
31/10/2009
h.10.40
L’Assessore Fecci avrebbe richiesto la calata dell’esercito a Parma già da un paio di mesi.per affrontare la questione sicurezza della zona di S.Leonardo .
Una notizia interessante che poteva essere comunicata nella sede istituzionale più adatta e cioè il Consiglio Comunale. Ne ha avuto l’occasione il 20 ottobre scorso,quando il consigliere del PD Massari lo ha interrogato a proposito dei problemi di sicurezza nella zona del triangolo via Trento,via Palermo ,via S.Leonardo. Ma in quella sede l’Assessore ha forse avuto un’amnesia o un momento di confusione, o una abbassamento del coraggio e si è limitato a dichiarare che la Giunta “stava pensando” alla richiesta dell’esercito come una possibilità da approfondire.
Sarebbe stato anche opportuno che una scelta del genere fosse discussa in Consiglio Comunale, nei Consigli dei quartieri interessati, nelle Commissioni consiliari competenti.
Tuttavia, al di là delle incertezze dell’Assessore e della mancata condivisione delle scelte, dobbiamo dire che questa Giunta si conferma nella sua tendenza a gettare fumo negli occhi senza la capacità vera di affrontare concretamente i problemi.
Come gruppo consiliare del PD ribadiamo che richiedere la presenza dell’esercito per restituire sicurezza a un quartiere ci pare un atto inutile,sbagliato,demagogico. Prima il Questore, poi i sindacati di polizia hanno in modo chiaro e molto pragmatico hanno cassato l’ipotesi di utilizzo dell’esercito in simili operazioni .Il questore affermando che “La militarizzazione è inopportuna, molto meglio la vigilanza delle forze dell’ordine” anche perché “dal punto di vista operativo gli spacciatori li prendiamo con personale in borghese”, “la presenza degli agenti in divisa, e quindi anche dei soldati, può dare sicurezza ai cittadini, ma dall’altro è deleteria per la cattura dei delinquenti”. (Polisquotidiano 23/10/2009). Le forze di polizia rivendicano il loro specifico ruolo nel campo della sicurezza richiamando l’attenzione sul fatto che un Governo, che ha fatto del tema una bandiera, continua a togliere risorse al settore indebolendolo sempre di più.
Noi pensiamo che il tema sicurezza vada affrontato partendo dalle cause e non dagli effetti puntando innanzitutto sulla prevenzione più che sulla repressione.,sull’ascolto dei cittadini e dei commercianti .
Quando in giugno del 2009 raccogliendo le istanze dei commercianti della zona organizzammo una iniziativa pubblica per denucnciare lei difficoltà economiche degli stessi e il senso di malessere dei cittadini ,l’amministrazione comunale seppur invitata ,si è ben guardata dal partecipare all’iniziativa Fare prevenzione significa promuovere la reciproca conoscenza e la collaborazione tra i vari attori di un determinato contesto sociale (dai singoli residenti ai commercianti, dalle associazioni culturali o sportive alle istituzioni educative o religiose fino alla polizia municipale…) affinché, a partire da un’analisi condivisa dei problemi, si arrivi a una progettazione partecipata delle possibili soluzioni. Perché le soluzioni non possono prescindere dalla creazione di un clima sociale caratterizzato da relazioni significative e di fiducia e dalla messa in campo di iniziative che rendano i quartieri abitati e abitabili da tutti: giovani e vecchi, uomini e donne, stranieri e autoctoni, automobilisti e ciclisti…
E’ in questo ambito il compito principale del Comune. La repressione del crimine la lasciamo fare alle forze dell’Ordine magari dotandole di adeguati mezzi.