Scuole sicure contro lo spaccio, Freddi: “Cari colleghi della maggioranza, riflettete bene…”

Ho rivisto ieri sera, la puntata del 4 Giugno di Parma Europa, “Progetto scuole sicure” contro lo spaccio di droga”.

Parliamo della direttiva del Ministro Matteo Salvini, che affronta il consumo con telecamere, poliziotti, cani poliziotto e vigili urbani.

La domanda che ci si potrebbe porre, partendo dai dati di consumo Italiani e mondiali, dalla storia della “guerra alla droga” degli ultimi 40 anni e le tendenze delle società più aperte nell’affrontare il fenomeno, dove sono il Ministeri delle Politiche Sociali, dell’Istruzione e della Salute che sono primariamente chiamati a pensare azioni di prevenzione degli abusi di droghe?

Insomma, la direttiva è pura repressione violenta senza alcuna finalità educativa.

Non c’è alcun aspetto preventivo, di riduzione del danno e nessuna visione che guardi all’oggi ma come sappiamo – il consumo – non è l’unico tema che i rappresentati della società chiusa, guardano con lo specchietto retrovisore.

Sono i numeri a dirlo, solo il 5% dei fondi sono destinati a finanziare campagne educative, si “spaccia” la prevenzione con la repressione e guardando ai fondi stanziati ai singoli Comuni si comprende che – ancora una volta – si tratta di pura propaganda elettorale.

Ma davvero gli inviati di Pietro Ferraguti credono che 4 telecamere, i cani poliziotto ed alcuni vigili urbani possano modificare i comportamenti, i consumi degli studenti?

Da quando è entrata in vigore, la misura “Scuole Sicure”, promossa dal Ministero dell’Interno, non ha fatto che rivelarsi per ciò che è: un flop di stampo repressivo proibizionista.

I numeri – ancora una volta – parlano chiaramente: a fronte di un investimento di 2,5 milioni di euro, il progetto ha portato al sequestro di 5 kg di cannabis, 4 arresti e più di 2000 persone coinvolte e le persone coinvolte sono i nostri figli, adolescenti, terrorizzati e spaventati dalla violenza di questa attività repressiva che non serve a creare cultura di contrasto o di consumo consapevole.

Tradotto in termini economici, questa operazione è costata allo Stato 500 euro al grammo, una spesa pubblica ed un impiego di risorse che sul versante cultura e sociale avrebbero avuto risultati più tangibili.

La guerra alla droga, da Nixon in poi, è fallita ma nell’immaginario popolare – ed elettorale – ancora la si vende bene.

Un consiglio non richiesto agli amici del mio gruppo consigliare ed ai compagni con cui affronteremo i prossimi appuntamenti elettorali:

la diffusone capillare, da Nord a Sud, di una destra regressiva ed anti-storica è figlia delle scelte iniziate negli anni ’80, delle società moderne “da bere”, dei consumi di beni e servizi senza fine, di una globalizzazione senza regole e di tante altre analisi che in questi mesi si sono sprecate.

Dunque una conseguenza non una causa ma inseguire le pulsioni più “scontate” senza avere il coraggio di andare alla “radice” dei fenomeni ci assimilerà – in negativo- ai nostri avversari e come sempre accaduto, i cittadini continueranno a scegliere sempre gli originali e non le copie.

Che sulle percezioni e sulle fake news, notizie false ma verosimili, i cosiddetti “sovranisti” hanno costruito le loro fortune elettorali e – alla luce delle prossime regionali – non possiamo permetterci di non vedere quanto sia cambiata la società negli ultimi due anni e di quanto coraggio politico – tutti coloro che guardano ad una società aperta – debbano farsi carico.

MarcoMaria Freddi

Consigliere comunale di Parma, radicale, militante dell’Associazione Luca Coscioni

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