
‘In un panorama a rischio di fallimento imprenditoriale e sociale è necessario mettere in campo politiche di breve e medio termine per dare una risposta al Paese sul tema dell’energia’. A dirlo è il capolista di Forza Italia al collegio di Parma, Piacenza e Reggio Pietro Vignali. ‘Forza Italia ha le idee chiare e insieme a un politica di transizione ecologica che porti l’Italia alla massima autonomia energetica possibile, ne accompagna una nel breve periodo che possa evitare il collasso per imprese e famiglie’.
‘Molto bene il piano del Governo di 6 miliardi di aiuti, ma è necessario aprire un tavolo immediato coordinato dal Governo stesso con tutte le parti interessate, dalle società erogatrici alle imprese, dalle associazioni di categoria ai consumatori, con l’obiettivo di calmierare il prezzo del gas. Alla luce dei grandi extra profitti ottenuti dalle multiutility, 27 miliardi dall’inizio dell’anno, molte delle quali con una partecipazione pubblica che coinvolge 224 Comuni, è necessario prevedere il dirottamento di questi ricavi per aiutare le famiglie.
A livello di imprenditoria – continua Vignali – va prevista un’agevolazione all’accesso associata all’incremento del credito d’imposta, con proroga dei termini di utilizzo, con la possibilità di cedere il credito agli stessi gestori e l’azzeramento o l’abbattimento degli interessi in caso di dilazione dei pagamenti. Bisognerà, inoltre, intervenire su ARERA per una revisione del costo di conferimento delle capacità di trasporto di gas naturale (cosiddetto “termine fisso”) che impatta in maniera notevole sui costi delle aziende ad alta stagionalità come molte del nostro territorio (si pensi ad esempio la trasformazione del pomodoro come anche richiesto recentemente dagli operatori del comparto al Governo).
Sul medio termine infine è necessario rivedere il recovery plan alla luce dell’inflazione galoppante e accelerare sulla transizione ecologica, pilastro del PNRR, slegando subito il prezzo dell’energia dal prezzo del gas qualora si utilizzi energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Nel contempo va ripristinato il ritiro del credito di imposta, il cui stop ha rallentato gli investimenti sulle operazioni di efficientamento energetico e sugli impianti di energia rinnovabile, in particolare di uso civile. Il corto circuito infatti che si è creato, con le imprese che nell’aspettativa di ottenere i crediti dalle banche hanno fermato i lavori che interessano molti edifici, ha penalizzato fortemente il settore dell’edilizia e con esso migliaia di cittadini. Inoltre – conclude Vignali – vanno definiti i decreti attuativi relativi alle comunità energetiche rinnovabili, che consentirebbero attraverso la loro applicazione un’immediata riduzione del costo dell’energia per uso civile per le partite iva, per le piccole e medie imprese e quelle agricole’.