Sicurezza sul fiume Enza, Rainieri: “Si intervenga”

SMA MODENA
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“Introdurre l’obbligo di esporre cartelli con il divieto di balneazione e prevedere una campagna informativa sui pericoli della balneazione nelle acque interne regionali”. Lo chiede alla Giunta regionale dell’Emilia Romagna la Lega Nord che punta l’attenzione sui fatti di cronaca che si sono registrati negli ultimi giorni lungo il fiume Enza. Proprio il corso d’acqua che divide le provincie di Parma e di Reggio Emilia, infatti, nelle ultime ore è stato teatro di diversi gravi incidenti uno dei quali finito purtroppo in tragedia.

“Non abbiamo nessuna intenzione di strumentalizzare quanto accaduto nelle ultime ore – spiega Gabriele Delmonte, vicecapogruppo della Lega Nord in Regione e primo firmatario del documento -, ma non possiamo nemmeno fare finta di non vedere. Il fiume Enza, infatti, è uno dei fiumi maggiormente frequentati nelle province di Parma e Reggio Emilia per la balneazione estiva. Si tratta – continua Delmonte – di un torrente appenninico che nasce nei pressi dell’Alpe di Succiso, e sfocia nel fiume Po nei pressi di Brescello, fungendo anche da confine naturale tra le Provincie di Parma e di Reggio Emilia. Nel tratto di pianura il fiume si allarga notevolmente scorrendo con varie ramificazioni in un ampio letto ciottoloso”.

“Pochi giorni fa, precisamente venerdì 24 Giugno, una ragazza originaria dell’Appennino Reggiano, è deceduta nella zona compresa tra le località di Currada e Compiano dopo essere stata trascinata sott’acqua, assieme al cuginetto tratto però in salvo, a causa della corrente in vicinanza di piccole cascate. Ieri, altri tre ragazzi, sempre nel fiume Enza (all’altezza del ponte della SP99 che porta nel territorio del Comune di Neviano degli Arduini) hanno rischiato di annegare a causa della corrente circolare creatasi alla base di una piccola cascata e si sono salvati solo grazie alla prontezza dei bagnanti che hanno organizzato una catena umana per trarli in salvo”.

“Ora – continua – sebbene il torrente Enza è comunque parzialmente vigilato grazie alle guardie ecologiche volontarie che svolgono un’opera di sorveglianza, principalmente finalizzata al controllo sull’abbandono dei rifiuti e sui pericoli derivanti dall’accensione dei fuochi, va anche evidenziato che queste buche si formano nei momenti di piena quando, subito dopo i salti artificiali fatti per rallentare la corrente, l’acqua scava sul fondale e restano così un’insidia tutto l’anno perché da fuori non sembrano particolarmente profonde, ma una volta dentro, la corrente ti tiene sotto”.

“Per questo – gli fa eco Fabio Rainieri, vicepresidente dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna– la richiesta del sindaco del Comune di Neviano degli Arduini (PR) circa la necessità di provvedere urgentemente al riempimento della buca in cui si è verificato l’incidente del 26 giugno non può essere l’unico intervento messo in campo. Urgente appare invece un’opera di informazione alla cittadinanza sui  pericoli cui ci si espone con la balneazione nelle acque interne. Insomma – concludono Delmonte e Rainieri – visto che la balneazione è vietata proprio perché le acque sono pericolose, invitiamo la Regione a introdurre l’obbligo di esporre adeguata segnalazione e non quella scritta a mano ieri dalla Polizia Municipale della Val d’Enza che ha anche tracciato la zona dove hanno rischiato la vita i tre ragazzi. Poi, almeno nei tratti maggiormente pericolosi, bisogna avviare al più presto lavori di sistemazione delle buche. La salvaguardia della nostra gente non è più rinviabile”.