Regionali, nella lista del PDL manca la escort “popolare”, per sfondare a sinistra

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05/11/2009
h.11.40

Qualche giorno fa il comitato provinciale del PDL di Parma ha individuato tre dei quattro candidati per le regionali. Si tratta di Giovanni Bernini, Giampaolo Lavagetto, Luigi Villani. Il quarto nome, ancora da definirsi, dovrebbe essere quello di una donna.
Una lista siffatta è stata promossa dai giornali locali come forte elettoralmente perché mette in campo i big del partito costringendoli a competere tra loro in una lotta all’ultimo sangue per accalappiarsi le preferenze.
Personalmente ho un’opinione opposta, perché la scelta di questi nomi (tra l’altro sempre i soliti da almeno dieci anni), è sì utile a soddisfare gli equilibri interni, lo spirito di rivincita e le ambizioni di singoli, ma sulla sua forza elettorale nutro più di una perplessità.
Il valore aggiunto dei candidati si manifesta in due forme: 1) motivare al voto l’elettorato del proprio partito; 2) portare consensi che altrimenti andrebbero su altre liste.
Primo elemento: la motivazione al voto. C’è qualcuno che crede davvero che alle prossime regionali che si ridurranno in uno scontro frontale durissimo tutto fondato sulla contrapposizione politica nazionale, in un referendum pro o contro il governo Berlusconi, se non in un referendum pro o contro la persona di Berlusconi, un berlusconiano di Parma non andrà a votare se non vedrà in lista le facce di Bernini, Lavagetto o Villani? Ovviamente la mia è una domanda retorica, perchè la risposta è scontata: no. Una classe dirigente che pensasse il contrario dimostrerebbe non solo di non avere il senso della realtà e delle priorità dell’elettorato, ma neppure delle proporzioni, sopravvalutando il proprio ruolo di politici locali in elezioni di questo tipo nelle quali la gente “comune” neppure si informa su chi c’è in lista perché sapere chi di Parma andrà a sedere sui banchi dell’opposizione del Consiglio regionale è l’ultimo dei suoi problemi.
Secondo elemento: quale valore aggiunto? Al di là della propria consolidata rete di 1.500 preferenze e di una dimostrata capacità (bisogna riconoscerlo) nello svolgere il suo ruolo di assessore, il coordinamento provinciale del PDL ritiene davvero che Bernini, che a quelli che lo conoscono appare per immagine e modo di porsi, il politico di Parma più berlusconiano (per certi versi, più berlusconiano di Berlusconi), sia capace di pescare voti dentro l’elettorato di centrosinistra? Anche qui la domanda è retorica.
Una domanda retorica che nel caso di Lavagetto non pongo neppure, perché questi alle ultime provinciali ha dimostrato di non prendere neppure i voti dei berlusconiani (-8% al primo turno rispetto ai voti di PDL e Lega Nord alle europee; -35% al secondo turno).
L’unico in grado di portare voti aggiuntivi per relazioni, visibilità acquisita e un certo apprezzamento che ha saputo conquistarsi sulla sua persona, è Luigi Villani. Ma in questo caso ci sarebbe da chiedersi se una figura come la sua a Parma serva di più piazzata in Regione per la terza volta consecutiva, magari imbalsamata come negli ultimi cinque anni in un ruolo para-istituzionale di vice presidente del Consiglio regionale a sbrigare gli ordini del giorno dell’Assemblea legislativa, oppure in un altro ruolo più decisivo per gli interessi della nostra provincia quale, ad esempio, quello di parlamentare.
Forse sarebbe nell’interesse del PDL lanciare in lista qualche figura nuova, qualche imprenditore, esponente del volontariato, meglio se giovane, qualcuno in grado di fare entrare aria fresca e portare una dote di voti propria, per evitare così che la campagna elettorale dei candidati si riduca allo scazzottamento tutto interno al partito per scipparsi le preferenze più comode, ovvero quelle offerte dalla struttura berlusconiana dei circoli e dalle solite piste azzurre battute e strabattute, che comunque voterebbero il PDL a prescindere.
E poi, diciamocelo, questa lista con il tridente risulterebbe molto banale nella sua composizione e mancherebbero i colpi di genio ai quali da qualche tempo a questa parte ci sta abituando il berlusconismo con le sue fighette, veline fino ad arrivare all’apoteosi delle escort.
Sì, se mi posso permettere un consiglio, suggerirei ai berlusconiani di Parma di candidare una escort… ma non quelle di alto bordo che vanno con i ricchi, ma quelle dai prezzi popolari alla portata di operai, cassintegrati, pensionati… quelle sì che porterebbe alla lista voti di sinistra, altro che balle, altro che le solite facce dei berlusconiani di casa nostra!!! 

                                                                                    Andrea Marsiletti



MA Space, lo Spazio del direttore Marsiletti Andrea