
26/11/2012
h.16.50
CGIL Parma e IRES Emilia-Romagna hanno presentato stamattina, nel salone “Trentin” della Camera del Lavoro di Parma, il Report 2012 dell’Osservatorio sull’economia e il lavoro in provincia di Parma.
Si tratta del 4° rapporto dell’Osservatorio, che fa seguito a quelli elaborati e illustrati a partire dal 2009 sulla base di un progetto nato dalla necessità, a crisi avviata, di costruire uno strumento con cui raccogliere e sistematizzare i diversi dati e le fonti statistiche relative all’intreccio tra fenomeni economici, occupazionali e sociali che disegnano lo scenario provinciale, integrando la già raffinata reportistica prodotta da realtà istituzionali come la Provincia e la Camera di Commercio.
Rappresenta dunque la volontà di portare a sistema una già cospicua varietà informativa, arricchendola con le valutazioni e informazioni di pertinenza del sindacato, con un obiettivo strategico: quello di approfondire una conoscenza, diffusa ed esaustiva, del territorio, premessa indispensabile per una organizzazione sindacale che, secondo un consolidato orientamento europeo, intenda essere in grado di cogliere i cambiamenti in atto ed eventualmente anticiparli.
Soprattutto in una prospettiva di superamento dell’attuale fase recessiva e di individuazione degli strumenti più adatti a contenere la perdita occupazionale e a tutelare i lavoratori colpiti dalla pesante crisi produttiva in cui versa il territorio e l’intero sistema Paese.
Alla presentazioni dei dati (scarica il Report 2012 e le slides), introdotti da Fabrizio Ghidini, segretario confederale CGIL Parma, e illustrati da Valerio Vanelli, ricercatore IRES Emilia-Romagna e Università degli Studi di Bologna, hanno fatto seguito i commenti e le valutazioni di diversi rappresentanti istituzionali e delle forze sociali e imprenditoriali. Sono intervenuti: Azzali (UPI), Rossi (Comune Parma), Amoretti (Provincia Parma), Bertoli (APLA Confartigianato), Vedrini (Confesercenti), Mazza (ASCOM), Losi (Legacoop), Capitelli (CNA), Fini (UIL), Mazza (ASCOM Confcommercio).
Le conclusioni sono state affidate alla segretaria generale CGIL Parma, Patrizia Maestri, che ha rinnovato le forti preoccupazioni del sindacato circa l’allarmante deriva occupazionale che ha contagiato anche il nostro territorio, con conseguenze sulla tenuta sociale, sollecitando una nuova coesione e responsabilità da parte di tutte le Istituzioni e le forze sociali e imprenditoriali.
___
Parma e la crisi: Bersani è la scelta giusta per ripartire
“Lavoro, precarietà e scuola”. Il giorno dopo il primo turno delle primarie, Pierluigi Bersani ha rimesso al centro tre pilastri che non sono slogan o manovre acchiappavoti ma priorità urgenti per la ricostruzione del Paese.
A maggior ragione questo vale a Parma, dopo la presentazione odierna dei dati dell’Osservatorio sull’economia locale, in una realtà dove solo la tenuta dell’agroalimentare ci consente di impattare la crisi meglio che altrove.
I dati istituzionali ci dicono che la nostra provincia ha perso 821 posti di lavoro nei primi 6 mesi del 2012 e che il 2013 sarà un altro anno di lacrime e sangue.
Aumentano gli scoraggiati che hanno smesso di cercare un lavoro, il tasso di disoccupazione femminile qui è più alto che nelle altre province, le imprese artigiane sono alla canna del gas.
A Parma, si lavora più che altrove. Vero. Ma come? Il posto fisso è scivolato nella marginalità (13,8% nel 2001. Era al 20,5% nel 2008), lievitano il lavoro a chiamata e il part time.
Bersani, e noi lo sosteniamo, propone la riduzione del cuneo fiscale, abbassando il costo del lavoro per favorire nuove assunzioni. Crediamo che una nuova politica industriale debba dare seguito al piano “Industria 2015”, lanciato nel 2007 da Bersani quando era Ministro e a tutt’oggi l’unica rotta credibile da seguire. In particolare, il nuovo Governo dovrà favorire le reti di imprese, unica via per le Pmi per aumentare la loro massa critica e avere maggiore forza sul mercato, senza doversi fondere o unirsi sotto il controllo di un unico soggetto. Una riforma, questa, da accompagnare al ripensamento del sistema degli appalti pubblici, proprio per consentire alle Reti di prendervi parte.
In materia contrattuale, rimandiamo al mittente soluzioni precarizzanti, che peggio farebbero al sistema Italia. Crediamo che oltre 40 forme di lavoro precario siano una follia da semplificare. Se si vuole allargare il decentramento contrattuale, come e’ giusto, si deve allestire un meccanismo di partecipazione dei lavoratori che sia riconosciuto dai lavoratori stessi. Bersani questo lo ha detto a Parma, lo scorso 23 novembre. E crediamo sia un impegno da sottoscrivere, al pari del bisogno di una stagione nuova di rapporto con le organizzazioni sindacali. Siamo lontani, lontanissimi, da chi attacca la Cgil e bolla la più grande organizzazione sindacale italiana come forza del no. La nostra cultura, il nostro impegno, sono invece diretti a ricomporre l’unità sindacale, perché dalla crisi si potrà uscire solo stando uniti e insieme prendendo le decisioni necessarie.
Decisioni come la riforma che interessa gli esodati. Sempre a Parma, interrogato dal coordinamento locale della categoria, Bersani ha detto chiaramente che questo dramma italiano sarà risolto. E il modo per farlo è rimettere mano ad una riforma delle pensioni che ad oggi mina il futuro di milioni di italiani.
Parma X Bersani