
08/12/2009
h.18.50
Nel giro di venti giorni o poco più, l’Assessore all’Urbanistica ha dato il “meglio di sè “, replicando (è un eufemismo) a due riflessioni, da me presentate come capogruppo PD.
Entrambe le repliche sono state “a prescindere” dai contenuti proposti e si sono tradotte in attacchi – si consenta – gratuiti al Gruppo politico o alle persone, come se in politica le prese di posizione non fossero contributi al dibattito, ma lettere di contumelie personali, cui rispondere di conseguenza. E come se le critiche ai contributi non condivisibili dovessero risolversi nel dare voti o pagelle.
Sotto questo profilo, il Gruppo Pd non ometterà di sottoporre al Sindaco il tema del livello del confronto: Nell’intervento di oggi, c’è, però, una “novità “, che consente una replica, che naturalmente svolgerò per conto del solo gruppo PD. L’Assessore, infatti, accusa l’opposizione di non riuscire a parlar bene della politica urbanistica del Comune di Parma: sarebbe oggettivamente possibile rispondere che una politica si può giudicare se c’è, ma questa risposta potrebbe consentire l’accusa di mettersi sullo stesso piano dell’Assessore.
E così e per sommi capi: il gruppo PD non condivide l’attuale gestione dell’Urbanistica perchè è priva di un indirizzo, in bilico tra pianificazione e depianificazione, mossa talvolta da intenti di governo del territorio e talaltra da esigenze di cassa, debole e incoerente nella conduzione con accelerazioni inspiegabili o con vischiosità, che dimostrano parimenti improvvisazione o eccessiva condizionabilità (la valutazione è squisitamente politica), sensibilissima alla comunicazione ed ai suoi effetti, ma molto meno all’impatto delle scelte, incapace di rispettare la distinzione tra ruolo tecnico e ruolo politico , epperò non raramente inadeguata nel preservare l’autonomia dell’indirizzo politico e della sua funzione rispetto a quello tecnico.
Tutto questo si riflette nelle scelte concrete, sulle quali il Gruppo Pd si è sempre espresso motivatamente, rifuggendo da posizioni aprioristiche.
E questa rimarrà la linea di condotta nel futuro.
Giorgio Pagliari
capogruppo PD
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07/12/2009
15.20“Se il consigliere Pagliari, invece di farsi prendere dalla foga di commentare un progetto così complesso, avesse letto i ponderosi documenti messi a disposizione dall’Amministrazione comunale, si sarebbe risparmiato la fatica di dispensare suggerimenti su cose già ampiamente pensate e previste.
Un progetto che, sempre ad onor del vero, nasce da una intuizione dell’Assessorato alle Politiche urbanistiche, un Assessorato che per l’opposizione guai a parlarne bene, che ha approntato un anno fa una specifica procedura finalizzata a cogliere un obiettivo che ormai sembrava maturo: un imponente progetto di edilizia sociale residenziale da 2.500 alloggi.
Oggi, abbiamo la prova della bontà di quell’intuizione e la riprova della capacità del settore urbanistica del Comune di Parma di trovare risposte nuove e concrete ai bisogni dei cittadini.
Sempre ad onor del vero, è da sottolineare anche la lungimiranza e lo sforzo di un eterogeneo insieme di soggetti, imprese edili e cooperative di abitazione in primis, che hanno condiviso il progetto e contribuito alla sua definizione in un’ottica di governo e progettazione partecipati.
Vista l’importanza di Parma Social House abbiamo peraltro invitato a collaborare anche altre istituzioni della città, in quell’ottica di ricerca di una vasta partecipazione ai processi complessi che è una delle cifre che contraddistinguono questa Amministrazione.
Per quanto riguarda “l’elaborazione di competenza” da parte dell’Amministrazione comunale, oggetto delle perplessità del consigliere Pagliari, mi è facile tranquillizzarlo.
Nelle duecento pagine del progetto di fattibilità, egli potrà trovare il Progetto di comunità, a garanzia dell’attenzione agli spazi urbani e pubblici, il Progetto di qualità edilizia, a garanzia dell’attenzione alla funzionalità tipologica e prestazionale degli spazi privati, il Progetto di gestione sociale, a garanzia dell’attenzione all’inclusione, all’integrazione ed alla socializzazione dei futuri residenti.
E’ inoltre evidente, come peraltro ho già avuto modo di dirgli in Commissione, che gli indirizzi sull’assegnazione si baseranno su quelli già utilizzati dall’Amministrazione per l’edilizia pubblica convenzionata e per l’edilizia sociale.
Infine, per quanto riguarda gli interventi di edilizia pubblica per le fasce debolissime, che peraltro mai sono stati realizzati da un ente locale solo con risorse proprie, il collega Pellacini, che sta lavorando intensamente proprio su questo, presenterà, dopo la chiusura degli Stati generali della casa, un nuovo progetto in grado di dare risposte anche a questo bisogno.
Tutto questo in un momento storico in cui i Comuni vicino a noi riescono sì e no a fare un po’ di manutenzione di ciò che già esiste”.