Sicurezza, Giovanni M. Jacobazzi ai candidati sindaco: “Ricordatevi che il controllo del territorio è competenza dello Stato, non del sindaco. Sensibilizzino Prefetto e Questore”

Caro direttore,

come era facilmente prevedibile, la ‘sicurezza urbana’ è uno dei temi maggiormente dibattuti di questa campagna elettorale.

Le cronache cittadine descrivono fenomeni di microcriminalità sempre più pervasivi, ma ed è sufficiente farsi un giro per constare che il degrado sia ormai diffuso un po’ ovunque, anche nelle zone centrali.

Per cercare di contrastare tale pericolosa deriva, la ricetta di tutti i principali candidati è il ‘vigile di quartiere’.

Un ritorno al passato, si potrebbe dire, dal momento che il vigile di quartiere venne istituito nel 2009, quando ero il comandante della polizia municipale, all’interno di un vasto piano di interventi sulla sicurezza che spaziava dai presidi fissi, al nucleo cinofilo, alle ordinanze sindacali.

La prima amministrazione Pizzarotti, quella per intenderci targata M5s, appena insediatasi decise di archiviare subito questa stagione.

L’insicurezza – disse una volta Pizzarotti – non si combatte con l’installazione di gabbiotti pressoché inutilizzati, o attraverso le famose ordinanze dei sindaci sceriffi che altro non hanno fatto se non ledere i diritti degli individui”.

Una scelta personalmente alquanto opinabile ma comunque legittima dal momento che ogni sindaco mette in campo le azioni ritenute più opportune per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. E nel 2012 l’obiettivo principale era fare l’esatto contrario dei predecessori in tutti i settori.

A distanza di dieci anni lo scenario è radicalmente cambiato.

Il candidato del centro sinistra, il dem Michele Guerra, appoggiato peraltro dagli ex grillini di Pizzarotti, ha deciso infatti di puntare molto sui vigili di quartiere. “I vigili di quartiere – ha affermato Guerra facendo proprie le proposte sul punto di Pietro Vignali – sono essenziali per aumentare i controlli e segnalare tempestivamente eventuali problemi. Non solo, diventeranno un vero e proprio punto di riferimento dei cittadini del quartiere per segnalare situazioni insicure o disservizi”.

Mi permetto, però, un suggerimento, anche se non richiesto.

I vari candidati rischiano di ripetere il solito errore. E cioè che il controllo del territorio sia di esclusiva competenza del sindaco e non, invece, dello Stato attraverso le forze dell’ordine che operano sotto la diretta responsabilità del prefetto e del questore.

Il futuro sindaco dovrà evitare questo pericoloso equivoco, cercando di sensibilizzare gli apparati di sicurezza dello Stato ai propri doveri ed evitando di farsi sempre rispondere, come accade da circa trent’anni, che “manca personale”.

Giovanni M. Jacobazzi
ex comandante polizia municipale Parma 2008-2011

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