1 maggio, Il Vescovo di Parma: “Siamo vicini ai lavoratori”

SMA MODENA
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“Non dimenticare l’uomo: questo è l’imperativo. Amare e servire l’uomo con coscienza, responsabilità, disponibilità. Lavorare per chi lavora, e non ultimo per chi vorrebbe farlo ma non può. Farlo non come opera di solidarietà, ma come dovere di giustizia e di sussidiarietà. Sostenere i più deboli, perché a nessuno manchi la dignità e la libertà di vivere una vita autenticamente umana”. (Dal discorso di papa Francesco al personale dell’INPS – Roma, 7 novembre 2015).

Faccio mie queste parole di papa Francesco in un giorno che – più che la spensieratezza della festa -ha il sapore della riflessione. Desidero così esprimere la vicinanza mia e di tutta la comunità cristiana a tutte le persone che lavorano; a chi purtroppo vive il lavoro in condizioni non dignitose e non sicure; a chi il lavoro l’ha perso o teme di perderlo; a chi, giovane, lo sta cercando o forse – rassegnato – ha smesso di cercarlo. Anche nella nostra città, le conseguenze dell’instabilità del quadro economico sono ancora forti e si scaricano spesso proprio sul lavoro e sulla condizione di tante famiglie, in particolare immigrate. La scarsità oggettiva di risorse non può essere un alibi per non tentare progetti a medio termine o di più lunga prospettiva capaci di rispondere alle necessità crescenti in particolare sui fronti dell’assistenza e della casa, senza rischiare di trasformare tutto in emergenza auto-assolvente.

Se il “lavoro buono” rappresenta la meta degli sforzi da compiere, tale obiettivo necessita di pre-condizioni adeguate per poterlo raggiungere e un impegno condiviso da tutti i soggetti che compongono la società civile.

“Il lavoro è fondamentale – lo dichiara fin dall’inizio la Costituzione Italiana – ed è necessario che l’intera società, in tutte le sue componenti, collabori, perché esso ci sia per tutti e sia un lavoro degno dell’uomo e della donna”. (Da discorso di papa Francesco al mondo del lavoro – Torino 21 giugno 2015).

Mons. Enrico Solmi