
“Altro che locomotiva d’Italia. L’Emilia-Romagna è un treno fermo in stazione. Il fallimento politico di quella sinistra che ci governa da oltre 50 anni oggi è sotto gli occhi di tutti”. Così il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Priamo Bocchi nel corso della conferenza stampa del gruppo assembleare dopo che Corte dei Conti – pur concedendo il giudizio di parifica sul bilancio 2024- ha puntato il dito nei giorni scorsi sul disavanzo da 378 milioni di euro maturato dalla Regione l’anno scorso.
“È la conferma di quanto denunciamo da tempo: il bilancio sanitario dell’Emilia-Romagna è gravemente deficitario, con un disavanzo di 197 milioni di euro. La Giunta De Pascale continua a incolpare il Governo Meloni, ma i numeri la smentiscono clamorosamente – prosegue”.
“Il Fondo Sanitario Nazionale per il 2025 è di 136,5 miliardi, pari a 2.317 euro pro-capite, con ulteriori 2 miliardi provenienti da Pnrr e Accordi di Coesione. Se ospedali e punti nascita chiudono, la responsabilità è tutta regionale. Il buco sanitario è evidente: 60 milioni di euro di ticket non riscossi in cinque anni, 21,3 milioni solo nel 2024. Nel frattempo, si impone un nuovo ticket farmaceutico da 2,20 euro a confezione, spesso più alto del costo del farmaco stesso. Una manovra che pesa sulle famiglie e serve solo a coprire le inefficienze” prosegue.
“Emblematico il caso dei centri di assistenza urgenza (Cau), nati per alleggerire i Pronto Soccorso, che oggi sono simbolo di inefficacia. Non solo non hanno raggiunto gli obiettivi, ma hanno dei costi ingenti a fronte di un servizio fallimentare. Finora sono costati 35 milioni di euro tra costi di attivazione e di funzionamento – 3,6 milioni spesi nel 2024 nella sola Parma – ma si sono dimostrati una nuova ricetta sbagliata – attacca l’esponente di FdI”.
“Come denunciamo da mesi, la narrazione della sanità migliore d’Italia è insopportabile. Il bilancio è deficitario da tutti i punti di vista: la pesante manovra fiscale per salvare la sanità è stata venduta come tutela del diritto alla salute, ma i cittadini vivono l’opposto, con liste d’attesa infinite e servizi ridotti – prosegue Bocchi-“.
“Siamo di fronte a un sistema malato, permeato di sprechi, inefficienze, sacche di clientelismo. Le strutture amministrative inutili proliferano e si premiano le appartenenze di partito in spregio ai meriti e ai curricula. Siamo in ritardo nell’innovazione e digitalizzazione. Non esistono controlli sul numero di prestazioni sanitarie effettuate in regime di libera professione intramoenia rispetto a quelle effettuate tramite Cup. Nel frattempo, la carenza di personale è drammatica: mancano 1.441 medici di base e 118 medici dell’emergenza, con molti che si dimettono per i turni insostenibili. Dove sono i piani di reclutamento? Dove gli incentivi? Senza un cambio di paradigma e una nuova guida politica regionale, la situazione è destinata solo a peggiorare – conclude Bocchi –“.