
“Ho presentato un’interrogazione al Presidente del Consiglio perché chiarisca se, nell’approvvigionamento di mascherine resosi necessario dopo il dilagare della pandemia, le aziende che si erano adeguate al rifornimento prima del 1 aprile, non siano state soggette a sleale concorrenza avallata dalle scelte governative e che si sono tradotte nel protocollo d’intesa siglato il 3 maggio 2020 fra il Commissario Arcuri e le associazioni di categoria, provvedimento che ha fissato il prezzo per le mascherine chirurgiche e contemporaneamente disposto un ristoro per le mascherine acquistate dalle aziende dal 1 aprile e giacenti nei magazzini e a corrispondere il differenziale tra i costi sostenuti dalle aziende per l’approvvigionamento delle mascherine dal 4 maggio al 30 giugno. E’ però presumibile che molte aziende, per far fronte alle immediate esigenze di contenimento del contagio, oltre a dover subire preventivi sequestri di mascherine per approviggionamenti dedicati alla Protezione Civile, o per non conformità dei dispositivi, abbiano acquistato mascherine dai fornitori nei giorni in cui è iniziata l’emergenza o comunque molto prima di aprile e, secondo le disposizioni riportate nel protocollo, queste aziende non avrebbero quindi diritto al ristoro. Il ristoro in oggeto, però, sembra fare riferimento al puro costo di acquisto sostenuto dall’operatore e non sembrano essere ricompresi tutti i costi accessori: spese di trasporto, oneri doganali, spese di etichettatura, confezionamento ed imballo, spese del personale per l’attività di confezionamento e di back office commerciale, tutti oneri che vengono sostenuti dalle imprese e che non possono essere ignorati. Questa ricostruzione delle fattispecie evidenzia come le imprese che fanno riferimento alle associazioni firmatarie del protocollo devono rispettare alcuni obblighi, a differenza delle altre che non hanno questo tipo di vincoli e hanno diritto al ristoro di una parte dei costi sostenuti per l’approvvigionamento delle mascherine. Ciò si traduce, ed il ministro è chiamato a chiarire, nell’evidenza che alcune imprese stiano subendo una concorrenza sleale avallata dalle scelte dell’esecutivo. L’esecutivo poi spieghi ai cittadini quali azioni vorrà garantire nel prossimo futuro la certa reperibilità di mascherine chirurgiche a prezzi equi e, contemporaneamente, e come vorrà tutelare le imprese che hanno sostenuto costi elevati per immettere sul mercato nazionale dispositivi strumentali a fronteggiare l’emergenza sanitaria, ora seriamente a rischio di subire perdite economiche rilevanti a causa delle disposizioni previste dal Commissario straordinario”.
Così la senatrice della Lega Maria Gabriella Saponara, capogruppo in commissione Cultura a Palazzo Madama.