Yosonu, Giuseppe Costa: “La musica è un modo per ripulirsi da cose”

SMA MODENA
lodi1

Mercoledì 15 febbraio si è tenuto, in Borgo Santa Brigida 5/A, il concerto della “one man orchestra” Yosonu, progetto dell’artista Giuseppe Costa.

L’ho incontrato a margine del concerto per parlare della sua particolare arte, che usa gli oggetti del quotidiano e il corpo come strumenti, per creare suoni nuovi e inattesi. La sua performance live, a base di improvvisazione, è stata carica di emozioni forti e ha permesso al pubblico di viaggiare verso terre lontane e vicine.

L’idea del progetto Yosonu nasce durante un periodo di convalescenza forzata in casa, durante il quale, per passare il tempo, Giuseppe Costa registra un brano con i suoni del corpo e della voce. Lo ha pubblicato online, creando anche un clip, e ha ottenuto un certo successo.

Da lì nasce l’idea di Yosonu, come un modo per combattere la noia in primis, ma poi diventa rapidamente una forma di esplorazione dei suoni del corpo e poi anche degli oggetti. Essendo batterista dal 1997, è stato come un passaggio naturale, un’evoluzione dai suoni delle percussioni a quelli del corpo.

Il suo album GiùBox ha ottenuto il patrocinio di Legambiente e il marchio di progetto “green”, ho quindi capito che l’ambiente è un tema che sta a cuore a Giuseppe Costa. Si tratta di un tema importante per lui e che dovrebbe esserlo per tutti. L’uso degli oggetti quotidiani come strumenti musicali è un simbolo, un modo per dire che tutto è riutilizzabile. Usare materiali riciclabili per fare musica è un modo per contribuire alla protezione dell’ambiente nel suo piccolo.

La musica può certamente avere un impatto sulla comunicazione ambientale, è un modo efficace per focalizzare l’attenzione sul tema. L’artigianato musicale, che esiste ormai da anni, è veicolo di un messaggio forte: niente va sprecato perché ogni cosa può trovare una nuova funzione. Tuttavia, anche se l’ambiente rimane un tema forte nella musica di Yosonu, non ne è lo scopo primo, che rimane quello di creare divertendosi e liberandosi lo spirito.

Attraverso il progetto Yosonu, Giuseppe Costa organizza molti laboratori di body percussion soprattuto per i più giovani. Ha deciso di trasmettere questa forma artistica alle nuove generazioni perché è un modo universale di fare musica. Spesso si trova a organizzare questi laboratori in associazioni che non dispongono di strumenti e il body percussion è una forma d’arte che può essere praticata ovunque, senza bisogno di materiale specifico. Si parte dal corpo per creare musica. È un modo per insegnare la musica ai bambini che vengono anche dai contesti più difficili, nei quali mancano i mezzi economici per procurarsi un’attrezzatura musicale adeguata. Ha studiato molti anni per trovare la linea pedagogica giusta per insegnare correttamente il body percussion. Questa tecnica permette anche di sensibilizzare i più giovani alle questioni ambientali, mostrando loro come si possono riutilizzare gli oggetti del quotidiano.

Giuseppe Costa non si considera un artista impegnato ma non ha nemmeno il desiderio di piacere per forza. Fa musica “altra”, per niente mainstream, senza leggerezza ma non ama descriversi come impegnato. La sua musica viene da un’esigenza, è un modo per «ripulirsi da cose». I suoi concerti sono fatti di improvvisazioni e gli permettono di lasciarsi dietro i problemi e le ansie della vita. Dopo le sue performance si sente meglio.

Il lavoro sul prossimo album è già iniziato. È un progetto molto diverso dagli altri, anche se ogni album è diverso da quello precedente. Questo nuovo album sarà una versione 2.0 di Yosonu.

La musica di Yosonu è riconducibile al genere free-pop: “free” per la libertà del free jazz, “pop” perché è popolare, può arrivare a chiunque. È una musica che comunica, usando diverse lingue tra cui l’italiano, l’inglese e il dialetto calabrese. Tutti la possono capire. Prende anche spunti da altri stili come il punk, l’elettronico o la musica tribale.

Anna Montermini