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13/11/2010
h.16.50
Si è conclusa nei giorni scorsi la 2° Conferenza Nazionale della Famiglia promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. La prima assise di questo genere fu promossa nel 2007 a Firenze dal Governo Prodi, con Rosy Bindi titolare del Ministero delle Politiche per la Famiglia. Si trattò di un importantissimo momento di confronto tra istituzioni e società civile, un momento in cui il Paese metteva al centro la Famiglia come criterio fondamentale della scelte legislative.
Giustamente l’attuale Governo ha voluto seguire l’esempio del suo predecessore e tutti ci auguriamo che gli esiti siano concreti: si arrivi cioè a delineare quel Piano Nazionale per la Famiglia che si cominciò a progettare a Firenze. I giornali hanno centrato l’attenzione sulle proposte di politica fiscale emerse dalla Conferenza.
A questo proposito osserviamo con soddisfazione che la proposta di istituire il “Quoziente Familiare” (usato dalla destra come una bandiera e da sempre visto criticamente dal PD), è stato definitivamente superato. Il Q.F. finisce per premiare i redditi medio alti e scoraggia il lavoro extradomestico delle donne. La nuova proposta uscita dalla Conferenza di Milano si chiama Fattore Famiglia e si basa sull’idea che non siano tassabili le spese indispensabili per i mantenimento della famiglia.
Idea interessante e da approfondire tecnicamente perché nessuno mette in dubbio che il fisco debba essere amico e non nemico della famiglia.
Certo è che le politiche fiscali debbono essere solo un tassello delle più ampie politiche familiari perché a ben poco servirebbe alle famiglie godere di un sistema fiscale più equo se poi non avessero a disposizione nidi, assistenza agli anziani, alloggi e servizi a costi accessibili.
A poco servirebbe pagare meno tasse se nessun argine verrà posto a un modello violento di rapporto tra i sessi, a ritmi di lavoro (per uomini e donne) incompatibili con i doveri di cura, al disorientamento delle famiglie straniere. Sono tutti temi che le Conferenze di Milano e di Firenze hanno affrontato. Sono temi sui quali chi ci governa ha il dovere di agire.
Dalla Conferenza di Milano è uscito inoltre il forte richiamo a potenziare il Fondo per le politiche per la Famiglia (L.248/2006) e a rifinanziare il Piano straordinario degli asili nido. Entrambi furono istituiti e finanziati dal secondo Governo Prodi. Oggi il PD continua a insistere su un progetto organico di politiche per la famiglia e rilancia, con la recente Assemblea Nazionale di Varese, il cosiddetto “bonus figli”: 3000 euro l’anno per ogni figlio almeno fino all’età di tre anni.
Sulla Famiglia evidentemente c’è chi parla soltanto e c’è chi ha saputo anche agire. Noi pensiamo che sia necessario uscire dalla retorica sulla Famiglia e concentrarsi sui provvedimenti concreti. Di cui purtroppo non vediamo ancora traccia nell’attuale Governo.
Guppo del PD in Consiglio Comunale di Parma
Comitato cittadino del Partito Democratico di Parma