ispettiva all’esito della quale promuovere un procedimento disciplinare presso il Consiglio superiore della magistratura affinche’ venga accertata l’incompatibilita’ di sede per il Procuratore della Repubblica di Parma Gerardo Laguardia”.
Gli interventi di Berselli su Laguardia prendono le mosse dalle inchieste Green Money ed Easy Money della Procura ducale, che hanno portato alla caduta della giunta Vignali e che per il senatore dimostrano l'”intento persecutorio” verso il Pdl del procuratore. Berselli ha intensificato gli attacchi a Laguardia dopo l’indagine sull’ipotesi di abuso d’ufficio a favore dell’impresa Pizzarotti all’ospedale Vecchio, per la quale la Procura indaga 11 ex amministratori, in gran parte del Pdl. Il Gip ha negato il sequestro del cantiere chiesto dalla Procura. La risposta di Laguardia e’ arrivata oggi, con il deposito di un ricorso alla decisione del gip.
(Mas/ Dire)
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Il procuratore della Repubblica di Parma, Gerardo Laguardia, replica al presidente della Commissione Giustizia del Senato, Filippo Berselli: “Mia figlia esercita la professione di avvocato esclusivamente nel ramo civile dal 2006 a Piacenza, ove è iscritta, e anche a Parma. Di tale circostanza ho dato comunicazione al Csm ex art.18 Ordinamento giudiziario. Con deliberazione del 10-3-2008 il Csm ha archiviato la pratica non avendo rilevato alcuna situazione di incompatibilità. Ulteriore comunicazione ho dato al Csm in data 3-3-2011, avendo mia figlia stabilito un proprio recapito a Parma. Il senatore Berselli cita in modo strumentale solo parzialmente l’art.18 Ordinamento giudiziario omettendo le parole ‘salvo valutazione caso per caso per i tribunali ordinari organizzati con una pluralità di sezioni per ciascun settore di attività civile e penale’. La circolare 25-5-2007 del Csn precisa inoltre: ‘in relazione ai magistrati preposti agli uffici requirenti, attesa la materia penalistica trattata, l’incompatibilità può essere esclusa nel caso in cui il parente svolga esclusiva attività nel settore civile o del lavoro. Appare singolareche solo in questo momento il senatore Berselli evidenzi una situazione che perdura dal 2006”.
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28/10/2011
h.19.15
Con riferimento alle notizie apparse nei giorni scorsi circa l’iniziativa del sen.Berselli sull’invio degli ispettori ministeriali presso la Procura di Parma siamo a comunicare tutta la solidarieta’ del direttivo e degli associati del Movimento Nuovi Consumatori al Procuratore Capo La guardia ed alla d.ssa Paola Dal Monte.
L’iniziativa del senatore in parola appare quantomeno improvvida e temeraria per le circostanze in cui la medesima e’ maturata ed e’ stata annunciata: pare infatti un vero e proprio atto di intimidazione nei confronti dei magistrati che stanno svolgendo il loro lavoro in modo ottimale e che debbono continuare a farlo con serenita’ e senza pressioni esterne.
A tal proposito suggeriamo al sen. Berselli di chiedere agli ispettori di verificare, intanto che ci sono, per quale motivo nella ns Procura e nel ns Tribunale vi sia carenza di magistrati requirenti e giudicanti da tempo immemore, vi sia carenza di operatori giudiziari, cancellieri, personale di PG, fax , carta toner, stampanti e tutti quegli strumenti atti a garantire una decente condizione di lavoro agli addetti ai lavori.
Alla politica locale invece chiediamo di sapere per quale motivo la tanto sbandierata sezione della Corte d’Appello di Bologna a Parma non sia mai stata costituita, nonostante i proclami di Vignali risalenti a quattro anni fa.
Un ultima considerazione pare proprio inprocastinabile: se la Procura apre delle indagini a carico della Provincia sicuramente non ne informa il mondo, cosi’ come gli esposti per essere verificati necessitano di tempi tecnici non inferiori all’anno e mezzo, prima di accertare eventuali responsabilita’ penali..
Quindi chi lo dice che la Procura indaga a senso unico?
Certo se in Procura avessero piu’ magistrati e piu’ uomini di PG le indagini sarebbero sicuramente piu’ rapide, ma cosi’ purtroppo non e’ atteso quanto sopra detto.
Concludiamo esprimendo la nostra piu’ totale fiducia nel lavoro del dott.La guardia e della d.ssa Dal Monte con l’auspicio che possano lavorare con serenita’ e senza attacchi esterni che piu’ che la ricerca della verita’ paiono essere organizzati per intimidire, cosa francamente inaccettabile.
Dott.Filippo Greci
Pres.Naz.Movimento Nuovi Consumatori
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29/10/2011
L’intento intimidatorio è evidente.
Chiarissime sono, anche, le ragioni dei ripetuti attacchi del Coordinatore Regionale del PdL al Procuratore della Repubblica: il timore di eventuali, ulteriori, sviluppi delle indagini e di conseguenti nuovi provvedimenti con ricadute negative sull’immagine del PdL di Parma.
E’ il metodo berlusconiano paradutato su Parma anche nell’intento di far credere che la caduta del governo cittadino sia frutto di un “golpe” della Magistratura.Tentativo disperato ed inutile: la Città ha dimissionato la ex-Maggioranza e il PdL per la malagestione, l’inefficienza amministrativa, i debiti e l’arroganza inconcludente, essendo le decisioni giudiziarie, tutt’al più, la classica goccia e non la causa della caduta dell’esecutivo locale.
Come cittadino, nel segno della Costituzione, mi auguro che l’azione della Magistratura non subisca neanche un rallentamento e che si sviluppi fino in fondo perchè la ripartenza di Parma ha bisogno anche della certezza del rispetto della legge come obbligo di tutti, nessuno escluso.
Esprimo, infine, sdegno per l’aggressione alla Persona segno della barbarie politica dell’Italia di oggi, triste conseguenza dell’era berlusconiana.
Giorgio Pagliari