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28/05/2010
h.15.50
È un nuovo, ribadito e fortissimo grido d’allarme quello espresso dagli amministratori della Conferenza provinciale di coordinamento sulla scuola. Un grido d’allarme sulla situazione della scuola e sulla sua insostenibilità, alla luce dei continui tagli operati da parte del governo. In particolare il dito è puntato sulla riduzione degli organici: “Nel prossimo anno scolastico saranno 1.193 i docenti in meno in Emilia-Romagna, e tra questi 136 in provincia di Parma, numeri che si sommano ai 1.636 e ai 132 posti di insegnanti già soppressi nell’anno scolastico 2009-2010”, si legge nel documento, che sottolinea tra l’altro il peso dei tagli sul nostro territorio.
Nel 2010-2011 ci saranno 20 docenti in meno nella scuola primaria, 30 in meno nella scuola secondaria di I grado e 86 in meno nella scuola secondaria superiore di II grado: nel complesso, appunto, 136. A questo si aggiungono la riduzione del personale ata e la diminuzione delle risorse economiche destinate alle scuole. Il tutto all’interno di “una complessiva scelta di disinvestimento da parte del Governo nei confronti della scuola, a fronte della quale gli Enti Locali sono costretti a supplire e compensare per assicurare il mantenimento dei servizi sul territorio e fornire una risposta alle domande disattese delle famiglie”.
In questo quadro gli amministratori della Conferenza provinciale ribadiscono, tra le altre cose, nel documento “che la Regione, la Provincia e i suoi Comuni hanno fatto da tempo una scelta di forte investimento sulla scuola sia in termini di strutture (edilizia scolastica) che di servizi (trasporti, mense, supporto alla progettazione delle scuole per qualificare l’offerta formativa) e quindi non è accettabile né sostenibile che continuino a farsi carico di ulteriori aggravi di costi”; sottolineano inoltre “che la decisa diminuzione delle risorse in termini di personale sia docente che ata rischia di limitare fortemente tutte le attività di qualificazione della scuola, di articolazione dell’offerta formativa in base agli specifici bisogni degli alunni”. E chiedono “al Governo di prendere atto della situazione gravissima di disagio nella quale si vengono a trovare l’intero sistema scolastico e gli Enti Locali della provincia di Parma chiamati ad assumere ruoli crescenti di supplenza nei confronti dello Stato”.
“La sofferenza delle nostre scuole è grande e complessiva: siamo preoccupati, l’abbiamo detto e lo ribadiamo – spiega l’assessore provinciale alle Politiche scolastiche Giuseppe Romanini, che ha presieduto l’ultima riunione della Conferenza -. La Provincia è impegnata da tempo sul tema e si sta adoperando su più fronti: la nostra scelta finora, condivisa con l’Ufficio scolastico provinciale, è stata quella di mantenere tutti i presìdi, anche quelli piccolissimi in montagna, nella consapevolezza che la presenza della scuola costituisca una risorsa cruciale per i territori, in particolare per i comuni più decentrati a partire proprio da quelli di montagna. Questo lavoro comincia a dare qualche frutto: oggi, nell’incontro che ho avuto con il sottosegretario Giuseppe Pizza, gli ho rappresentato le nostre esigenze, e lui mi ha assicurato che il governo le raccoglierà”.