
Da più parti in campo medico scientifico arriva la richiesta di un lockdown generalizzato: niente più cartina dell’Italia a tre colori, giallo, arancione e rosso, a seconda dell’andamento del rischio del contagio, ma un total red.
Lo ha chiesto pochi giorni fa anche Filippo Anelli, presidente nazionale della federazione Ordini dei Medici, che ha ipotizzato una situazione drammatica da qui a un mese. Non meno perentorio è stato Silvio Brusaferro dell’Istituto Superiore di Sanità che sostiene sia fondamentale anticipare le misure più restrittive in almeno quattro Regioni.
Per capire la situazione nella nostra città e nella nostra regione, abbiamo parlato con Pierantonio Muzzetto, presidente dell’Ordine dei Medici di Parma, che si è mostrato più aperto all’ipotesi di non stringere le maglie, a patto che ci sia la collaborazione di tutti i cittadini.
“È comprensibile ciò che ha detto Anelli, che ha il polso della situazione sul territorio nazionale. C’è da dire che la geografia pandemica è completamente mutata rispetto alla prima ondata. Le regioni che nella prima fase erano state risparmiate, in particolare al sud, compreso le isole, oggi sono in piena crisi. Ed è questo a preoccupare. Ma anche il nord è interessato, comprese quelle regioni che hanno risposto bene, con una politica interventista sul territorio, come il Veneto, per esempio. C’è una ripresa importante della diffusione del virus in Lombardia e anche in Piemonte ci sono difficoltà oggettive. Dall’altra parte però ci sono realtà completamente diverse.
In questa fase, nella nostra provincia e anche in regione, la situazione è fortunatamente sotto controllo. Questo grazie a una saggia politica fatta immediatamente dopo la prima ondata, che ha messo in campo in anticipo tutta una serie di azioni per prepararci a un possibile ritorno e a una maggiore pressione del virus. Certo non va abbassata la guardia e non bisogna transigere sul comportamento delle persone che devono essere più responsabili, perché l’atteggiamento, che abbiamo visto anche a Parma nello scorso weekend, non ci lascia pienamente tranquilli. Si sottovaluta la pandemia e se non si pone argine al mal comportamento si potrà facilmente arrivare a situazioni insostenibili. Solo se c’è piena responsabilità dei cittadini si può evitare un lockdown generalizzato.
Quindi credo che la proposta di Anelli sia giusta per le zone in gravi situazioni o che rischiano un aggravamento mettendo in seria difficoltà la funzionalità delle strutture sanitarie: gli ospedali, le terapie intensive, i posti per ricoveri non covid e per patologie primarie che non possono essere sottovalutate. E non credo che alcune regioni potenzialmente rosse, debbano essere considerate gialle. Spiace poi sentire che ci siano dissonanze tra amministrazione locali e regionali, questo non giova al cittadino.
Pochi giorni fa la Pfizer ha annunciato l’arrivo del vaccino anti Sars-Cov2, cosa ne pensa?
Accolgo la notizia con grande prudenza, ma allo stesso tempo grandi aspettative. Stanno ultimando la fase tre, quindi è un buon punto. Ma aspettiamo dati scientificamente inoppugnabili sulla sicurezza dell’uso e sulla risposta del vaccino in percentuale tale da poter essere somministrabile. Credo che i passi fatti della ricerca e della tecnologia siano stati enormi comunque, non ci si è mai fermati e questo è l’aspetto positivo. Poi per altri giudizi aspettiamo i dati sicuri perché fare della “fanta-sanità” non credo giovi a nessuno. L’origine comune del sars-cov2 che è simile a quello dell’influenza è un aspetto che può aver favorito la genesi e la strutturazione del vaccino, ma ci vorrà comunque del tempo e il problema è sempre e solo quello dell’efficacia e della sicurezza.
Si sta parlando anche ultimamente di test rapidi che potranno essere effettuati dai medici di medicina generale, cosa ne pensa?
Questo è un discorso che deve essere valutato nell’entità e nella fattibilità, perché ci possono essere difficoltà oggettive. Credo sia necessario considerare i pro e i contro, salvaguardando efficacia e sicurezza. Ci sono difficoltà logistiche per esempio. Non tutti i medici operano nelle Case della salute, alcuni hanno l’ambulatorio in condomini ad uso civile e questi aspetti vanno presi in esame per la sicurezza di tutti.
In tanti stanno denunciando la mancanza dei guanti in nitrile, lo conferma?
Effettivamente cominciano a scarseggiare e per questo abbiamo fatto segnalazioni a chi di dovere. Per quanto riguarda in generale l’approvvigionamento di tutti i dpi, dalle mascherine superiori alle chirurgiche quindi le ffp2, ai camici, sovracamici, sovrascarpe, visiere, calzari, sebbene al momento non si sia in una situazione di criticità, ci si sta muovendo per evitare di ritrovarsi nelle serie difficoltà vissute durante la prima fase pandemica. In questo senso sentiremo anche la Protezione Civile; mi auguro che la situazione venga risolta. Alcuni dpi, come ad esempio le mascherine chirurgiche, sono stati prodotti dall’industria italiana riconvertita; molto arriva però ancora dalla Cina. I guanti, in particolare in Italia e in Europa non vengono prodotti. Se si trovano hanno prezzi notevolmente lievitati, costano sei-sette volte tanto.
La pandemia ha evidenziato difetti e problematicità e anche in sanità sono emersi chiaramente, cosa ne pensa?
L’ho detto pubblicamente anche al ministro della Salute: non vogliamo essere riconosciuti come eroi. Noi siamo seri professionisti e come tali vorremmo essere considerati tutto l’anno. Siamo ancora una delle nazioni ai vertici della sanità mondiale nonostante nel tempo non sia stata fatta una politica seria premiale. I medici soprattutto quelli del sistema pubblico a causa dei retaggi del passato oggi sono malpagati e non hanno sbocchi lavorativi a causa di una riforma che li ha annichiliti. Come pure sono state chiuse carriere, ci sono stati pensionamenti ma non le sostituzioni; sono stati tagliati posti letto in modo forsennato e mai c’è stata una politica di aggiornamento delle strutture e delle attrezzature. Noi dicevamo di investire in sanità già 10 anni fa. Ora lo dicono tutti i gruppi politici sia italiani che europei…
Tatiana Cogo